martedì, 30 Aprile, 2024
Sanità

Medici e infermieri: sciopero riuscito, lottiamo per una sanità migliore

Anaao-Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up: riscrivere le priorità del Ssn e riconoscere il nostro ruolo

“Adesioni fino all’85%. E non finisce qui”. Lo dicono e lo promettono i sindacati e le Confederazioni dei medici e degli infermieri, che ieri hanno scioperato per 24 ore con sit in in molte città. Secondo una prima stima per effetto del blocco sono saltate 1,5 milioni di prestazioni sanitarie. Una astensione dal lavoro che ha raggiunto punte altissime. “Dalle Regioni stanno arrivando percentuali di adesione molto alte fino all’85% allo sciopero nazionale dei medici, dirigenti sanitari e infermieri, al netto dei contingenti minimi obbligati a rimanere in servizio per garantire le urgenze”, sostengono con soddisfazione Pierino Di Silverio, segretario Nazionale Anaao Assomed, Guido Quici, presidente Cimo-Fesmed e Antonio De Palma, presidente Nursing up.

Soddisfatti della protesta

“Desideriamo ringraziare tutti i medici, i dirigenti sanitari, gli infermieri, le ostetriche e gli altri professionisti sanitari che hanno dimostrato, con questa alta adesione, di aver compreso e condiviso le ragioni della protesta”, dicono i promotori dello sciopero, “Certo, siamo consapevoli di aver creato disagi ai cittadini, ma siamo assolutamente convinti che grazie a queste iniziative si possano porre le basi per creare migliori servizi proprio per quanti usufruiscono del servizio pubblico”.

Sciopero per i diritti

Le sigle sindacali e dei dirigenti medici sottolineano come la loro protesta sia scaturita dal disinteresse verso le loro proposte e ragioni. “Abbiamo sperato fino all’ultimo”, commenta Pierino Di Silverio, segretario dell’Anaao Assomed, “di trovare interlocutori più attenti e sensibili alle nostre proposte. E invece siamo stati costretti a ricorrere allo sciopero per vedere riconosciuti diritti sacrosanti di ogni medico e dirigente sanitario italiano”.

Riscrivere le priorità

La proposta dei sindacati e Associazioni dei medici appare semplice e diretta. “Vogliamo entrare nell’agenda sociale e politica del Paese con proposte innovative e soluzioni condivise, sollecitando la riscrittura delle priorità”, chiede Di Silverio, “che riconosca ai problemi della nostra categoria il diritto di avere soluzioni chiare e positive”.

Condizioni di lavoro insostenibili

“Siamo stanchi, delusi e arrabbiati per la totale mancanza di rispetto nei confronti”, polemizza Di Silverio, “di una intera classe professionale e la grande partecipazione in tutta Italia allo sciopero e alle manifestazioni ne è la dimostrazione. Non è solo questione di soldi, ma di condizioni di lavoro inumane che non riusciamo più a sostenere”, fa presente il leader dell’Anaao Assomed, “le nostre parole d’ordine sono poche e chiare: uscire dalla PA riconoscendo per i medici e dirigenti sanitari la categoria speciale, depenalizzare l’atto medico, finanziare adeguatamente il contratto, detassare parte dello stipendio. E con queste parole d’ordine continueremo la nostra battaglia, domani e nei giorni a venire perché lavorare con dignità, sicurezza e tranquillità, questa sì è la nostra missione”.

Il movimento di protesta

“Il successo dello sciopero è indicativo del disagio dei medici”, puntualizza Guido Quici, presidente della Federazione Cimo-Fesmed, “negli ospedali di tutta Italia sta montando un grande movimento di protesta che non si esaurirà con la manifestazione di oggi: questo sciopero è solo l’inizio di un percorso volto a difendere la sanità pubblica, tutelare il diritto alle cure dei cittadini e valorizzare i professionisti della salute”.

L’impegno dei medici

“I medici”, prosegue Guido Quici, “si sono sempre fatti in quattro per garantire la migliore assistenza possibile, e sono stati ripagati con una manovra che li deruba delle loro pensioni e che riserva briciole al rinnovo dei loro contratti e al finanziamento del Servizio sanitario nazionale. Intanto però si sovvenziona la sanità privata, interessata solo ai propri profitti, considerando che Aiop non rinnova il contratto dei propri medici dipendenti da 18 anni. Davanti a tutto questo”, conclude l’esponente della Federazione Cimo-Fesmed, “per troppo tempo siamo stati in silenzio, e abbiamo sbagliato. Adesso è tempo di far sentire forte e chiara la nostra voce, e di dire basta al definanziamento della sanità”.

Infermieri non valorizzati

“Attraversiamo un frangente storico molto delicato per la sanità italiana”, spiega per gli infermieri, le ostetriche e le altre professioni sanitarie ex legge 43/2006 Antonio De Palma, presidente Nursing Up, “Sono in pericolo la qualità dei servizi, l’accesso alle cure, e la stessa gestione del sistema, seriamente compromessa dalla grave carenza di alcuni degli attori principali, cioè i professionisti infermieri. Questa carenza ha una causa ben precisa, e si chiama ‘mancata valorizzazione’, perché è a causa delle scarse prospettive contrattuali, che i giovani rifiutano di intraprendere percorsi formativi per diventare professionisti dell’assistenza.
È il momento di far sentire forte la nostra voce, e lo sciopero rappresenta, così come le manifestazioni di protesta, lo strumento che abbiamo scelto per raccontare ai cittadini il nostro crescente disagio.
Non siamo disponibili ad accettare, senza lottare con tutte le nostre forze, che vengano messe le mani sulle nostre pensioni, ci riferiamo al discusso articolo 33 della bozza della Legge di Bilancio.
E non accetteremo sommessamente, che il governo faccia melina sulla individuazione e finalizzazione delle risorse da destinare agli infermieri e ai professionisti sanitari ex legge 43/2006: sono necessarie e vanno individuate, integrando e finalizzando, a monte, una parte delle risorse destinate alla contrattazione.

Professionalità e contratti autonomi

“Da tempo”, ricorda Antonio De Palma, “chiediamo l’istituzione di un’area contrattuale autonoma nella quale inserire le nostre professionalità. È arrivato il momento che la politica finalmente riconosca, con azioni concrete, le nostre specificità professionali”, conclude il presidente Nursing Up, “perché è evidente, che dare risposte certe ai professionisti della sanità, significa tutelare lo stato di salute di tutta la collettività, alla quale noi dedichiamo, ogni giorno, il nostro impegno, le nostre competenze, le nostre qualità umane”.

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