giovedì, 28 Marzo, 2024
Cultura

Sulle ali di Mozart con la maestria di Honeck e dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Un concerto imperdibile! Chi può vada stasera ad ascoltare Manfred Honeck che dirige l’Orchestra e il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia per la Sinfonia n. 40 e la Messa K 427 di Wolfgang Amadeus Mozart. “Questo è un evento davvero speciale. Prima di tutto torno a Roma per dirigere questa grande orchestra e ritrovo degli amici e dei musicisti meravigliosi, che non solo suonano le note, ma suonano tutto ciò che c’è dietro a questa musica. Sono alcuni dei più grandi musicisti del mondo e adoro suonare con loro e dirigerli. Il secondo motivo per cui trovo speciale questa settimana è Mozart. Mozart è il mio eroe, lui è l’eroe della musica classica. Eseguirlo con l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, è un’autentica gioia. Mozart scrisse la Sinfonia n.40 nel 1788, quasi alla fine della sua missione di compositore e la sua maestria è sorprendente. L’altro grande brano che eseguiremo è la grande Messa in do minore, per coro e 4 solisti. Devo dire che per me lavorare con il Coro è come lavorare con l’Orchestra, perché abbiamo un coro meraviglioso qui a Roma. I solisti poi sono eccezionali, e tali devono essere, perché tutte le parti sono straordinarie e stimolanti.”

Queste sono le parole dell’atteso direttore austriaco Manfred Honeck, che è tornato a Roma per il grande concerto “Amadeus”. Il Maestro è salito nuovamente sul podio dell’Orchestra e del Coro di Santa Cecilia istruito da Piero Monti giovedì 23 febbraio e dirigerà questa sera alle 18 l’ultima delle repliche dedicate al genio di Amadeus Mozart.

Musica “scomoda, […] rischiosa e difficile da suonare bene. Se fai troppo, è pericoloso; se non fai nulla, è orribile. Devi trovare l’effetto giusto, il tempo giusto”, ha affermato alcuni anni fa il direttore in un’intervista. Honeck, regolarmente ospite di Santa Cecilia fin dal 2013, è Direttore Musicale della Pittsburgh Symphony Orchestra, dove rimarrà fino al termine della stagione 2027-2028, e dirige abitualmente le orchestre più blasonate: Lo scorso autunno ha debuttato al Metropolitan di New York, e nel 2018 la giuria dell’International Classical Music Awards lo ha eletto “Artist of the Year”.

Honeck salirà dunque stasera sul podio per la Sinfonia n. 40 di Mozart, che attacca con uno dei temi più suggestivi e straordinari mai concepiti in musica, mentre nella seconda parte sarà la volta della Grande Messa in do minore K 427.

Come ha dichiarato lo stesso Honeck “la Messa che ha composto nel 1782 è stata un’offerta votiva (per il superamento delle difficoltà che si frapponevano al suo matrimonio e come dono a Konstanze, ndr.) per la moglie […]. Per me rappresenta un miracolo musicale […] È un vero gioiello del suo repertorio e, come il Requiem, anche questo lavoro è rimasto incompiuto”. In una lettera inviata al padre nel gennaio del 1783, il ventisettenne Wolfgang rivela di aver fatto “una promessa nel [suo] cuore” e che “la migliore prova di questa promessa è la partitura d’una Messa che ancora aspetta d’essere completata”.

Ma Mozart non l’avrebbe mai portata a termine: ne completò solo il Kyrie, il Gloria e il Sanctus-Benedictus, mentre il Credo è rimasto interrotto all’lncarnatus est e l’Agnus Dei manca totalmente. Manfred Honeck è tra i direttori più affermati in campo internazionale. È Direttore musicale della Pittsburgh Symphony Orchestra con la quale ha raccolto successi in patria e all’estero, ospite di festival quali i BBC Proms, Festival di Salisburgo, Musikfest Berlin e Lucerne Festival. Negli ultimi anni insieme alla Pittsburgh Symphony ha effettuato numerose incisioni discografiche per l’etichetta Label Reference, con brani di Richard Strauss, Ludwig van Beethoven, Anton Bruckner che hanno ricevuto diverse nomination ai Grammy. La registrazione della Quinta Sinfonia di Dmitrij Šostakovič e dell’Adagio di Samuel Barber ha ottenuto il Grammy come “Best Orchestral Performance”.

