venerdì, 3 Maggio, 2024
Attualità

Invasione di cibo straniero, agricoltori al Brennero per fermare il ‘Fake in Italiy’

Iniziativa della Coldiretti

Nell’ambito di una crescente preoccupazione per l’invasione di prodotti alimentari stranieri spacciati per italiani, migliaia di agricoltori della Coldiretti provenienti da tutte le regioni del Paese si preparano a lasciare le proprie aziende per presidiare il valico del Brennero. L’obiettivo è smascherare ciò che viene definito il ‘Fake in Italy’ a tavola, una pratica che non solo mina la salute dei consumatori ma mette a rischio il futuro dell’agroalimentare italiano. L’appuntamento è fissato per l’8 e il 9 aprile, con gli agricoltori che si riuniranno nell’area di parcheggio ‘Brennero’ lungo l’autostrada del Brennero, direzione sud (Austria-Italia), a partire dalle prime ore del mattino. La mobilitazione è guidata dal Presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, il quale ha sottolineato l’importanza di questa azione per la tutela del made in Italy. Durante l’operazione, gli agricoltori collaboreranno strettamente con le forze dell’ordine per verificare il contenuto dei tir, dei camion frigo e delle autobotti che attraversano il confine. Questo intervento è reso necessario dall’incremento degli arrivi incontrollati di alimenti dall’estero, i quali non rispettano le medesime regole di sicurezza e qualità dei prodotti nazionali. Una situazione che crea una concorrenza sleale per le produzioni italiane e provoca un crollo dei prezzi pagati agli agricoltori.

L’analisi del fenomeno

In occasione di questo presidio, la Coldiretti presenterà l’analisi del fenomeno ‘No Fake in Italy’, che includerà dati e statistiche dettagliate sulla portata dell’invasione di cibo straniero spacciato per italiano sul mercato nazionale. Questa mobilitazione degli agricoltori rappresenta un segnale chiaro di protesta e di volontà di difendere l’autenticità e la qualità dei prodotti italiani. Si tratta di un’azione concreta volta a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulle gravi conseguenze del dilagare del ‘Fake in Italy’ nel settore agroalimentare nazionale.

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