sabato, 4 Maggio, 2024
Economia

Spesa militare nel mondo oltre 2,4 trilioni di dollari. Zuppi: serve la pace

Blinken andrà in Cina. A San Pietroburgo summit tra Russia, Iran, Brasile e India

Un dato scioccante: la spesa militare globale ha raggiunto il massimo storico mai visto prima; 2,4 trilioni di dollari. Lo rende noto un nuovo rapporto dello Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma (Sipri). Secondo il Sipri la spesa militare è aumentata in tutto il mondo con incrementi particolarmente consistenti in Europa, Medio Oriente e Asia. Dato che racconta di quanto sta accadendo nel mondo e perciò “bisogna trovare una soluzione: nella pace vincono tutti, con la guerra perdiamo tutti” ha commentato il cardinale, presidente della Cei, Matteo Zuppi, che ha aggiunto: “c’è bisogno di una convergenza internazionale a partire dall’Europa, che ha nelle sue radici il superamento del conflitto col dialogo. E dalla Cina, che si sta adoperando molto e che credo voglia svolgere un ruolo importante considerata la sua importanza”. E proprio a Pechino sarà il Segretario di Stato americano Antony Blinken dal 24 al 26 aprile “per discutere una serie di questioni bilaterali, regionali e globali tra cui la crisi in Medio Oriente, la guerra della Russia contro l’Ucraina, le questioni sullo stretto di Taiwan e il Mar cinese meridionale”.

Armi nucleari in Polonia?

La spesa militare “è ai massimi storici e per la prima volta dal 2009 abbiamo visto un aumento in tutte e cinque le regioni geografiche”, ha spiegato il ricercatore Nan Tian, che ha contribuito a redigere il rapporto Sipri. Una spesa aumentata del 6,8% nel solo 2023 e frutto, soprattutto, del proseguimento della guerra in Ucraina e di scelte di “tutta una serie” di paesi europei, ha specificano Tian. Secondo le stime del Sipri, solo Mosca ha aumentato la spesa del 24% raggiungendo i 109 miliardi di dollari nel 2023. L’aumento della spesa militare comporta l’aumento del rischio di escalation e di guerre sempre più estese. Così come il proliferare di dichiarazioni spesso incontrollate. In Polonia si è acceso uno scontro tra il premier Donal Tusk e il Presidente Andrzej Duda dopo che quest’ultimo ha affermato che il Paese è pronto a “ospitare armi nucleari.” Tusk detto di non saperne niente e ha chiesto di “conoscere le circostanze che hanno portato il Presidente a dichiarare” una cosa simile.

Lavrov: la “troika” provoca

E su questo tema è intervenuto anche il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov: “gli occidentali vacillano pericolosamente sull’orlo di uno scontro militare diretto tra potenze nucleari, che sarà carico di conseguenze catastrofiche” e ha aggiunto che la “troika” degli stati nucleari occidentali, Regno unito, Stati uniti e Francia, “è tra i principali sponsor del regime criminale di Kiev”, paesi promotori “di varie misure provocatorie” che vanno dritte verso “un aumento del rischio nucleare”. E a San Pietroburgo, nei prossimi giorni, è previsto un Consiglio di sicurezza al quale partecipano massimi rappresentanti di Russia, Brasile, Sudafrica, Cina, India e Iraq.

L’esercito tedesco si riarma

A briglia sciolta anche i militari che prendono pubblicamente la parola: “la Bundeshwer deve esercitarsi come in tempi di emergenza, come in guerra” ha dichiarato il capo di stato maggiore delle Forze Armate tedesche, il generale Carsten Bauer, durante una conferenza stampa a Berlino. “Dobbiamo esercitarci a reagire in modo rapido ed efficace”, facendo riferimento alle esercitazioni “Quadriga” della Nato. Breuer ha sottolineato che le esercitazioni “avranno un impatto sulla vita quotidiana in Germania”, ma è importante che “soprattutto in questi tempi, che la Bundeswehr continui a esercitarsi, esercitarsi, esercitarsi e esercitarsi ancora”.

L’Ue: sì sanzioni, no Patriot

Un freno, invece, lo ha tirato il Consiglio europeo degli Affari esteri, ieri, in Lussemburgo, dove gli stati membri Grecia, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Spagna e Svezia, che dispongono dei sistemi di difesa aerea Patriot chiesti con urgenza dall’Ucraina, non hanno preso impegni su eventuali forniture. Una riluttanza dovuta al timore di sguarnire le difese aeree nazionali, contestata però da Kiev. Finora, solo la Germania ha promesso una batteria supplementare di Patriot, dopo che, tra l’altro, uno dei due sistemi nella disponibilità di Kiev è stato distrutto dai russi. In Europa c’è l’accordo politico per inasprire “l’attuale regime di sanzioni sui droni” contro l’Iran “per coprire i missili e il loro possibile trasferimento alla Russia”. Mentre negli Stati Uniti alcuni deputati repubblicani hanno chiesto le dimissioni dello speaker del loro partito, Mike Johnson, che è riuscito a far approvare lo stanziamento dei 95 miliardi di dollari di aiuti all’Ucraina, Israele e Taiwan, spaccando proprio il partito Repubblicano tra favorevoli e contrari.

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