mercoledì, 1 Maggio, 2024
Energia

Transizione energetica: Enea nel progetto Ue ‘Entrances’v

Il progetto europeo Entrances ha visto la partecipazione di 12 Paesi Ue e di 14 partner, tra cui ENEA e Conoscenza e Innovazione (K&I) per l’Italia e l’Università di La Coruña (Spagna) nel ruolo di coordinatore. L’obiettivo di Entrances è quello di analizzare le sfide che le regioni con elevate emissioni di anidride carbonica debbono affrontare per la transizione energetica, sia dal punto di vista tecnologico che socioeconomico.

Brindisi e Sulcis-Iglesiente

Nel contesto italiano sono stati esaminati due casi: la dismissione di due grandi centrali a carbone in provincia di Brindisi (analisi condotta da Enea) e la trasformazione degli ex siti minerari nel territorio del Sulcis-Iglesiente in Sardegna (analisi K&I). “L’obiettivo generale di Entraces è stato quello di sviluppare nuove conoscenze sugli aspetti sociali della transizione energetica nelle Regioni coal and carbon-intensive e formulare raccomandazioni per la gestione di tale transizione”, spiega Nadia Cerone, ricercatrice del Laboratorio di Processi termochimici per la valorizzazione di biomasse, residui e rifiuti, che coordina il progetto per ENEA. “Insieme ai colleghi abbiamo condotto indagini a Brindisi dove oltre 30 anni fa sono stati costruiti una centrale a carbone e degli impianti chimici con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo del Mezzogiorno”, aggiunge. “La crescita economica del territorio è andata di pari passo alla decrescita dell’agricoltura e del turismo e la conseguente comparsa di forti tensioni dovute al mancato coinvolgimento del territorio locale nei processi decisionali strategici per il proprio sviluppo”, conclude.

L’emigrazione dei giovani

La chiusura della centrale di Brindisi Est a fine 2012 e il graduale phase out della centrale di Brindisi Sud, prevista entro il 2025, hanno avuto un impatto negativo sui lavoratori dell’impianto e sulle attività ad esso collegate, oltre che su tutte le attività portuali. Dalle analisi socioeconomiche, condotte utilizzando le fonti ufficiali (ISTAT ed EUROSTAT) e dalle attività in campo (indagini ad hoc, focus group, interviste in profondità), è emerso che la mancanza di nuove opportunità di lavoro ha accelerato l’emigrazione dei giovani dalla Regione portando, di conseguenza, a un progressivo processo di invecchiamento con relativa decrescita della popolazione (dal 2001 al 2020 la popolazione della provincia di Brindisi è diminuita di 19 mila unità), con ripercussioni su tutto il tessuto socio-economico (a Brindisi il PIL pro-capite è cresciuto meno di quello nazionale e a livello di UE28). È cambiata altresì la configurazione socioculturale della regione e il territorio di Brindisi si è trovato esposto a profonde tensioni, conflitti, impasse e dipendenze per una non chiara alternativa allo sviluppo industriale.

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