venerdì, 3 Maggio, 2024
Economia

Vendite al dettaglio in crescita, ma pesa il ‘caro prezzi’

Istat: “Potere d’acquisto delle famiglie indebolito”

L’Istituto nazionale di statistica ha registrato nel mese di novembre 2023 un aumento congiunturale delle vendite al dettaglio sia in valore (+0,4%) che in volume (+0,2%), grazie soprattutto all’andamento dei beni non alimentari. L’Istat, infatti, ha rilevato un aumento delle vendite dei beni alimentari in valore pari al +0,2% e una flessione delle vendite in volume pari al -0,2%, mentre le vendite dei beni non alimentari sono in aumento sia in valore che in volume rispettivamente del +0,4% e del 0,6%. Su base tendenziale l’Istat rileva una crescita del valore delle vendite, mentre prosegue la diminuzione dei volumi, seppur in modo più contenuto rispetto ai mesi precedenti. A novembre 2023, infatti, le vendite al dettaglio aumentano dell’1,5% in valore ma registrano un calo in volume del -2,2%. Le vendite dei beni alimentari crescono del 4,1% in valore ma diminuiscono del 2,0% in volume, mentre quelle dei beni non alimentari calano sia in valore (-0,3%) che in volume (-2,3%).

Gdo e commercio elettronico

Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, le vendite della grande distribuzione registrano l’aumento più marcato (+3,4%), seguite da quelle del commercio elettronico (+0,6%). In calo, invece, le vendite al di fuori dei negozi (-0,9%) e per il quinto mese consecutivo, quelle delle imprese operanti su piccole superfici (-0,3%). Nel trimestre settembre-novembre del 2023, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio calano sia in valore (-0,1%) sia in volume (-0,8%). Le vendite dei beni alimentari crescono in valore (+0,3%) e diminuiscono in volume (-0,5%) mentre le vendite dei beni non alimentari calano sia in valore (-0,6%) sia in volume (-0,7%). Per quanto riguarda i beni non alimentari l’aumento più consistente è segnato dai prodotti di profumeria, cura della persona (+5,0%), mentre il calo più consistente è registrato dagli Elettrodomestici, radio, tv e registratori che segnano un -4,1%.

Servono misure

“I dati diffusi da Istat relativi alle vendite al dettaglio del mese di novembre”, spiega Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione, commentando i dati Istat, “evidenziano un incremento tendenziale a valore del +1,5%, al quale corrisponde un calo a volume del -2,2%. Dopo un 2022 molto difficile, anche il 2023 è stato caratterizzato da una congiuntura economica complessa, influenzata da un elevato livello di inflazione. La crescita dei prezzi, che si è attenuata negli ultimi mesi, ha prodotto un indebolimento del potere d’acquisto delle famiglie, soprattutto quelle a reddito medio-basso, con un effetto negativo sui volumi di vendita. Nonostante alcuni segnali positivi registrati durante il periodo natalizio, per i prossimi mesi si prospetta ancora una situazione di forte incertezza, anche a causa di uno scenario geopolitico che desta preoccupazione e crea instabilità”.

Difendere il potere d’acquisto

“Con l’auspicio”, sottolinea il presidente di Federdistribuzione, “che la stagione dei saldi appena iniziata possa dare un impulso positivo ai consumi per alcuni settori merceologici del non alimentare, la domanda interna rimane debole. La Distribuzione Moderna, da parte sua, si impegnerà anche nel 2024”, promette Alberto Buttarelli, “nel difendere il potere d’acquisto delle famiglie, ma occorrono misure di lungo periodo a sostegno dei consumi e maggiore attenzione al sistema delle imprese. Dai consumi dipende la tenuta di tante filiere del Made in Italy e l’equilibrio economico del sistema Paese”.

Si sceglie il discount

A preoccupare, nonostante i dati dell’Istituto nazionale di statistica evidenziano una crescita delle vendite al dettaglio, sono l’inflazione e il caro prezzi. Nella proiezione annuale della Coldiretti sui dati Istat relativi al commercio al dettaglio emerge che gli italiani hanno speso nel 2023 circa 9 miliardi in più per mangiare meno e causa del caro prezzi hanno dovuto tagliare del 3,9% le quantità di cibi e bevande acquistate. “Una tendenza confermata dal fatto che volano gli acquisti di cibo low cost”, fa presente la Coldiretti, “con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +8,5% in valore, il più elevato tra gli scaffali del dettaglio. Il risultato dei discount evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo”.

L’effetto caro-prezzi

Sulle vendite al dettaglio si è espresso anche il Codacons sottolineando che “non si arresta l’effetto caro-prezzi, con la spesa delle famiglie fortemente influenzata dai rincari che si sono registrati nel corso del 2023. Anche a novembre le vendite registrano una riduzione in volume, con una contrazione su base annua del -2,2% a fronte di un aumento in valore del +1,5%. Se però si analizza l’andamento dell’intero 2023, ossia da gennaio a novembre, il volume delle vendite crolla complessivamente del -3,8%. Tradotto in soldoni questo significa che, al netto dell’inflazione e considerata la spesa per consumi delle famiglie, gli acquisti calano in volume in media di -1.197 euro su base annua a nucleo familiare solo nei primi 11 medi del 2023”.

Crescita zero, rischio imprese

“Vendite al dettaglio con segno positivo a novembre, ma la crescita è totalmente azzerata dall’inflazione”, commenta l’Ufficio Economico Confesercenti, “la stessa Istat registra, rispetto allo stesso mese del 2022, un incremento in valore dell’1,5% a cui corrisponde però una flessione in volume di 2,2 punti. Un calo che, secondo le nostre stime, corrisponde a circa 9 miliardi di euro di vendite effettive in meno in un anno per la distribuzione in sede fissa, di cui 5 miliardi persi dalle imprese operanti su piccole superfici”. “Nonostante il rallentamento dell’inflazione registrato negli ultimi mesi, nel 2023 l’aumento dei prezzi ha continuato ad avere un impatto rilevante sulle vendite. Una situazione pesante”, concl Confesercenti, “soprattutto per le imprese che operano su piccole superfici, che in 11 mesi hanno registrato un crollo in volume che stimiamo in -6,5 punti e che, come sottolinea anche Istat, registrano il quinto calo mensile consecutivo”, aggiunge la nota.

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