venerdì, 26 Aprile, 2024
Economia

Raccolta nei campi, già uno stop ai 368 mila braccianti stranieri. Prandini (Coldiretti): situazione grave, l’Ue acceleri sulla Green pass

È già allarme con una conferma negativa che arriva dal Marocco. Si tratta del primo stop all’arrivo dei lavoratori stranieri impiegati in agricoltura. Per le raccolte stagionali servono 368 mila lavoratori ma con la pandemia in corso si rischia la crisi dello scorso anno. Il primo stop del 2021 è arrivato alle frontiere dal Marocco che ha sospeso tutti i collegamenti aerei con l’Italia dove il caldo fuori stagione ha favorito la maturazione precoce delle primizie.

Per la Coldiretti la comunità marocchina è la più numerosa tra i lavoratori agricoli provenienti da fuori dei confini comunitari con quasi 36mila persone, quasi il 10% del totale dei braccianti che ogni anno si occupano da nord a sud della Penisola.

“Il blocco delle partenze è scattato”, sottolinea la Coldiretti, “in un momento delicato per le aziende agricole italiane impegnate nei trapianti per le produzioni estive e nella raccolta degli ortaggi per garantire i rifornimenti alimentari alle famiglie italiane”.

La Coldiretti ora cerca una soluzione ed è impegnata con l’Ambasciata del Marocco per superare le difficoltà determinate dalle misure cautelative adottate dal Paese africano di fronte di alla diffusione del contagio Covid nell’Unione Europea. Si tratta soprattutto di lavoratori dipendenti specializzati a tempo determinato che arrivano ogni anno attraversando il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese.

Ma il problema rischia di allargarsi a macchia di olio in una situazione in cui a livello nazionale viene ottenuto da mani straniere più di un quarto del Made in Italy a tavola, con 368mila lavoratori provenienti da ben 155 Paesi diversi che hanno trovato regolarmente occupazione in agricoltura fornendo il 29% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo il Dossier di Idos al quale ha collaborato la Coldiretti. “A fine 2019”, calcola continua la Coldiretti, “i lavoratori stranieri occupati in agricoltura sono 368.000 per la maggior parte provenienti da Romania (98.011), Marocco (35.787), India (35.355) e Albania (33.568).

Sono molti i distretti agricoli dove i lavoratori immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso”, ricorda la Coldiretti, “della raccolta delle fragole nel Veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte fino agli allevamenti da latte in Lombardia dove a svolgere l’attività di bergamini sono soprattutto gli indiani”.

Ci sono poi gli effetti climatici che creano fioriture premature e la raccolta si annuncia più vicina.

“L’apertura delle frontiere è importante poiché”, osserva la Coldiretti, “con l’arrivo della primavera si intensifica l’attività nelle campagne: dopo fragole, asparagi, carciofi, ortaggi in serra con l’aprirsi della stagione la raccolta nei campi all’aperto, partendo dal sud per arrivare al nord”. In queste condizioni è importante l’impegno da parte della Commissione europea a presentare il prossimo 17 marzo della proposta legislativa per un Digital green pass con l’obiettivo di consentire gradualmente agli europei di muoversi in sicurezza all’interno o all’esterno dell’Ue, per lavoro o turismo.

“Ma in una situazione in cui si registra un rinnovato interesse degli italiani per il lavoro agricolo è anche importante”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza di lavorare a livello nazionale per accordi bilaterali con i Paesi dove è più rilevante il flusso di lavoratori, “una radicale semplificazione del voucher ‘agricolo’ che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà”.

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