domenica, 28 Aprile, 2024
Società

Franco Lannino: il fotogiornalista che ha documentato le stragi di mafia

PALERMO 23.05.1992 – STRAGE FALCONE: LA PRIMA FOTOGRAFIA TRASMESSA IN CIRCUITO INTERNAZIONALE DALL’ANSA. © STUDIO CAMERA / FRANCO LANNINO

La storia di Franco Lannino photo reporter di altri tempi quando questa nobile professione era svolta nelle strade camminando per la vie del capoluogo siciliano cercando di trovare come diceva il celebre Enzo Biagi “La libertà dell’informazione che è come la poesia: non deve avere aggettivi, è libertà!”.
Lannino che con la sua immancabile macchina fotografica (compagna di una vita) ha raccontato per diversi anni la “guerra di mafia palermitana” ed ha esposto a Palermo nell’ultima mostra dal titolo “Macelleria Palermo” insieme a scatti del collega e socio – amico Naccari delle immagini che hanno fatto la storia del fotogiornalismo siciliano facendo conoscere all’opinione pubblica italiana e internazionale le storie di mafia che hanno offuscato negativamente le vere bellezze della società siciliana. Per gli amici Franco (Francesco Paolo all’anagrafe) nasce a Palermo nel 1959, si diploma da perito elettronico nel 1977 e dopo il secondo anno di Geologia molla tutto per seguire la sua passione: la fotografia. Va in bottega presso una Agenzia fotografica, la Publifoto di Palermo, lascia e si mette in proprio fondando assieme a Michele Naccari e Salvo Fundarotto (che lascerà  dopo nove mesi) la propria agenzia nel 1989, Studio Camera.

STRAGE MAFIA: LA BORSA DI BORSELLINO. ©STUDIO CAMERA/FRANCO LANNINO

Comincia in esclusiva a lavorare per conto del glorioso Giornale “L’Ora” di Palermo. Dopo la chiusura definitiva de “L’Ora” che avvenne nel maggio del 1992, lavora per il Giornale di Sicilia, per La Sicilia, per La Repubblica e per l’Ansa nazionale. Fa accordi di collaborazione con una importante agenzia di distribuzione milanese, la “Giacominofoto” e sulla piazza di Roma con “l’Olympia”. Ha pubblicato migliaia di fotografie di qualsiasi genere su famose testate quotidiane (Corsera, La Repubblica, La Stampa) e rotocalchi nazionali (Epoca, Panorama, l’Espresso, ecc.) ed internazionali (Der Spiegel, Stern, Clarin, Time, New York Times ecc.). Ha documentato dal 1981 due guerre di mafia e tutte le stragi volute da “Cosa Nostra”e capillarmente sin dagli albori il fenomeno dell’immigrazione clandestina dall’Africa attraverso quella “porta d’Europa” che è l’isola di Lampedusa.

Attualmente la sua agenzia possiede l’archivio visivo di mafia più fornito del mondo, avendo negli anni acquisito i diritti di altri fotografi ed agenzie che prima di lui si sono occupati di mafia in Sicilia.
Da 27 anni svolge l’attività di fotografo di scena del Teatro Massimo di Palermo e continua la sua attività di denuncia ed informazione fotografica su altre piattaforme che non siano prettamente quelle giornalistiche, cercando nuovi spazi per star al passo con l’evolversi della fotografia applicata al fotogiornalismo. Da dieci anni dirige un rifugio per gatti abbandonati.
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