venerdì, 26 Aprile, 2024
Nutriscore
Attualità

Norme Ue. Coldiretti: alimenti, inaccettabile la nuova etichetta Ue, confonde i consumatori a favore di prodotti scadenti

“È inaccettabile spacciare per tutela del consumatore un sistema che cerca invece di influenzarlo nei suoi comportamenti orientandolo a preferire prodotti di minore qualità”. Così la Coldiretti contesta
il via libera all’etichetta “nutriscore” in Germania da parte dell’UE. Un sistema già accettato da sei Paesi dell’Unione che hanno annunciato o già applicato questo modello: Francia, Belgio, Germania, Spagna, Paesi Bassi, e Lussemburgo. Inoltre diverse aziende private sono pronte anche in Portogallo, Austria e Slovenia. A sottolineare criticamente la decisione dell’etichetta “nutriscore” è la Coldiretti che spiega come sia passata sotto silenzio una decisione che lede gli interessi dei consumatori e le produzioni di qualità. L’11 settembre, scaduto il temine previsto dalla normativa europea, la Germania ha reso applicativa la norma elaborata a livello nazionale.

“La decisione della Germania”, sottolinea con disappunto la Coldiretti, “ha un peso rilevante sia perché si tratta di un Paese che ha un ruolo di leadership nel guidare l’evoluzione delle politiche comunitarie sia perché è il principale Paese di sbocco delle esportazioni agroalimentari Made in Italy che rischiano di essere ingiustamente penalizzate da un sistema di etichettatura fuorviante”.

A rischio ci sono 7,2 miliardi delle esportazioni agroalimentari Made in Italy nel Paese tra i quali si contano una rilevante presenza di prodotti, dai formaggi all’olio fino ai salumi ingiustamente penalizzati dal nuovo sistema. L’etichettatura “nutriscore”, come quello a semaforo adottato in Gran Bretagna influenzano il consumatore, “con un bel verde”, a scegliere prodotti con ingredienti di sintesi e a basso costo spacciandoli per più salutari. “Un sistema fuorviante, discriminatorio ed incompleto e”, sostiene la Coldiretti, “finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. Si rischia”, teme la Coldiretti, “di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di sfavorire elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma le cui semplici ricette non possono essere certo modificate. Un modello che, sotto la spinta delle multinazionali, boccia ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop) che la stessa Unione Europea dovrebbe invece tutelare e valorizzare”.

Non è un caso che contro questo modello sotto la spinta della Coldiretti si sono schierati gli agricoltori europei e le loro cooperative riunite nel Copa e Cogeca che è impegnata per creare un fronte di paesi contrari all’obbligo Ue di etichette come il nutriscore francese, in vista della proposta della Commissione Europea sul tema prevista nel 2022, dopo che nel 2021 sarà condotto uno studio di impatto, nell’ambito della Strategia Farm to Fork. “Alla testa di questo gruppo”, continua la Coldiretti, “c’è proprio l’Italia che ha avuto il via libera dell’UE al proprio sistema di etichettatura nutrizionale FOP (Batteria) lo scorso 28 luglio 2020”. A intervenire è anche il presidente della Coldiretti.

“È inaccettabile spacciare per tutela del consumatore un sistema che cerca invece di influenzarlo nei suoi comportamenti orientandolo a preferire prodotti di minore qualità” denuncia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel ricordare che “l’equilibrio nutrizionale va ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera come prevede la proposta italiana del sistema a batteria”.
L’etichetta nutrizionale dei prodotti alimentari a batteria, denominato Nutrinform Battery, “non attribuisce presunti patentini di salubrità ad un alimento”, conclude la Coldiretti”, “ma soprattutto esclude i prodotti a marchio Igp e Dop per le specifiche caratteristiche di eccellenza evitando così il rischio di confondere il consumatore con ulteriori segni distintivi in etichetta”.

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