sabato, 27 Aprile, 2024
Regioni

Regionali Lazio: lo scienziato Vincenzo Romano Spica in campo con Francesco Rocca

Vincenzo Romano Spica scende in campo accanto a Francesco Rocca nella lista civica ‘Francesco Rocca Presidente’. Romano Spica è professore universitario e scienziato di fama internazionale, medico genetista, docente di Igiene e Sanità Pubblica presso l’Università degli Studi di Roma ‘Foro Italico’ di cui è stato Preside e di cui attualmente dirige il Laboratorio di Epidemiologia e Biotecnologie. Si è formato negli Stati Uniti, applicando nuovi metodi biomolecolari alla tutela della salute. Ha inoltre ricevuto diversi incarichi in ambito accademico, scientifico, istituzionale.

“Vivo a Roma dal 1984, quando venni a studiare all’Università”, dichiara in una nota diffusa alla stampa. “Ho scelto di essere ricercatore e professore universitario per trasmettere quello che avevo imparato all’ estero e aiutare così i giovani a trovare la propria strada nello studio e nella ricerca, qui in Italia.

La ricerca è la base del progresso e dello sviluppo per le presenti e future generazioni e quando dico ricerca -sottolinea- intendo dire ‘portare le idee nella pratica’. Penso quindi al lavoro non solo di ogni medico ma anche di ogni artigiano, imprenditore, agricoltore, funzionario o industriale che deve affrontare problemi nuovi cercando costantemente soluzioni”. E continua “ alla luce di questo e per la stima e la fiducia che nutro nei confronti del Presidente Rocca, la settimana scorsa ho deciso di affiancarlo in questa tornata elettorale.

Le mie esperienze, non solo professionali e scientifiche ma anche umane e culturali, che potranno essere  utili alla causa soprattutto perchè le linee di ricerca scientifica e le attività didattiche da me avviate hanno ormai raggiunto una maturità tale da poter essere messe a disposizione di una motivazione ancora più grande: contribuire alla rinascita sanitaria della Regione Lazio.

Appartenere alla squadra guidata dal Presidente Rocca, con cui ho certamente affinità professionali, aiuta senza dubbio ad accrescere le potenzialità del singolo. Servizio e innovazione -prosegue Spica- il mio claim.

Occorre dunque guardare il presente ma pensare al futuro: questo è il profondo valore dell’innovazione, e cioè affrontare i problemi cercando soluzioni nuove che non siano teoriche ma adattabili alla realtà, che non solo funzionino ma che siano anche utili. Perciò nel concreto -spiega- contribuire a ridurre le liste d’attesa e valorizzare le istituzioni e il pubblico, difendendo il nostro sistema sanitario regionale.

Questo non richiede solo visione, investimenti e risorse ma anche educazione alla sanità sia degli operatori che dei cittadini”. E riguardo al settore privato dice “non deve essere in antagonismo ma anzi in una collaborazione complementare con quello pubblico verso obiettivi condivisi. È possibile prendere il meglio da ambo le parti, ed è tuttavia ragionevole che dopo oltre 40 anni il SSN possa esso stesso richiedere una revisione per migliorare le prestazioni.

Ciò implica un approccio multidisciplinare quindi non solo medico, ma anche infermieristico, economico, giuridico e di tutti i tecnici e operatori sanitari, come anche del volontariato che dovrebbe integrare progetti e non supplire a carenze. Ricordiamo sempre -chiarisce Spica- che lo spirito portante del SSN è la salute come diritto e valore. Ma le difficoltà a esso collegate emersero prepotenti in tempo di pandemia, in cui a essere colpite furono innanzitutto le fasce sociali più deboli.

È una priorità dunque investire in competenze tecniche per servire il malato e offrire opportunità di crescita professionale, sociale, umana ai singoli professionisti del settore. Bisogna inoltre comprendere che la sanità pubblica non può reggersi senza fondarsi sulla prevenzione che è soprattutto ambiente e stile di vita, quindi alimentazione e attività motoria: lo sport è un tema portante per la salute (oltre che per il sociale) ed il Lazio dispone di numerosi Laureati in Scienze Motorie che quotidianamente, e con grande professionalità, contribuiscono a contrastare la sedentarietà, alfabetizzare alla salute e integrare interventi di prevenzione primaria, secondaria, terziaria.

Bisogna fare un salto di qualità per rendere queste nuove competenze parte integrante delle azioni delle ASL e insieme beneficio alla portata di tutti, indipendentemente dall’età o dalle condizioni. Infine, più che un’idea ho un sogno: realizzare un campus aperto per i giovani, ovvero una reale modalità di accoglienza e inserimento e/o formazione dei nuovi laureati.
Il modello è quello di CSHL che conobbi quando vivevo in USA, ma in questo caso va pensato aperto a tutti, con l’ offerta di esperienze temporanee in progetti condivisi tra atenei, industrie, laboratori: un vero e proprio percorso finalizzato a qualificarsi e crescere” conclude il professor Romano Spica.

 

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