Un piccolo cortometraggio può contenere il seme di una poetica futura, una firma che si riconoscerà, anni dopo, in opere consacrate dal pubblico e dalla critica. È ciò che accade scorrendo i primi lavori di autori come Luca Guadagnino, Michelangelo Frammartino, Giorgio Diritti, Costanza Quatriglio, Francesco Costabile, Giacomo Abruzzese, Simone Massi e Susanna Nicchiarelli — presente con titoli come ‘La Madonna nel frigorifero’ (2002) e ‘Giovanna Z., Una storia d’amore’ (2005) — oggi finalmente accessibili in un nuovo spazio digitale condiviso. C’è persino l’esordio alla regia dello scrittore Paolo Cognetti. Un viaggio nel cuore del cinema indipendente italiano, che prende ora vita nell’Archivio per il Cinema Indipendente Italiano, piattaforma digitale open source presentata ufficialmente a Roma, nella Sala della Crociera del Ministero della Cultura. Un progetto nato dalla collaborazione tra il Comune di Bellaria Igea Marina, Approdi srl e il Ministero della Cultura, che restituisce al pubblico un patrimonio prezioso e poco esplorato, in gran parte proveniente dallo storico Bellaria Film Festival (già Anteprima per il cinema indipendente italiano), diretto negli anni d’oro da un trittico di menti visionarie: Morando Morandini, Enrico Ghezzi e Gianni Volpi.
Oltre 5.000 titoli sono stati digitalizzati sotto la supervisione del ricercatore e progettista Alessandro Gagliardo, raccogliendo non solo cortometraggi e film, ma anche fotografie, testi, lettere, cataloghi, e materiali mai pubblicati prima. Tra questi, la registrazione inedita del monologo di Alessandro Baricco del 2003.
Un archivio vivo
A rendere l’iniziativa ancora più innovativa è il modello partecipativo: gli utenti potranno registrarsi, creare profili personali, commentare, inserire parole chiave, costruire playlist tematiche, e perfino contribuire attivamente alla costruzione della memoria collettiva del cinema indipendente italiano. La piattaforma sarà affiancata da una wiki ufficiale, alimentata dagli stessi utenti, per raccogliere informazioni e offrire nuovi sguardi critici sui film e sul Festival. Non si tratta solo di conservare, ma di alimentare un dialogo con le nuove generazioni e i futuri cineasti. Un archivio “in movimento”, proprio come il cinema che racconta: fluido, fuori dalle etichette, spesso sperimentale, sempre profondamente umano.
Fondato ufficialmente nel 1990, ma concepito già alla fine degli anni ’80, l’Archivio racconta più di tre decenni di ricerca cinematografica, durante i quali il Bellaria Film Festival è stato osservatorio privilegiato di storie marginali, linguaggi alternativi, identità invisibili. In archivio, oltre ai nomi già citati, troviamo anche Daniele Gaglianone, Alina Marazzi, Agostino Ferrente, Corso Salani, Antonio Rezza e Flavia Mastrella.
Onore alla memoria
“La tecnologia al servizio della conservazione e della valorizzazione della memoria”, ha dichiarato il Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni durante la conferenza stampa. “Una ricchezza unica che da oggi è a disposizione di tutti”. Il progetto è stato reso possibile anche grazie ai fondi Next Generation EU nell’ambito del PNRR, in collaborazione con il Circolo Cinematografico Linea d’Ombra, Hera, Romagna Acque e 4/Terzi APS. A ribadirne l’importanza è Filippo Giorgetti, Sindaco di Bellaria Igea Marina e presidente dell’Archivio: “Un traguardo prestigioso, che conferma il valore del nostro Festival, oggi alla sua 43esima edizione, come punto di riferimento assoluto per le produzioni indipendenti”.