Ascoltare le imprese (quelle associate e quelle no) è l’iniziativa di Confindustria che rende noti i risultati dell’effetto Coronavirus sul mondo imprenditoriale.
“Il carattere umanitario dell’epidemia da Covid-19 resta di gran lunga l’aspetto più urgente da trattare, ma purtroppo non l’unico”, rivela il centro studi di Confindustria: “gli imprenditori hanno da subito manifestato forte preoccupazione per la diffusione dell’epidemia in Cina e in modo molto più marcato dopo la scoperta di focolai in Italia”.
Confindustria ha così avviato un’indagine con un questionario online per ascoltare le imprese italiane (associate e non). “L’elevato grado di preoccupazione ha fatto sì che la partecipazione all’indagine sia stata molto elevata”, sottolinea la nota confindustriale, “ad oggi hanno risposto oltre 5.500 imprese”. Dal punto di vista tecnico l’analisi si basa su più di 4 mila risposte, che si riducono a 3.171 dopo la pulizia dei dati. “Il clima emergenziale”, fa sapere Confindustria, “ha anche influito sulla composizione del campione che, per sua natura, non può considerarsi statisticamente rappresentativo della popolazione di imprese italiane ma altamente indicativo di come venga percepita l’emergenza stessa su scala territoriale e settoriale”.
Primo risultato dell’indagine è la conferma che la diffusione del Covid-19 in Italia abbia relegato del tutto in secondo piano le già di per sé molto gravi problematiche legate all’epidemia in Cina.
Più in particolare, dall’analisi dei risultati emerge che il 65% dei rispondenti ha registrato impatti sulla propria attività a causa della diffusione del Covid-19 in Italia. La percezione è stata più alta della media in Lombardia e Veneto, dove si è attestata intorno al 70%.
“L’impatto è risultato pervasivo per le attività di alloggio e ristorazione, dove il 99% dei rispondenti ha segnalato di aver subito effetti negativi, nonché per tutte le attività legate ai servizi di trasporto”, spiega Confindustria, “Per la manifattura, il 60% delle imprese intervistate ravvisa degli effetti negativi, con problemi più evidenti per il settore dell’abbigliamento e della lavorazione dei pellami, della chimica e dell’elettronica”.
La diffusione del Covid-19 in Italia ad oggi sta causando soprattutto danni relativi al fatturato delle aziende, come indicato dal 27% dei rispondenti; più esiguo (6%) il numero dei rispondenti che hanno subito solo effetti legati al danno degli input produttivi, anche se va detto che quasi il 20% dei rispondenti ha sperimentato problemi di entrambi i tipi.
Per quanto riguarda l’entità del danno relativa al fatturato, oltre al 35% delle imprese che hanno partecipato all’indagine non hanno subito danni, ce ne sono circa il 25% che ritiene di avere subito impatti trascurabili o gestibili attraverso piccoli aggiustamenti del piano aziendale. Il 17% delle imprese ravvede invece che i danni siano stati significativi perché implicheranno la riorganizzazione del piano aziendale. C’è circa un 10% delle imprese che già teme di non poter raggiungere gli obiettivi per l’anno in corso se non addirittura di dover ricorrere a ridimensionamenti della struttura aziendale. Data l’elevata incertezza, conclude Confindustria, molte imprese non si sentono ancora di poter rispondere.