venerdì, 29 Marzo, 2024
Economia

Polemiche politiche su uno degli strumenti fiscali più controversi. Tassa di successione. Come funziona, chi e come deve pagarla

Dopo la proposta di Enrico Letta e lo stop di Mario Draghi è tornata di attualità il dibattito su una tassa non particolarmente amata da chi deve lasciare in eredità beni ai propri discendenti ma  ritenuta  da altri uno strumento per riequilibrare le distanze sociali. vediamo come funziona.

La dichiarazione di successione deve essere presentata entro 12 mesi dalla data di apertura della successione, dai chiamati all’eredità e dai legatari, anche nel caso di apertura della successione per dichiarazione di morte presunta, ovvero dai loro rappresentanti legali; dagli immessi nel possesso temporaneo dei beni dell’assente; dagli amministratori dell’eredità e dai curatori dell’eredità giacenti; dagli esecutori testamentari.

Sono  esonerati i chiamati all’eredità ed i legatari che abbiano rinunciato all’eredità o al legato anteriormente alla scadenza del termine per la presentazione della dichiarazione di successione ed i chiamati che, non essendo nel possesso dei beni ereditari, abbiano nominato un curatore per l’eredità giacente

Non sussiste, inoltre, l’obbligo di presentare la dichiarazione di successione, se ricorrono contemporaneamente le seguenti condizioni: l’eredità sia devoluta al coniuge ed ai parenti in linea retta del defunto; l’attivo ereditario abbia un valore non superiore a 100.000 euro; l’eredità non comprenda beni immobili o diritti reali immobiliari.

 

ALIQUOTE E FRANCHIGIE

Le aliquote e le franchigie sono pari al: 4%, per i trasferimenti effettuati in favore del coniuge o di parenti in linea retta (ascendenti e discendenti) da applicare sul valore complessivo netto, eccedente per ciascun beneficiario, la quota di 1 milione di euro; 6%, per i trasferimenti in favore di fratelli o sorelle da applicare sul valore complessivo netto, eccedente per ciascun beneficiario, 100.000 euro; 6%, per i trasferimenti in favore di altri parenti fino al quarto grado, degli affini in linea collaterale fino al terzo grado, da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza applicazione di alcuna franchigia; 8%, per i trasferimenti in favore di tutti gli altri soggetti da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza applicazione di alcuna franchigia.

Esiste una franchigia  di 100.000 euro e di 1 milione di euro e, oltre alla franchigia di 1,5 milioni di euro, per i trasferimenti effettuati in favore di soggetti portatori di handicap, riconosciuto grave ai sensi della legge 104.

 

RATEAZIONE, QUANDO È POSSIBILE

La rateazione non è ammessa per importi inferiori a 1.000 euro. Inoltre, la decadenza è esclusa in caso di “lieve inadempimento”, e cioè in caso di insufficiente versamento della rata (per una frazione non superiore al 3% e, in ogni caso, a 10.000 euro) oppure per tardivo versamento della somma pari al 20%, non superiore a 7 giorni. Il lieve inadempimento è applicabile anche al versamento in unica soluzione.

Il pagamento deve essere effettuato entro 60 giorni dalla data in cui è stato notificato l’avviso di liquidazione. Scaduto tale termine si rendono applicabili, oltre alle sanzioni, anche gli interessi di mora.

È possibile pagare l’imposta di successione a rate, ma almeno il 20% dell’importo deve essere versato entro sessanta giorni dalla notifica dell’avviso di liquidazione. La parte restante, invece, può essere liquidata con otto rate trimestrali (dodici, per importi superiori a ventimila euro), sulle quali sono dovuti gli interessi calcolati dal primo giorno successivo al pagamento della tranche iniziale. Le rate scadono l’ultimo giorno di ciascun trimestre.

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