C’è sempre il tema della guerra nei pensieri del Papa che ieri, davanti a circa 20mila fedeli presenti in Vaticano per il tradizionale Angelus domenicale, ha chiesto alla comunità internazionale il disarmo nucleare: “È un dovere morale. Mettiamo questo in testa e questo richiede il coraggio da parte di tutti i membri della grande famiglia delle Nazioni, di passare dall’equilibrio della paura all’equilibrio della fiducia”. Le parole di Francesco risuonano proprio in occasione della seconda ‘Giornata internazionale per la consapevolezza sul disarmo e la non proliferazione’ in programma domani. “Quante risorse vengono sprecate per le spese militari?”, si è chiesto il Santo Padre.
Cessare il fuoco
Affacciato dal Palazzo Apostolico (dove non si è avvalso di collaboratori per la lettura a dimostrazione di un miglioramento dello stato influenzale), il Pontefice è tornato a chiedere, per il Medioriente, la fine delle ostilità: “Incoraggio a continuare i negoziati per un immediato cessate il fuoco a Gaza e in tutta la regione affinché gli ostaggi siano subito liberati e tornino dai loro cari che li aspettano con ansia e la popolazione civile possa avere accesso sicuro ai dovuti e urgenti aiuti umanitari”, ha detto, ricordando di come le migliaia di morti, di feriti, di sfollati, le immani distruzioni, causano dolore e questo con conseguenze tremende sui piccoli e gli indifesi che vedono compromesso il loro futuro: “Mi domando: davvero si pensa di costruire un mondo migliore in questo modo? Davvero si pensa di raggiungere la pace? Basta per favore”. Non è mancato un pensiero per la martoriata Ucraina, “dove ogni giorno muoiono in tanti e dove c’è tanto dolore”.
Casa e mercato
Nell’omelia tenuta durante l’Angelus, il Papa ha affrontato il tema del contrasto tra la casa e il mercato, partendo dal passo evangelico in cui Gesù scaccia i mercanti dal tempio. Il Pontefice ha evidenziato la differenza tra due approcci diversi verso il Signore: quello mercantile, basato su transazioni e distanza da Dio, e quello domestico, caratterizzato dall’incontro e dalla condivisione. Nel tempio considerato come un mercato, ha spiegato Francesco, si cercano soluzioni superficiali e distanti con Dio: basta comprare un agnello e consumarlo sull’altare per sentirsi a posto. Al contrario, nel tempio inteso come casa, si cerca un rapporto personale e vicino a Dio, in cui si condividono gioie e dolori con i fratelli. Il Vescovo di Roma ha condannato il tentativo di trasformare il tempio in un luogo commerciale, dove l’adorazione diventa una transazione piuttosto che un’esperienza di comunione.
L’invito del Papa per il cammino quaresimale è stato chiaro: fare più spazio alla casa e meno al mercato nella nostra vita spirituale. Ha esortato i fedeli a pregare con fiducia e perseveranza, senza guardare all’orologio, e a diffondere la fraternità attraverso gesti concreti di aiuto e supporto reciproco. Ha sottolineato l’importanza di riflettere sulle proprie relazioni con Dio e con gli altri, chiedendosi se siamo disposti a dare senza aspettare il contraccambio e a rompere i muri del silenzio e delle distanze.