martedì, 30 Aprile, 2024
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Colloquio tra Giordania, Egitto e Iraq su de-escalation militare

Si sono svolti nelle scorse ore dei colloqui telefonici tra il re Abdullah II di Giordania, il presidente egiziano Abdel Fattah El-Sisi, e il primo ministro iracheno Muhammad Shiaa Al-Sudani riguardo alla possibilità di attuare una de-escalation militare nei tre Paesi mediorientali. Nel corso delle conversazioni i tre capi di Stato arabi hanno discusso delle ripercussioni dell’attuale escalation tra palestinesi e israeliani e le modalità per intensificare gli sforzi congiunti per ridurre le violenze nella regione. Durante i colloqui, secondo i due comunicati diffusi dalla casa reale giordana, il re Abdullah ha sottolineato al presidente egiziano “l’importanza di lavorare insieme per evitare l’aggravarsi della situazione tra palestinesi e israeliani, che avrà gravi ripercussioni su tutti gli sforzi di tregua globale e sulla sicurezza e stabilità della regione”.

“Intensificare gli sforzi congiunti”

Nel primo comunicato si legge che il re giordano ha sottolineato “la necessità di intensificare gli sforzi congiunti per ridurre la pericolosa escalation a Gaza e nei suoi dintorni, e di spingere entrambe le parti a esercitare moderazione, proteggere i civili e rispettare il diritto umanitario internazionale”. Il re ha affermato che è in corso “una comunicazione con i partner regionali e internazionali per discutere un’azione internazionale urgente per fermare l’escalation e proteggere la regione dalle conseguenze di un nuovo ciclo di violenza”. Il secondo comunicato afferma che il re Abdullah ha sottolineato al primo ministro iracheno Muhammad Shiaa Al-Sudani “la necessità di rafforzare il coordinamento arabo per fermare l’escalation a Gaza e dintorni e per sostenere il popolo palestinese nell’ottenere i propri diritti legittimi”. Inoltre, il comunicato ha sottolineato “la necessità di lavorare insieme per evitare di peggiorare la situazione tra palestinesi e israeliani”, affermando l’importanza “dell’autocontrollo, della protezione dei civili e del rispetto del diritto internazionale e umanitario”.

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