giovedì, 25 Aprile, 2024
Società

Potenza del denaro

In Italia agli scandali siamo abituati. Stupirci è cosa difficile. Eppure non dovremmo rimanere ciechi di fronte a spettacoli a dir poco ripugnanti e dai risvolti inquietanti. Strumentalizzare l’individuo più puro per antonomasia, il bambino, per un proprio tornaconto personale, dovrebbe risvegliare le nostre coscienze, ormai anestetizzate ed assuefatte alle trasgressioni. In quanto esseri umani, a prescindere da ogni colorazione politica e religiosa, non possiamo tollerare che un’istituzione sacra come la Famiglia venga fatta a pezzi e calpestata in nome del denaro, come è avvenuto nel caso degli affidi dei bambini in Reggio Emilia.

L’inchiesta “Angeli e Demoni” ha portato alla luce un vero e proprio sistema che coinvolge magistratura minorile, assistenti sociali, psicologi, medici e politici. Sistema chiaramente descritto e denunciato anche da Francesco Morcavallo, giudice presso il Tribunale dei Minorenni di Bologna dal 2009 al 2013. 

In breve, i bambini erano allontanati dalle proprie famiglie, accusate di presunti abusi e violenze, in base alle segnalazioni dei servizi sociali, spesso facenti riferimento a lettere anonime, come spiega Morcavallo, anche se una denuncia anonima non potrebbe giustificare, da sola, un provvedimento così grave. Affidati ai servizi sociali, i bambini erano sottoposti a lunghi interrogatori finché non ammettevano di essere stati vittima di abusi da parte dei genitori. Ammissioni ottenute anche grazie all’uso di un macchinario (vietato in Italia) che generava scosse elettriche attraverso elettrodi applicati sulle mani, la cosiddetta macchinetta dei ricordi.

Lo scopo di questo perverso sistema era di affidare i bambini o a coppie legate per amicizia o sentimentalmente ai responsabili dei servizi sociali, o a strutture di cui gli stessi giudici onorari (cioè psicologi, medici, assistenti sociali) erano fondatori o soci, in evidente conflitto d’interessi. Un vero e proprio business da un miliardo e mezzo l’anno, secondo le stime di Morcavallo. Un sistema che ha piegato le istituzioni deputate alla tutela dei soggetti più indifesi agli interessi economici di pochi individui. 

Da questa vicenda sorge una domanda: la nostra società è, quindi, arrivata ad un punto di non ritorno, in cui siamo disposti a disconoscere ogni valore pur di guadagnare? Possiamo ancora definirci un Paese civile? Una cosa è certa, per ora possiamo solo vergognarci.

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