Era una notizia attesa, che potrebbe, se confermata dai progetti pratici, ridurre l’inquinamento da plastica.
Presto, infatti, le bottiglie in Pet saranno riciclate al 100%. Lo scorso tre ottobre in Commissione Ambiente del Senato è stato approvato da tutte le forze politiche un emendamento al Dl Agosto (n. 104 del 14 agosto 2020, “Sostegno e rilancio dell’economia”) a firma del senatore del Pd Andrea Ferrazzi. L’approvazione dell’emendamento sdogana così la produzione di bottiglie Pet senza che venga più rispettata la percentuale minima del 50% di polimero vergine. In questo modo si interrompe una situazione paradossale che da un lato impediva alle imprese di settore italiane di produrre bottiglie interamente in Pet riciclato, dall’altro costringeva il nostro Paese a importare da altri Paesi europei migliaia di bottiglie per bevande realizzate con pet 100% riciclato. Per gli ambientalisti è un passo in avanti nella lotta contro l’inquinamento di plastica, nel contempo sarà possibile il riciclo del materiale.
“Fino ad oggi, in Italia, se producevi bottiglie riciclate dovevi usare almeno il 50% di materia vergine: una cosa insensata”, ricorda il senatore Ferrazzi, capogruppo del Pd in Commissione Ambiente al Senato, “L’emendamento prevede per il 2021 una fase transitoria e sperimentale dell’applicazione delle nuove norme che si stabilizzeranno con la successiva legge di bilancio”. Se non ci saranno intoppi, l’iniziativa dara
un grande impulso anche alle aziende italiane che sono leader nel riciclo. “Si tratta, pertanto, di un passo importante”, scrive Legambiente, “tanto dal punto di vista economico quando da quello ambientale poiché consentirà di abbattere sensibilmente le emissioni nocive derivate dall’impiego di plastica vergine”.
Ora il provvedimento per la conversione in legge del Dl Agosto è all’esame della Commissione Bilancio con la presentazione in prima lettura. L’iter di approvazione dovrà concludersu nei due rami del parlamento entro il 13 ottobre.
Sulla plastica non riciclata, inoltre è in atto in dibattito mondiale, per i danni provocati all’ambiente. L’Onu ha definito l’inquinamento da plastica il più pericoloso in assoluto. Gli effetti sono in grado di causare danni irreversibili al pianeta, con conseguenze alla salute dell’uomo.
“La responsabilità dell’inquinamento da plastica è collettivo”, si legge nel sito “liberi dalla plastica”, “le colpe ricadono sulle comunità locali e sui i governi, che non riescono a organizzare la raccolta differenziata dei rifiuti. Le popolazioni gestiscono malissimo il 28% del materiale di scarto. Sono soprattutto le aziende che inquinano maggiormente. Ogni anno dalle industrie vengono scaricati nel Mediterraneo quasi 40 milioni di oggetti di plastica, insieme ad altre sostanze inquinanti dell’acqua. Le imprese non investono nella gestione dei rifiuti che producono e utilizzano esclusivamente plastica vergine, perché il processo produttivo costa meno”.
La responsabilità, inoltre, secondo gli ambientalisti, ricade anche sui turisti e sulla cittadinanza. Nel bacino del mar Mediterraneo in paesi come l’Italia, la Francia e la Turchia, vengono lasciati in mare, da residenti e turisti, circa 24 milioni di tonnellate di plastica, senza che la raccolta differenziata venga svolta correttamente.