Dopo lo sciopero dei mezzi pubblici oggi sono i tassisti aderenti all’Usb (Unione Sindacale di Base) a incrociare le braccia dopo l’approvazione da parte del Parlamento del Decreto-legge Asset, il quale introduce la possibilità di ampliare le licenze taxi fino al 20% di quelle attualmente in vigore. La causa scatenante dello sciopero è “il Decreto Asset che da la possibilità di rilasciare fino al 20% di nuove licenze taxi abrogando ogni norma che prevede una programmazione territoriale” spiega in una nota l’Usb. Lo stop alla circolazione delle auto bianche durerà fino alle ore 24 di oggi e questo potrebbe complicare notevolmente gli spostamenti in diverse città italiane.
Le nuove norme
Secondo la nuova misura i Comuni capoluogo di Regione potranno aumentare le licenze fino al 20% di quelle rilasciate attraverso un concorso straordinario con procedure burocratiche più brevi. I Comuni potranno inoltre rilasciare licenze aggiuntive a chi è già titolare di permesso taxi o noleggio con conducente in caso di aumento straordinario delle richieste legate a flussi turistici al di sopra della media stagionale o grandi eventi. Queste licenze avranno una durata temporanea o stagionale e possono essere prorogate fino a due anni.
Pochi taxi nelle città d’arte
La carenza dei taxi nelle città d’arte è un vero e proprio caso che va avanti da anni, divenuto ancora più evidente con la ripresa dei flussi turistici in tutta la Penisola dopo la dura fase della pandemia che ha colpito il nostro Paese. Secondo i dati dell’Autorità di Regolamentazione dei trasporti solo a Roma sono attive circa 7.770 licenze taxi, in una città che conta 4 milioni di abitanti, sommando studenti fuori sede, turisti e pendolari. Situazione peggiore a Milano dove si contano attive circa 4,800 licenze, in una città in continuo movimento. Le città dove si registrano il minor numero di licenze attive sono Napoli (2.400), Torino (1.500), Firenze (700). Bologna (700) e Palermo (appena 320), numeri lontani da quelli delle grandi capitali della Unione europea.