Putin vorrebbe ricostruire l’Impero sovietico ma finirà per trasformare la Russia in una parte minore dell’impero cinese che Xi sta pazientemente costruendo. L’alleanza tra Cina e Russia non sarà mai alla pari, data la sproporzione enorme che esiste tra le due economie e i diversi modelli di sviluppo. La Russia sarà il fornitore di energia a buon mercato per lo sviluppo cinese e garantirà la protezione col suo ombrello nucleare. La Cina sosterrà con flussi finanziari la fragile economia russa e la assocerà ai suoi piani di egemonia mondiale, come partner di serie B. È questo lo scenario che emerge dopo strette di mano, firme e sorrisi al Cremlino. Vista l’ostinazione dello zar, e la fermezza di Kiev e dei suoi alleati, della pace in Ucraina al leader cinese interessa poco o nulla. Anzi.
A conti fatti, più la guerra va avanti, più la Russia avrà bisogno vitale dell’abbraccio con la Cina. Pechino è disponibile a dare più di una mano all’amico russo, sapendo che non potrà oltrepassare la linea rossa degli aiuti militari.
La strategia cinese sembra dettata non dagli sbandierati ideali di pace e cooperazione internazionale ma da un meticoloso calcolo opportunistico che costringe Xi ad un difficile -e forse impossibile- gioco di equilibrio.
Da un lato Xi si sente più forte nel suo terzo mandato, perché ha la Russia sostanzialmente ai suoi piedi.
Dall’altro sa che non può fare a meno di intrattenere rapporti con l’Europa e anche con gli Stati Uniti.
Una feroce guerra commerciale dell’Occidente contro la Cina colpirebbe al cuore la crescita e indebolirebbe il regime comunista. Per questo Xi cerca di tenere il piede in due scarpe: da un lato chiama a raccolta i Paesi che sono fuori dall’orbita occidentale per diventarne il leader con la Russia in secondo piano; dall’altro sa che non può rompere del tutto con l’Occidente se non vuole mandare a gambe all’aria la Via della seta, il ricco interscambio commerciale e rischiare un blocco dello sviluppo tecnologico che finora si è basato sullo sfruttamento del know-how occidentale messo generosamente e stupidamente a disposizione di Pechino.
Ora però tocca all’Occidente non stare con le mani in mano e predisporre una risposta forte e lungimirante: la supremazia tecnologica è essenziale per tenere a bada il fronte delle dittature. Ma servirà unificare i mercati europeo e americano e avviar un forte politica di cooperazione con i Paesi che la Cina cerca di attrarre nella sua sfera di influenza.