I casi di tentativi di suicidio dovuti a depressione da pandemia sono aumentati del 20%: ed è la fascia inclusa tra i 10 ed i 25 anni ad averne risentito maggiormente. Queste le conseguenze, i tragici effetti della reclusione da covid19. Questi i dati riportati persino dall’ospedale Bambino Gesù di Romache ha lanciato un insolito allarme: per la prima volta tra i suoi piccoli pazienti sono presenti tentativi di suicidio.
L’ANNIENTAMENTO DI SÉ COME L’ACCECARSI DI EDIPO
Se nella tragedia sofloclea del ciclo tebano al re Edipo in un momento viene sconvolta la vita da una devastante rivelazione – ecco come nel tempo di un attimo a numerosissimi bambini e ragazzi è stata stravolta l’esistenza nella sua quotidiana normalità. E come Edipo scelse di accecarsi – scopertosi assassino incestuoso -perdendo il titolo di re di Tebe e chiedendo da sé l’esilio, i ragazzi hanno reagito isolandosi o annullandosi stricto sensu. Hanno cercato di annientare quel dolore, naturale e conseguente alla mancata esplicazione dei bisogni fisici e spirituali, tagliando la sofferenza nel modo più immediato: quello che si scontra con sé stesso.
L’ANNIENTAMENTO DI SÉ PER UCCIDERE IL DOLORE
Il tentativo di annullare l’io come rimedio al dolore sta forse proprio in quel gesto: nell’accecarsi di Edipo; nulla – si giustifica – gli sarebbe stato più dolce alla vista. Un poi dunque, qualunque fosse stato, non avrebbe avuto più senso. Ecco, forse Edipo non sbagliava: perché il mondo nel suo caso non l’avrebbe aspettato. Il suo destino, nello scoprire l’incesto per mezzo del matrimonio con la madre e nell’aver commesso l’omicidio del padre – entrambi gli atti inconsapevolmente compiuti – era ormai definito ed immutabile. Appunto, maledetto dagli Dei: irrimediabile. Il nostro, no. Il mondo là fuori durante la pandemia sembra essersi fermato ad aspettarci. Perché non è stata una sola la vittima dello stravolgimento: ma paradossalmente è l’universalità, il fatto che ci abbia colpito tutti indistintamente a consentirci di fermare il tempo. E di poter guardare al futuro.
LA FORZA DELLA COLLETTIVITÀ COME PROSPETTIVA FUTURA
Il mondo non è andato avanti lasciandoci indietro, proprio perché siamo tutti fermi. Questa è forse la prova che la moltitudine possa incidere sulla realtà e che se ci arrestiamo tutti, è il mondo circostante a dover stare al nostro passo e a doverci attendere. La forza risiede nell’uguaglianza della nostra condizione; nella collettività dello stato morale e fisico delle cose. Ecco perché non è giusto scegliere di annullarci, e psichicamente e fisicamente. Noi possediamo una prospettiva futura: per quanto lontana ed esigente durissimi sacrifici, abbiamo il dovere di perseguirla.