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Roma al bivio: il futuro del centro storico tra turismo e residenzialità
Presentato lo studio “Oltre il Giubileo”
Oggi, nella sede romana di Piazza San Lorenzo in Lucina, la Banca del Fucino ha presentato la ricerca “Oltre il Giubileo. Quale futuro per il centro storico di Roma”. All’evento, ospitato alla presenza del sindaco Roberto Gualtieri, hanno partecipato il presidente della banca Mauro Masi, il presidente della Camera di Commercio Lorenzo Tagliavanti e Francesco Gianni, fondatore dello studio legale Gianni & Origoni. L’occasione del Giubileo 2025 offre un momento di riflessione sulle trasformazioni della città, con un focus sui rioni storici.
Il centro storico: da cuore pulsante a cittadella turistica?
La ricerca analizza i rioni Trevi, Colonna, Campo Marzio, Ponte, Parione, Regola, Sant’Eustachio, Pigna e Sant’Angelo, evidenziando come questi quartieri, ricchi di monumenti simbolici, rischino di trasformarsi in un’enclave turistica, perdendo il legame organico con il resto della città. Roma è ormai policentrica: aree periferiche come Cassia-Flaminia ed Eur hanno superato il centro storico come poli economici, anche a causa del ridimensionamento della Pubblica Amministrazione e dei problemi di congestione urbana.
Spopolamento e invecchiamento: i dati allarmanti
Negli ultimi 25 anni, il centro storico ha registrato un calo demografico del 7,5%, scendendo a poco più di 21.000 residenti, mentre la popolazione romana è cresciuta del 7%. L’età media è salita da 44,1 a 49,6 anni, con un aumento del 75,1% degli over-75 e un calo del 10,4% dei giovani sotto i 15 anni. Questo trend riflette una doppia dinamica: meno famiglie con figli e un progressivo invecchiamento degli abitanti.
Segnali di ripresa e centralità persistente
Tra il 2021 e il 2023, però, si è registrata una lieve inversione di tendenza, con un aumento del 2,5% della popolazione. Inoltre, gli indicatori di “fruizione” – come il rapporto tra residenti effettivi e anagrafici o le presenze telefoniche – confermano che il centro storico rimane un luogo vitale, con una centralità nettamente superiore rispetto alle zone periferiche.
La domanda di residenzialità e il tessuto imprenditoriale
Nonostante le sfide, la ricerca evidenzia una persistente domanda di vivibilità nel centro storico, confermata anche dall’evoluzione del tessuto imprenditoriale. I dati suggeriscono che, seppur trasformato, il cuore di Roma conserva un ruolo cruciale per la città, tra turismo e identità residenziale.
Anche su questo fronte, infatti, l’area in questione appare contesa tra due dinamiche contrastanti.La prima, di maggior forza, vede aumentare a ritmi significativi il numero di alloggi per turisti (+64,9% tra il 2016 e giugno 2024) e di ristoranti (+47,3%), a scapito delle imprese del commercio (-9,3%).Dietro la riduzione del numero di queste ultime vi è una molteplicità di dinamiche, che va ben al di là del caso specifico del Centro storico di Roma. Stupisce al contempo come un settore – quello del commercio – di tradizionale specializzazione del Centro storico abbia visto riduzioni tanto importanti negli ultimi anni, con le imprese commerciali del tessile, per esempio, passate da 948 a 830 in meno di dieci anni: se nel 2016 questo gruppo di imprese era quello maggioritario nel Centro storico, a metà 2024 il primato era passato alle imprese di alloggio per turisti.La seconda, più debole, dinamica in questione ha invece a che fare con la perdurante presenza nel Centro storico di esercizi commerciali caratteristici, come per esempio le librerie, che sul periodo hanno registrato solo una lieve contrazione, passando da 45 a 43. Sono risultati invece in aumento panetterie e macellerie (rispettivamente +15,4% e +16,7%), nonchè parrucchieri, barbieri ed estetisti (+19,4%). Si tratta certamente – argomenta la ricerca – di attività che possono servire una clientela di tipo turistico, ma che al contempo sono coerenti con la presenza di una domanda di residenzialità tutt’altro che scomparsa.Dal 2019 al 2024 i turisti a Roma sono aumentati a un ritmo moderato (+3% annuo), ma il vero nodo critico – secondo la ricerca – non è il numero in sè, bensì la loro sistemazione: è cresciuto in modo marcato l’uso di strutture extra-alberghiere, spesso affittate a breve termine tramite piattaforme come Airbnb, con impatti significativi sul Centro storico in termini di affollamento e pressione abitativa.La ricerca riporta in particolare come la quota di presenze turistiche presso strutture extra-alberghiere sia passata – tra il 2019 e il 2024 – dal 37,5% al 40,5%, mentre quella relativa alle strutture alberghiere è scesa dal 62,5% al 59,5%. Il fenomeno ha riguardato in particolare proprio i rioni del Centro storico, nei quali si evidenzia una densità di alloggi affittati ai turisti senza paragoni nel resto della città. Il risultato, secondo lo studio, è una vera e propria “gentrificazione turistica”, cioè la progressiva uscita dei residenti stanziali dal Centro storico per far spazio ai residenti temporanei, i turisti per l’appunto.Le questioni sono insomma intrecciate fra loro: spopolamento, invecchiamento, gentrificazione turistica, crisi delle imprese del commercio ed espansione dei settori dell’alloggio e della ristorazione.La ricerca si conclude individuando alcune linee di possibile intervento per realizzare un nuovo equilibrio al Centro storico di Roma.Contro il rischio di una monospecializzazione turistica del Centro storico: attuare una maggiore regolamentazione degli affitti brevi, da un lato limitando la concessione di licenze a questo fine e dall’altro sostenendo con adeguati incentivi fiscali gli affitti lunghi; reintrodurre regole e limitazioni per l’apertura di locali e ristoranti e, specularmente, il varo di progetti di sostegno alle imprese caratteristiche del Centro storico, come le librerie, sull’esempio di quanto fatto in altre capitali europee; favorire l’insediamento di imprese innovative e start-up negli edifici storici del Centro – di cui molti sono tuttora di proprietà pubblica.Riequilibrio e ampiamento dell’offerta turistica e culturale: revisione dei percorsi turistici, inserendo negli itinerari dei percorsi guidati una più ampia selezione di attrattive, con focus su altre zone rispetto al Centro storico. Ciò permetterebbe di offrire ai visitatori un’esperienza più completa della Città, restituendo al contempo respiro al Centro storico. Roma dovrebbe inoltre puntare ad essere percepita come una città da visitare più volte, per godere ogni volta di mostre, concerti, percorsi artistici differenti. Una città culturalmente viva, in dialogo con il proprio passato. – news in collaborazione con Banca del Fucino ––
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