mercoledì, 1 Maggio, 2024
Esteri

Vaticano, nel 2022 versato al Fisco 9 milioni di tasse

servilloGestione del patrimonio Santa sede, l’indicazione del Papa: “investimenti da vedova”

La Chiesa cattolica, nel 2022, ha versato all’Italia, attraverso l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (Apsa), in forma diretta ed indiretta, imposte per più di 6 milioni di euro per Imu e circa 3 milioni di euro per Ires. Di cui, per la sola Apsa, 4,65 milioni per Imu e 2 milioni per Ires. L’utile è stato di 32,27 milioni di euro, cifra esattamente corrisposta alla Curia Romana, pertanto il risultato economico è pari a zero, secondo le disposizioni condivise con la Segreteria per l’economia del Vaticano.  

Gestiti 1 miliardo e 777 milioni

Il patrimonio netto è aumentato di circa 1 miliardo e 866 milioni di euro, rispetto al 2021 e ammonta a poco meno di 3 miliardi di euro. Gli investimenti finanziari gestiti ammontano a circa 1 miliardo e 777 milioni di euro, e comprendono sia la gestione della proprietà che la gestione di terzi (Enti della Santa Sede o ad essa collegati). Il risultato della gestione mobiliare riscontra una perdita di 6,7 milioni di euro, rispetto a quello positivo realizzato nel 2021 di 19,85. Ciò ha portato a un deficit di 26,55 milioni di euro rispetto al 2021. Mentre il risultato della gestione del patrimonio immobiliare indica un incremento di 32 milioni rispetto al 2021 con un risultato positivo totale di oltre 52 milioni di euro. Così come sono cresciuti i costi di gestione da 10 a 13 milioni di euro. 

La trasparenza contro infondati sospetti

L’arcivescovo presidente dell’Apsa, Nunzio Galantino, nella lettera che accompagna il bilancio, scrive di “un’amministrazione che, come tutti, ha dovuto e continua a fare i conti con gli effetti della crisi pandemica e dall’incertezza derivante dai conflitti in atto”, ma ha richiamato “all’ambizione” di “fare chiarezza” in un ambito, quello dell’amministrazione e gestione del patrimonio della Chiesa, che necessita di “competenze”, “lealtà” e “trasparenza”. A questo proposito, l’arcivescovo sottolinea che “la trasparenza di numeri, risultati conseguiti e procedure definite è uno degli strumenti che abbiamo a disposizione per allontanare, almeno in chi è libero da preconcetti, infondati sospetti riguardanti l’entità del patrimonio della Chiesa, la sua amministrazione o l’adempimento dei doveri di giustizia, come pagamento di imposte dovute e di altri tributi”.

“Investimenti da vedove”

L’Apsa amministra beni mobili e immobili della Santa Sede non con l’obiettivo del profitto, ma in ordine “alla conservazione e consolidamento del patrimonio ricevuto” attraverso quello che Papa Francesco ha definito “investimenti da vedove”. Ovvero operazioni finanziarie a “contenuto tasso e a comprovato impatto sociale”. L’Apsa, infatti, dichiara di aver perseguito un’allocazione strategica “conservativa” del portafoglio investito: azioni di circa il 25%, con una “ridotta scadenza media del comparto obbligazionario di circa 4/5 anni e un elevato livello di liquidità precauzionale”. 

Programma “sfitti a rendere”

L’Apsa gestisce anche altre attività, nelle quali sono ricompresi i costi relativi al funzionamento dell’intera struttura, tra cui la Peregrinatio ad Petri Sedem. Nella relazione allegata al bilancio si fa riferimento al piano triennale promosso per ottimizzare i risultati e migliorare i metodi di lavoro (sono impiegate più di 90 persone), ristrutturare e valorizzare il patrimonio. In particolare, una volta raggiunti gli obiettivi, si calcola un beneficio di 55,4 milioni di euro. E’ previsto anche il programma “Sfitti a rendere” per ottenere la progressiva diminuzione delle unità immobiliari sfitte. Nei due maxilotti in cui si divide il progetto, si sono già ristrutturati 79 immobili che sono già in fase di commercializzazione. Per il secondo lotto, di 61 unità, è già partita la fase di ristrutturazione.

Patrimonio in Europa

Apsa gestisce il patrimonio immobiliare direttamente o tramite società interamente partecipate in Italia ed all’estero. In Inghilterra con 27 unità immobiliari. In Francia 752. In Svizzera 344, oltre a quello di altri Enti della Santa Sede. In Italia sono gestite 4.072 unità immobiliari. Tra queste 2.734 unità Apsa e 1.338 di altri Enti, suddivisi in 2.080 ad uso residenziale, 560 ad uso commerciale, 1.042 pertinenze e 390 a redditività ridotta. Tra queste il 69% a canone nullo, il 12% con canone agevolato e il 19% a libero mercato. La maggior parte del patrimonio (92%) è nella provincia di Roma, il 2% è collocato nelle province di Viterbo, Rieti e Frosinone, il restante 6% è al di fuori del Lazio. Per quanto riguarda Roma, la maggiore concentrazione riguarda le zone immediatamente adiacenti lo Stato Città del Vaticano con il 64% delle superfici che si trova nei rioni centrali, il 19% nei quartieri limitrofi ed il 17% nei quartieri periferici. 

L’Apsa da Paolo VI a Francesco

L’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica venne costituita da Paolo VI il 15 agosto 1967 con la Costituzione Apostolica Regimini Ecclesiae Universae. Con “Motu Proprio” nel 2014 e poi nel 2016 e nel 2020 Papa Francesco ha accorpato e trasferito tutte le funzioni di gestione del patrimonio mobiliare e immobiliare della Chiesa all’Apsa. In questo modo il Papa ha voluto la razionalizzazione dell’amministrazione e della gestione delle risorse disponendo che, con decorrenza dall’esercizio 2021, la titolarità dei fondi e dei conti bancari, degli investimenti mobiliari ed immobiliari, ivi incluse le partecipazioni in società e fondi di investimento, finora intestati alla Segreteria di Stato, fossero trasferiti all’Apsa, che ne curerà la gestione e l’amministrazione. Da allora l’Apsa provvede al sostentamento della Santa Sede assieme al Governatorato e allo Ior.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Le diete hanno un impatto ‘sorprendente’ sul sistema immunitario

Lorenzo Romeo

I Centri Anti Violenza assistono quasi 35mila donne, il 73% delle vittime

Maria Parente

Diesel Euro5, il Governo evita il blocco in Piemonte. Nuova data 2024

Antonio Gesualdi

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.