venerdì, 26 Aprile, 2024
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Indagine Cgia. Superbonus 110%. 71.7 mld per il 3.1% degli edifici

In attesa del nuovo tavolo tecnico previsto dal Ministero dell’economia e finanze, sui crediti incagliati relativi al Superbonus 110%, la società Cgia di Mestre, realizza uno studio sulle criticità della misura ora bloccata dal Governo.

Spesi miliardi per pochi edifici

“Un bilancio sul Superbonus è in chiaro-scuro”, illustra l’Ufficio studi, dell’Associazione artigiani e piccole imprese, “A fronte di 372.303 asseverazioni depositate entro il 31 gennaio scorso, lo Stato, con il cosiddetto 110 per cento, dovrà farsi carico di una spesa di 71,7 miliardi di euro”. C’è inoltre un dettaglio, per lo più passato sotto silenzio, che la Cgia pone in evidenza. Si tratta del numero basso, di quanti hanno realmente beneficiato degli sconti e dei lavori di sistemazione degli immobili. “In Italia”, sottolinea l’Ufficio studi, “sono presenti quasi 12,2 milioni di edifici residenziali, la Cgia ha ipotizzato che, fino ad ora, questa misura abbia interessato solo il 3,1 per cento del totale degli immobili ad uso abitativo. In altre parole, avendo dato la possibilità ai proprietari di riqualificare queste unità abitative con la detrazione fiscale del 110 per cento, lo Stato si è addossato un costo pari a 72,7 miliardi di euro per migliorare l’efficienza energetica di una quota ridottissima di edifici presenti nel Paese”.

Soluzioni per i crediti incagliati

Oggi di fronte al blocco dei crediti e la decisione del Governo di riordinare l’impegno finanziario, l’obiettivo del Mef e Associazioni di categoria, è salvare le aziende sovraesposte. Quella parte di imprese che hanno anticipato i soldi che rischiano di non essere risarcite. “Va trovata una soluzione per i crediti incagliati. Sia chiaro”, puntualizza la Cgia, “il Superbonus non va ‘bocciato’ perché ha sicuramente contribuito a incentivare la ripresa economica di un settore, come quello dell’edilizia, che nel nostro Paese ha un peso specifico importante. Tuttavia, questa misura ha provocato un costo in capo alla fiscalità generale spaventoso e non proporzionale al numero di edifici che sono stati efficientati”.

Salvare le imprese dal fallimento

Ora, dopo la cancellazione degli sconti in fattura e delle cessioni del credito, il proprietario di un immobile residenziale potrà beneficiare della detrazione del 90 per cento (e non più del 110), compensando lo sconto solo in sede di dichiarazione dei redditi. “E’ evidente che l’appetibilità dello strumento è destinata a scemare”, evidenzia l’Ufficio studi della società mestrina, “Tuttavia, la cosa più preoccupante è che con il decreto del governo non è stata trovata una soluzione per le tante aziende e famiglie che sono in possesso di una massa di crediti fiscali importanti e non più esigibili. Una situazione che nel giro di qualche mese rischia di far fallire molte aziende del settore delle costruzioni”

Lavori e materiali, costi alle stelle

Un altro capitolo sul quale la Cgia pone l’accento è l’aumento dei prezzi. Costi che per alcuni lavori e materie prime hanno raggiunto “cifre stellari”.
“La convinzione di aver speso troppo e di aver ‘drogato’ anche il mercato edilizio è comunque molto elevata”, sottolinea l’Ufficio studi, “Ricordiamo che questo meccanismo, che consentiva di detrarre fiscalmente molto più di quanto un proprietario era chiamato a spendere per ristrutturare un edificio, ha innescato una bolla inflattiva preoccupante, alimentata anche dal forte aumento dei prezzi registrato nel 2022 da tutte le materie prime”. “A fronte di un boom della domanda che, tra l’altro, per legge doveva essere soddisfatta entro un determinato periodo di tempo, il Superbonus 110 per cento”, fa presente la Cgia, “ha contribuito a far schizzare all’insù i prezzi di moltissimi materiali come: ferro, acciaio, legno, sabbia, laterizi, bitume, cemento; e altri per molto tempo sono pressoché scomparsi dal mercato come lana di roccia, polistirene, ponteggi”.

Regioni che hanno avuto di più

A livello regionale è il Veneto ad aver registrato il ricorso più numeroso al Superbonus 110 per cento in relazione agli edifici residenziali esistenti. Con 46.447 asseverazioni l’incidenza percentuale di queste ultime sul numero degli edifici residenziali esistenti è pari al 4,4 per cento, in Toscana scende al 4 per cento e in Lombardia al 3,9. Le regioni meno coinvolte, invece, sono la Calabria, Valle d’Aosta e Liguria (tutte con un’incidenza del 2 per cento), insieme alla Sicilia che chiude la graduatoria con l’1,7 per cento. A livello nazionale, infine, l’importo medio delle detrazioni a fine lavori previsto è pari a 192.756 euro per edificio residenziale. I picchi massimi li scorgiamo in Campania (247.337 euro), Basilicata (254.090 euro) e Valle d’Aosta (267.698 euro). Chiudono la graduatoria, invece, Friuli Venezia Giulia (152.056 euro), Toscana (151.206) e Veneto (150.906 euro).

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