venerdì, 17 Maggio, 2024
Esteri

Trump fa causa ai fondatori di Truth Social

L’ex Presidente Donald Trump ha intentato una causa legale contro i cofondatori di Truth Social, accusandoli di cattiva gestione della piattaforma di social media. Un motivo per cui avrebbero dovuto essere privati delle loro quote azionarie nell’azienda, di recente quotata in borsa. I documenti giudiziari, presentati la scorsa settimana in Florida, dalla Trump Media & Technology Group Corp. lamentano una serie di gravi errori da parte dei dirigenti Wes Moss e Andy Litinsky, che hanno causato notevoli ritardi nel processo di quotazione, e chiedono al giudice di revocare le loro azioni in azienda. Moss e Litinsky, ex concorrenti del programma “The Apprentice” di Trump, gli avevano presentato il progetto di Truth Social dopo che il tycoon era stato escluso da Twitter, all’epoca della sommossa al Campidoglio del 6 gennaio 2021. “Moss e Litinsky hanno avuto un’opportunità straordinaria”, afferma la denuncia, sottolineando come abbiano cercato di sfruttare il momento favorevole legato a Trump. “Senza di lui, Truth Social non sarebbe stata realizzabile”, si legge nel testo della denuncia.

La querela

La querela sostiene che Moss e Litinsky avrebbero dovuto instaurare una corretta governance aziendale e individuare una Special Purpose Acquisition Company per portare l’entità in borsa e finanziarla, ma non avrebbero assolto a tali incarichi.
La causa è stata depositata il 24 marzo, in seguito all’approvazione degli azionisti di Digital World Acquisition Corp. per la fusione con Trump Media & Technology Group, ora rinominata Trump Media, di cui Trump è il principale azionista. Moss e Litinsky hanno a loro volta citato in giudizio la Trump Media presso la Delaware Chancery Court a febbraio, sostenendo che l’azienda stesse cercando di diluire la loro partecipazione aumentando il numero di azioni autorizzate da 120 milioni a 1 miliardo. Le azioni di Trump Media sono state negoziate a partire dal 26 marzo, con il prezzo che ha raggiunto i 79 dollari per poi scendere, chiudendo martedì a 51,60 dollari. La discesa segue la perdita netta di 58,2 milioni di dollari su un fatturato di 4,1 milioni di dollari segnalata dall’azienda nel 2023.

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