giovedì, 25 Aprile, 2024
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Pancalli (Comitato Paralimpico): “Necessario un Ministero dedicato alle attività sportive”

“In un Paese dove spesso si si evidenzia la funzione sociale e culturale dello sport, il suo valore formativo e inclusivo oltre che la sua capacità di rappresentare un comparto significativo dell’economia italiana, ritengo sia contradditorio non prevedere un ministero per lo Sport. Credo sia necessaria un’azione che evidenzi la corrispondenza fra queste considerazioni universalmente riconosciute e le iniziative concrete. Se lo sport è tutto questo, allora è importante che ci sia un ministero dello Sport, possibilmente con portafoglio. I
tanti appuntamenti sportivi internazionali che coinvolgeranno nei prossimi anni il nostro Paese – penso ai Giochi di Milano-Cortina 26, alla Ryder Cup, alle Atp Finals – assumono una grande importanza anche sotto il profilo economico e turistico”. Così il presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli, in merito all’assenza, nella nuova compagine di ministri del governo Draghi, di un dicastero dedicato allo sport.

La centralità dello sport a questo punto torna in mano al Coni e al Cip: “Il Comitato italiano paralimpico continuerà a fare quello che ha sempre fatto, ossia preoccuparsi e occuparsi della diffusione dello sport tra le persone disabili declinandolo non solo nella dimensione agonistica – spiega il numero 1 del Cip in un’intervista a ‘La Repubblica’ – Non vogliamo investire esclusivamente sui campioni del presente e del futuro, ma, insieme alle Federazioni, agli organismi sportivi riconosciuti, agli enti di promozione, promuovere uno sport che possa essere strumento di integrazione e inclusione. I nostri percorsi all’interno delle strutture sanitarie, nei centri di riabilitazione, nelle unità spinali e quelli all’interno degli istituti scolastici ne sono una dimostrazione. Il Coni e il Cip quali istituzioni sportive saranno sempre centrali, anche in assenza di un ministero. Ma oggi gli attori in campo sono diversi rispetto a prima della riforma, ciascuno con delle competenze specifiche. Questo mi convince ancor di più sull’importanza di un ministero che in qualche modo possa costituire il centrocampo di un sistema che ieri non c’era e oggi c’è”.

Gli occhi e i cuori a questo punto sono rivolti a Tokyo: è difficile ipotizzare quante medaglie può aspettarsi l’Italia dai suoi atleti paralimpici. “Sono uno scaramantico per natura. Lo ero da atleta e lo sono da dirigente sportivo. Posso solo dire che prima del rinvio dei Giochi eravamo convinti del fatto che sarebbe stata una spedizione vincente. In questi anni le Federazioni, gli staff tecnici, gli atleti e le atlete, i club sono stati messi nelle migliori condizioni di lavorare e hanno svolto una straordinaria attività di preparazione. Oggi molto è cambiato.

La pandemia ha lasciato segni profondi. Qualcuno ha dovuto rinunciare per questioni anagrafiche, qualcuno per altre ragioni.

Alex (Zanardi, ndr) non potrà essere fisicamente con noi, anche se sarà sempre presente nelle nostri menti e nei nostri cuori come straordinaria fonte d’ispirazione. Ma andiamo lì, ancora una volta, per giocarcela fino in fondo con la consapevolezza che il mondo guarderà ai Giochi come alla luce in fondo al tunnel. Se tutto avverrà come programmato significherà che saremo diretti verso giorni migliori”.

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