mercoledì, 1 Maggio, 2024
Società

La scomparsa di Domenico Romano Carratelli

È deceduto ieri sera, all’Ospedale di Vibo Valentia, l’Avv. On. Domenico Paolo Romano Carratelli (nato a Reggio Calabria, 2 febbraio 1941).
Esordì giovanissimo in politica come consigliere comunale e Sindaco di Tropea (1972-1975). Dal 1980 al 1995 è stato ininterrottamente Consigliere della Regione Calabria, ricoprendo ruoli di rilievo, da Assessore alla Cultura a Presidente del Consiglio Regionale.
Fu Deputato nella XIII legislatura (1996–2001), componente del Direttivo del Gruppo Parlamentare dei Popolari per l’Ulivo e Sottosegretario di Stato ai Lavori Pubblici nel Governo Amato 2.
Uomo di cultura e Deputato di Storia Patria è scopritore e proprietario di un formidabile manoscritto di fine ‘500, oggi noto come “Codice Romano-Carratelli”, che illustra con 99 acquerelli le fortificazioni costiere della Calabria Ulteriore, celebrato nel 2019 con l’emissione di un francobollo della serie “Il patrimonio artistico e culturale italiano”.
Il Direttore, la Redazione e tutti i collaboratori de La Discussione si uniscono nel dolore, stringendosi attorno alla moglie Teresa Saeli, capo delegazione del FAI di Vibo Valentia ed ai figli, Alessandro e Simona.

Mimmo l’amico appassionato

Con dolore devo dire di Domenico Romano Carratelli, l’amico Mimmo – “Micuccio” per i suoi concittadini tropeani, per i quali, benché sia trascorso quasi mezzo secolo, è sempre rimasto il giovanissimo Sindaco della incantevole città tirrenica – scomparso ieri, dopo una malattia manifestatasi soltanto negli ultimi due mesi.

La passione il suo tratto più evidente; la signorilità il suo naturale portamento.

Passione: non soltanto nella sua attività politica, affrontata con abnegazione, generosità e intelligenza e con rara sensibilità.

Ma anche passione nella sua naturale inclinazione verso il bello e nella capacità di godere delle espressioni artistiche. Quasi l’incarnazione del famoso verso di Keats, «a think of beauty is a joy for ever», per la sua capacità di andare in estasi davanti alle opere d’arte. Caravaggio il suo mito, al punto da avere avuto una residenza romana, durante gli anni in cui è stato parlamentare e membro del Governo Amato 2, a Via di Pallacorda: uno dei momenti per me più esaltanti la visita con lui alla mostra della Scuderia del Quirinale per i 400 anni del Maestro.

Con commenti ripresi mesi dopo – ma come se fossimo usciti dalla mostra romana due minuti prima –  nella sua residenza estiva nella campagna di Briatico, illustrando con orgoglio alcune opere dell’allievo Mattia Preti. Con me che, per la verità, ero innamorato della sua collezione di ceramiche di Gerace, certo le più belle e raffinate della Calabria. Che io, geracese di nascita (Locri era Gerace Marina), gli invidiavo sfacciatamente.

Ecco, la cultura, la passione bibliofila, la scoperta del manoscritto cinquecentesco, ormai noto col suo nome, Codice Romano Carratelli, sono stati la sua consolazione e la sua vita, dopo l’amara delusione dell’ultima competizione elettorale alla quale ha partecipato. Laddove, da un riconteggio completo delle schede elettorali del collegio, è risultato il più votato, ma ormai non proclamabile come eletto, perché l’accertamento era stato completato dalla Giunta delle Elezioni dopo la fine della legislatura: e vana è stata la battaglia legale per vedersi riconosciuta dallo Stato l’ingiustizia subita.

Vicenda dolorosa vissuta con grande dignità, in silenzio, che non ha neppure lontanamente scalfito il suo essere e la considerazione di chi lo conosceva.

Passione dell’uomo che si concretizza nell’amore per la vita e che emerge anche nelle cose più semplici.

Non si può dire di Mimmo, senza parlare del gusto – naturalmente raffinato, come tratto ovvio della sua eleganza – anche per la buona tavola.

Eccezionale la bottarga di tonno che Mimmo produceva personalmente per preparare la versione “super” della tropeana “pasta ammujcata”, con la bottarga al posto della mollica.

Irripetibili – e qui le lacrime non le freno – quei momenti di amicizia pura che abbiamo vissuti più volte in mezzo al mare di Tropea, noi due, soli: lui sulla spiaggetta del mio piccolo cabinato a vela, a pulire (mangiandone subito la metà) i ricci che aveva pescato, io a cucinare gli spaghetti bene al dente. Nella ghiacciaia non meno di due bottiglie di un ottimo bianco freddissimo.

E poi, all’ombra delle vele, un sonno ristoratore e benevolo: come l’eternità che lo attende, cullati dolcemente dal mare, nella visione di Tropea. Un paradiso in terra che a lui deve almeno un po’ della sua bellezza.

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