sabato, 7 Dicembre, 2024
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650 morti e 750 “dispersi“ nelle mani di Hamas. Tel Aviv pronta ad invadere Gaza, uccisi 400 miliziani

Giorgia Meloni chiama Netanyahu: solidarietà e fermo sostegno dall’Italia e dal Governo

Un bilancio di morti, persone prese ostaggio – tra soldati, donne, ragazzi, anziani e bambini – che sale con l’aggravarsi degli avvenimenti, delle testimonianze nuove e delle raccapriccianti scoperte. A 48 ore dall’aggressione di Hamas contro Israele si moltiplicano le immagini delle vittime sequestrate o uccise a freddo da parte dei miliziani di Hamas. Mentre la controffensiva di Tel Aviv su Gaza diventa più martellante, in attesa di un possibile invasione della Striscia.

Morti, ostaggi e dispersi

Ieri sera la conta era di 400 israeliani morti, di 2048 feriti di cui 20 in condizioni critiche e 330 gravi. Con le ore si è aggravato anche il numero dei “dispersi”: 750 israeliani messi sotto sequestro nei Territori controllati da Hamas. “L’ala militare di Hamas, le Brigate al Qassam”, citate da fonti locali, hanno fatto sapere che “gli ostaggi israeliani sono tenuti nei tunnel dell’organizzazione nella Striscia e in ‘case sicure’”.
Sul fronte palestinese di Gaza invece i morti sarebbero 313 e i feriti 1.990. L’esercito di Israele ha confermato di aver condotto 500 attacchi su Gaza e di aver ucciso 400 miliziani.

Meloni chiama Netanyahu

Ieri il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto una conversazione telefonica con il premier dello Stato d’Israele Benjamin Netanyahu, confermando la solidarietà dell’Italia e l’impegno del Governo. “Il premier”, spiega una nota di palazzo Chigi, “ha ribadito la piena solidarietà del governo italiano per gli attacchi subiti e la vicinanza ai familiari delle vittime, agli ostaggi e ai feriti”. “Il governo lavorerà con i partner internazionali per coordinare il sostegno. L’Italia”, conclude il documento, “è al fianco del popolo israeliano in questo difficile momento”.

La guerra è solo all’inizio

Il premier  Benjamin Netanyahu ieri pomeriggio ha ratificato la clausola di guerra, assumendo i poteri di comando. In mattinata, il primo ministro israeliano ha tenuto una valutazione della situazione con il Ministro della Difesa Yoav Gallant, il Capo di Stato Maggiore dell’Idf Herzi Halevi e altri leader della difesa. Nel frattempo le forze armate israeliane hanno reso noto di altri pesanti scontri a fuoco tra terroristi di Hamas e esercito di Tel Aviv in almeno cinque località del Sud del Paese: Ofakim, Kibbutz Magen, Kibbutz Beeri, Kibbutz Kfar Gaza e Kisufim. I residenti secondo le fonti di Tel Aviv sono rimasti barricati nelle case, mentre le forze israeliane non erano ancora riuscite a raggiungere tutti gli abitanti. Un situazione difficile aggravata dalle notizie emerse, per cui diversi gruppi di terroristi si sono mossi per le strade del sud del Paese in veicoli israeliani rubati.

Popolazione sotto attacco

A conferma di una situazione ad alto rischio per i cittadini israeliani e la notizia della  presenza di “due cellule dormienti” di Hamas. Miliziani pronti ad entrare in azione se i militari israeliani entreranno nella striscia di Gaza per un’operazione di terra. Il nuovo scenario è previsto in un report di fonti di Tel Aviv. Nel documento si sottolinea che nei territori del sud di Israele vicino alla Striscia di Gaza sarebbero presenti ancora alcuni gruppi di terroristi – più di una dozzina – e che tra gli ostaggi presi di Hamas, oltre a civili israeliani, ci sarebbero anche dei lavoratori asiatici. Il  gruppo di operai thailandesi, che si temeva fosse stato rapito è invece riemerso dal deserto dove aveva trovato rifugio.

I possibili nuovi fronti

Altri due elementi sono evidenziati a conferma che Israele sarebbe stato colto di sorpresa dall’attacco di Hamas. Il primo riguarda un possibile nuovo fronte di tensioni in Cisgiordania: si sottolinea che i coloni starebbero pensando di vendicarsi attaccando i cittadini palestinesi, con la possibilità concreta che il conflitto si estenda nell’area più orientale del Paese. Il secondo, invece, riguarda il fronte libanese. Al momento la possibilità che possa innescarsi un conflitto è legata ad un ulteriore deterioramento della situazione e alla possibilità che Hamas e la Jihad islamica subiscano gravi perdite.

Capi di Hamas nel mirino

Gli esperti danno inoltre per scontato che Israele tenterà di uccidere i leader delle due formazioni. Un punto riguarda l’Egitto: il Paese sarebbe pronto ad accogliere migliaia di palestinesi in fuga dalle zone di guerra. Mentre Hamas fa sapere di aver avuto “il sostegno dell’Iran” nell’attacco.

Il ruolo dell’Iran nel conflitto

La conferma anche se indiretta è arrivata da una notizia di fonte iraniana. Il presidente dello stato islamico Ebrahim Raisi, ha tenuto una telefonata con Ziyad Al-Nakhale, segretario generale del Movimento della Jihad Islamica, e Ismail Haniyeh, capo del movimento palestinese Hamas. Lo riporta l’agenzia iraniana Isna. Raisi ha parlato con entrambi in conversazioni separate “degli sviluppi” della situazione palestinese. I dettagli di questi colloqui non sono stati resi noti. In campo anche Hezbollah con colpi di artiglieria e di missili guidati dal Libanosu posizioni israeliani nella zona contesa delle Fattorie di Sheeba.

La controffensiva israeliana

Dall’inizio della operazione denominata “Spade di ferro” l’esercito di Israele ha condotto 500 attacchi su Gaza. L’obiettivo è di evacuare entro le prossime ore tutti i residenti delle cittadine vicino al confino con Gaza. Lo ha detto, citato dai media, il portavoce dell’esercito Daniel Hagari, che ha spiegato che ci sono ancora combattimenti a Kfar Aza dove i soldati stanno cercando di liberare gli ostaggi presi sul posto da Hamas.

Il Papa: fermare le armi

Da Roma. invece, ieri mattina è arrivato l’appello di Papa Francesco al termine dell’Angelus che è intervenuto su quanto sta accadendo in Israele. “Gli attacchi e le armi si fermino per favore, si comprenda che il terrorismo e la guerra non portano nessuna soluzione ma solo morte e sofferenza per tanti innocenti. Ogni guerra è una sconfitta. Preghiamo perché ci sia la pace in Israele e in Palestina”.
“Seguo con apprensione quanto sta avvenendo in Israele, dove la violenza è esplosa ancora più velocemente provocando centinaia di morti e feriti”, ha aggiunto il Pontefice, “Esprimo la mia vicinanza alle famiglie delle vittime, prego per loro e per tutti coloro che stanno vivendo ore di terrore e di angoscia”.

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