giovedì, 12 Dicembre, 2024
Attualità

Papa Francesco: “La medicina al servizio della persona, sempre con vicinanza, compassione e tenerezza”

Oggi il Papa ha accolto nella Sala del Concistoro in Vaticano una delegazione del Dipartimento di Odontoiatria dell’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II”’, in occasione dell’ottocentesimo anniversario della fondazione dell’istituzione. Un traguardo storico che celebra l’eredità di una delle università più antiche del mondo, voluta da Federico II, imperatore svevo, per dare vita al primo studium generale nella città partenopea. Il Pontefice ha rivolto un discorso carico di riflessioni e ispirazioni, centrato sul ruolo della medicina come missione umana e spirituale, guidata da principi etici immutabili e uno “stile divino” di vicinanza e cura.

Un’eredità di sapere e responsabilità

“Questa ricorrenza vi impegna alla responsabilità”, ha esordito il Santo Padre, sottolineando il prestigio e l’importanza dell’Università Federico II, che per otto secoli ha formato generazioni di professionisti e intellettuali. Francesco ha lodato l’illustre tradizione clinica che questa istituzione incarna, ricordando il motto che la ispira: primum non nocere, secundum cavere, tertium sanare (“anzitutto non nuocere, quindi prenditi cura, infine guarisci”). Questo programma, ha evidenziato il Papa, mantiene una straordinaria attualità: “Non nuocere” significa non aggiungere sofferenze a chi già ne porta il peso; “prenditi cura” richiama l’azione evangelica del buon samaritano, che opera con vicinanza, compassione e tenerezza; infine, “guarisci” rappresenta la missione del medico che, come Gesù, allevia le sofferenze e restituisce speranza. Papa Francesco ha ricordato un episodio personale per illustrare quanto sia importante il rapporto umano nella pratica medica. “Quando, ventenne, mi hanno tolto parte di un polmone, quello che mi dava più forza era la mano degli infermieri che mi prendevano per mano dopo le punture. Questa tenerezza umana fa tanto bene”.

Lo stile di Dio, ha ribadito, si manifesta proprio in questa capacità di vicinanza e attenzione verso il paziente nella sua totalità, non riducendolo a una mera somma di sintomi o parti anatomiche da curare. “Non dimenticate: Dio è vicino, compassionevole e tenero. Sempre”.

Tecnologia e deontologia

Nel suo discorso, Francesco ha messo in guardia contro i rischi di una medicina che progredisce tecnologicamente senza rispettare i principi deontologici. La dignità umana, ha sottolineato, deve essere sempre al centro dell’agire medico. “La medicina non deve prestarsi agli interessi del mercato o dell’ideologia, ma essere sempre dedicata al bene della vita nascente, sofferente e indigente”. Nessuna vita può essere considerata inutile o scartabile. “Curare sempre!”, ha esclamato il Papa. Anche nei casi più difficili o senza speranza di guarigione, il compito del medico è quello di accompagnare il paziente fino alla fine, con umanità e dedizione.

“Vi esorto a coltivare una scienza che sia sempre al servizio della persona”, ha detto Francesco rivolgendosi ai medici presenti, riconoscendo il loro lavoro come una vocazione che coniuga competenza tecnica e valori etici. La medicina, secondo il Papa, è una professione che trova la sua massima espressione quando si dedica alla cura della persona nella sua totalità, rispettandone la dignità in ogni momento della vita. Il Pontefice ha anche lodato il contributo formativo dell’Università di Napoli, che dopo otto secoli continua a “fare scuola”, rinnovando l’eccellenza della tradizione medica e accademica italiana.

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