Manfred Honeck è richiesto anche come direttore d’opera. Nei quattro anni in cui ha rivestito l’incarico di Generalmusikdirektor dell’Opera di Stoccarda ha diretto opere di Berlioz, Mozart, Poulenc, Strauss, Verdi e Wagner. Straordinaria è la parola giusta per sintetizzare la performance dei quattro solisti, che tengono il passo alla grandissima qualità dell’Orchestra e riescono a riportare il pubblico dentro l’humus trascendente dell’autore, che è riuscito con quest’opera a farci sfiorare le piume degli angeli.

Conosciamoli: Rosa Feola, nata a Caserta, si perfeziona all’Opera Studio dell’Accademia di Santa Cecilia con Renata Scotto e nel 2010 si è aggiudicata il Concorso Operalia Plácido Domingo. Gli impegni più recenti la vedono al Teatro Metropolitan di New York nelle produzioni di Rigoletto e Fedora, al Covent Garden di Londra in Rigoletto, al Teatro San Carlo di Napoli per un concerto mozartiano, al Teatro alla Scala nel Turco in Italia, e sempre alla Scala prende parte al concerto di inaugurazione “A riveder le stelle” diretto da Riccardo Chailly. Rosa Feola è particolarmente attiva anche in ambito concertistico con un vasto repertorio operistico e sacro. Collabora con i più prestigiosi direttori e registi ed è presente nei più importanti teatri internazionali.

Lea Desandre, mezzosoprano italo-francese, entra a 20 anni nella prestigiosa Accademia Le Jardin des Voix di William Christie. Nel 2017 è stata nominata Vocal Discovery ai Victoires de la Musique Classique Awards. Si specializza a Venezia con Sara Mingardo. Debutta nel 2015, iniziando una brillante carriera applaudita in ruoli quali: Rosina (Il barbiere di Siviglia), Annio (La clemenza di Tito), Sesto (Giulio Cesare), Didone (Didone ed Enea), Messaggera (L’Orfeo). Grande successo ha poi ottenuto per il suo one- woman show “Et in Arcadia ego”, spettacolo sulle musiche di Rameau all’Opera Comique di Parigi. È vincitrice del prestigioso Opus Klassik 2022 come “cantante dell’anno” per il suo ultimo cd “Amazone” edito da Warner Classic.

Mauro Peter, tenore, è nato a Lucerna e ha studiato all’Università di musica e di arti dello spettacolo di Monaco di Baviera. Nel 2012 ha vinto il primo premio e il premio del pubblico al Concorso Internazionale Robert Schumann di Zwickau e ha debuttato in recital alla Schubertiade di Schwarzenberg con Die schöne Müllerin di Schubert. Da allora si è esibito regolarmente nelle principali sale da concerto e teatri d’opera. Tra gli appuntamenti di questa stagione, segnaliamo una nuova produzione del Flauto magico di Mozart all’Opéra National de Paris e Salome al Teatro dell’Opera di Zurigo. La scorsa primavera ha debuttato a Boston e alla Carnegie Hall prendendo parte al Wozzeck diretto da Andris Nelsons. In campo sinfonico, tra gli appuntamenti di questa stagione spiccano La creazione di Haydn con la Rotterdam Philharmonic Orchestra, la Nona Sinfonia di Beethoven diretta da Andris Nelsons con l’Orchestra del Gewandhaus di Lipsia, la Messa dell’incoronzazione di Mozart diretta da Kirill Petrenko con i Berliner Philharmoniker. Dopo una registrazione dal vivo di Die schöne Müllerin dalla Wigmore Hall, il suo album d’esordio per la Sony Classical è stato pubblicato nel 2015 con alcuni Lieder di Schubert da Goethe, seguiti da una registrazione di Dichterliebe e una selezione di altri Lieder di Schumann nel 2016.

Patrizio La Placa è nato a Roma nel 1992, e ha compiuto gli studi musicali al Conservatorio di Santa Cecilia della sua città, perfezionandosi in seguito all’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino. Tra i suoi successi più recenti segnaliamo Il Barbiere di Siviglia di Giovanni Paisiello al Reate Festival 2016 diretto da Fabio Biondi, Il Telefono di Menotti sempre al Reate Festival del 2017, nel 2018 Il Trionfo dell’Onore di Alessandro Scarlatti al 44° Festival della Valle d’Itria e, al Teatro Olimpico di Vicenza, la prima esecuzione in tempi moderni dell’opera Polidoro di Antonio Lotti. Al Maggio Musicale ha preso parte a Carmen, La Traviata e alle Nozze di Figaro e nel 2019 ha interpretato nuovamente Il Trionfo dell’Onore di Scarlatti al Teatro del Giglio Showa a Kanagawa nell’ambito del Belcanto Opera Festival.

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