venerdì, 26 Aprile, 2024
Cultura

Cupola del Battistero di Firenze: il via al restauro dei mosaici d’oro

Un’opera finanziata con 10 milioni di euro e un ponteggio a forma di fungo alto più di 30 metri per recuperare lavori che risalgono al ‘200, realizzati da Cimabue e Coppo di Marcovaldo. Si da’ cosi inizio al restauro dei magnifici mosaici duecenteschi, su un fondo oro, che rivestono la cupola del Battistero di San Giovanni a Firenze, fonte d’ispirazione per la Divina Commedia di Dante. I lavori si concluderanno nel 2028. Dall’ ultimo restauro, dal 1898 al 1907, gli oltre 1.000 metri quadrati realizzati con dieci milioni di tessere policrome saranno protagonisti di un intervento che riporta alla luce lo splendore del fondo oro e i vivaci colori dello stupefacente mosaico che il pubblico potrà osservare per la prima volta da vicino; un’esperienza singolare che sarà possibile vivere soltanto durante i sei anni del restauro.

L’Opera nel 2014 diede il via al restauro dell’esterno del monumento, quando per poter restaurare la volta musiva del Battistero di Firenze, fu necessario realizzare un cantiere innovativo in grado di rendere accessibile l’intera superficie della volta di oltre 1.000 mq, che allo stesso tempo avesse il minimo impatto visivo a terra così che oltre 1 milione e 215 mila visitatori ammirasse le pareti magnificamente decorate con marmi e mosaici, il cui restauro si concluse a luglio dello scorso anno. Un ponteggio alto 31,5 m con un diametro di 25,50, sviluppato su una superficie di 618 mq permetterà in questi giorni l’avvio alle indagini diagnostiche utile per verificare e definire il degrado di ciascuna tessera del mosaico, e la floridezza generale dell’opera. Successivamente, sarà possibile determinare dettagliatamente il criterio d’intervento per ogni problematica individuata e delineare le metodologie più evolute per procedere al restauro.

Dominati dalla figura del Cristo Giudice, i mosaici della cupola del Battistero furono fonte d’ispirazione per la rappresentazione dell’Inferno nella Divina Commedia di Dante. Verso il 1225, secondo la data iscritta nella scarsella del Battistero, i lavori presero avvio ricorrendo a mosaicisti non locali. Ma ben presto gli artisti fiorentini seppero conquistare piena autonomia, e a fine secolo gli oltre mille metri quadrati della cupola si erano ricoperti della scintillante veste musiva.

Più generazioni di artisti si succedettero sui ponteggi per creare la spettacolare arte pittorica e musiva insieme, della quale fa parte anche la volta della scarsella, i cui mosaici furono realizzati mentre ancora si lavorava a quelli della cupola. Una volta ultimata questa colossale impresa, si volle estendere anche alle zone parietali, dove in origine non erano previsti.

Dalle ricerche di archivio sono emerse notizie che documentano interventi di manutenzione a partire fin dal 1300, resi necessari a causa di infiltrazioni d’acqua provenienti dalla copertura che avevano danneggiato i mosaici. Grazie alla relazione finale dell’Opificio sappiamo dunque che fu restaurata la volta musiva per 1032 mq totali. Di questi, i 128 mq caduti e dipinti a intonaco da Luigi Ademollo furono rifatti a mosaico grazie ai cartoni del pittore Arturo Viligiardi, utilizzando nuove e antiche tessere cadute. Pochi degli altri 911 mq erano aderenti alla volta, e l’ Opificio decise di distaccare 567 mq e di migliorarla con una malta contenente una porzione di cemento a presa lenta.

In occasione del cantiere, sarà possibile per il pubblico ammirare i mosaici della cupola: le visite avranno inizio il 24 febbraio, prenotando sul sito dell’Opera.

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