mercoledì, 1 Maggio, 2024
Lavoro

Firmato il contratto dei medici, 290 euro in più e 10mila di arretrati

Schillaci e Zangrillo: anche così si rilancia il comparto sanitario

Firmato il contratto per circa 134.600 dirigenti medici, veterinari, sanitari e delle professioni sanitarie dell’Area dirigenziale della Sanità. 120.000 dirigenti medici e 15.000 dirigenti sanitari non medici. Il contratto riconosce aumenti del 4,5 per cento corrispondente a un aumento in busta paga di 290 euro al mese.

Gli arretrati a fine 2023 arrivano anche a 10.700 euro. La firma, tra Aran e Sindacati, viene dopo quattro anni di trattative e di modifiche delle normative del settore. Il contratto riformula in modo completo la parte che riguarda le relazioni sindacali, dell’informazione, sia preventiva sia consuntiva, nonché le materie di confronto (aziendale e regionale); ampliate su pronta disponibilità e guardia, alla riduzione del rischio clinico, alle misure concernenti la salute e sicurezza del lavoro. Eliminato il servizio esterno per gli ospedali e presidi ospedalieri che alimentava il fenomeno dei medici globetrotter. Si è proceduto, anche alla luce delle attuali condizioni del Servizio sanitario nazionale, con la riscrittura dell’orario di lavoro. Nell’accordo anche la disciplina del lavoro agile e del lavoro da remoto.

Schillaci e Zangrillo: risultato importante

“Risultato importante”, ha commentato il ministro della Salute, Orazio Schillaci. “È un punto di arrivo ma anche di partenza. Per mettere fine al grave ritardo accumulato negli ultimi anni il Governo Meloni si era impegnato da subito ad accelerare il rinnovo contrattuale del comparto sanità 2019-2021 e personalmente ho assicurato ai sindacati il pieno sostegno alle giuste aspettative dei lavoratori”, ha detto il ministro. Schillaci ha ribadito che va “rilanciato il comparto sanitario pubblico” e che vanno rese “più attrattive” le professioni sanitarie. Sulla firma è intervenuto anche il ministro Paolo Zangrillo che ha sottolineato come con la firma del nuovo contratto si restituisce “valore ad un settore, quello della salute pubblica, che soprattutto in questi anni difficili ha saputo dimostrare grande professionalità e dedizione, fino al sacrificio della vita, garantendo la tenuta del nostro Sistema Sanitario Nazionale”.

Sindacati: negoziato lungo e difficile

“Questa firma”, dichiara Luigi Sbarra, segretario della Cisl, “è arrivata dopo un negoziato lungo e difficile che premia l’impegno al tavolo per molti mesi della Cisl Medici e della nostra confederazione”. “Questo è un contratto importante”, ha aggiunto, “perché sono stati raggiunti risultati significativi su alcuni aspetti come ad esempio l’orario di lavoro, mettendo così fine all’abuso di orario non contabilizzato né retribuito; sono stati stabiliti tempi certi per il conferimento degli incarichi al compimento dei 5 anni di servizio; è stato fissato il numero massimo di guardie e reperibilità nel rispetto delle norme sulla sicurezza, così come è stata eliminata la norma che prevedeva il dimezzamento dell’indennità di esclusività in caso di part-time.” Fp Cgil altrettanto soddisfatta, ma immediatamente rilancia e chiede che “ora si apra subito la trattativa sul contratto dei medici 2022/24.” “E’una prima restituzione di diritti e salario, ma chiediamo risposte nella legge di bilancio.” Per questo, afferma Andrea Filippi, segretario medici e dirigenti Ssn di Fp Cgil, “saremo in piazza il 7 ottobre e siamo pronti alla mobilitazione”.

Aran: bel risultato per qualità lavoro

Per il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo. Il contratto sottoscritto da tutte le organizzazioni sindacali, “è un bel risultato che segna un importante passo avanti per quanto riguarda il miglioramento delle condizioni di lavoro.” “E’ stato sancito il diritto del dipendente a recuperare le eventuali ore che si fanno in più. Le ore vanno necessariamente recuperate. Abbiamo sancito dunque che non c’è un orario di lavoro illimitato.

Questo aspetto non chiaro – ha detto Naddeo – ora si è trasformato in un diritto chiaro.” L’attenzione ora è già rivolta al prossimo contratto 2022-24: i sindacati chiedono che si apra subito la trattativa ponendo fine alla prassi di firmare contratti scaduti da anni, ma le risorse non ci sono, affermano le organizzazioni mediche. Naddeo su questo ha spiegato che “il ministro dell’Economia Giorgetti ha dichiarato che ci saranno le risorse per il rinnovo dei contratti del Pubblico impiego 2022-24. Dobbiamo aspettare e vedere le risorse in legge di bilancio. Siamo fiduciosi”.

Le associazioni: ottenuto il massimo

L’Anaao Assomed, tramite il segretario nazionale Pierino Di Silverio, plaude all’accordo, ma anche nota che ci si è mossi “in un quadro economico e normativo che penalizza la categoria con norme ormai vetuste che ingabbiano e limitano ogni possibilità di manovra.” “Abbiamo ottenuto il massimo che si potesse ottenere”, ha aggiunto il presidente di Fvm, Federazione veterinari medici e dirigenti sanitari, Aldo Grasselli. “La firma di questo contratto porta nelle buste paga la rivalutazione degli stipendi relativa all’inflazione del triennio 2019-2021 (ma oggi è perlomeno raddoppiata) e, soprattutto, porta molte innovazioni e puntualizzazioni normative che si erano manifestate necessarie per superare le inefficienze del contratto vigente.” Infine il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli, commenta dicendo che il contratto è ancora “in una cornice normativa ancorata al passato, che non lascia ampio spazio di manovra. Contiene tuttavia importanti elementi di novità, come il riconoscimento delle ore di straordinario oltre il tetto, che sinora andavano perse, del diritto al riposo, lo sblocco delle carriere, la definizione di regole certe per l’impiego degli specializzandi. Agisce, in altre parole, non solo sul versante economico, ma sul miglioramento delle condizioni di lavoro. Possiamo dire che le parti – conclude Anelli – i Sindacati medici e il presidente Aran, Antonio Naddeo hanno fatto un buon lavoro”.

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