venerdì, 26 Aprile, 2024
Attualità

Disagio, il futuro dei Ptri a rischio

A partire da gennaio la “Nuova Cucina Organizzata”, famosa esperienza di inclusione attraverso la ristorazione, gestita da una cooperativa sociale che inserisce al lavoro persone disabili o in altre situazioni di fragilità, ha annunciato lo stop delle attività.

Questa prospettiva mette seriamente a rischio i Progetti Terapeutici Riabilitativo Individuali, più conosciuti con l’acronimo di P.t.r.i., che sono progetti di vita costruiti su misura della persona in base al suo bisogno di habitat, lavoro, rapporti affettivi e sociali.

Possono beneficiare di questa misura le persone affette da sofferenza psichica o disabilità fisica, intellettiva e sensoriale; gli anziani fragili in condizione di precarietà sociale e sanitaria; persone affette da Hiv o dipendenze patologiche, quali droga, alcool, gioco d’azzardo e i minori con problematiche di vario genere.

La Discussione ha raccolto l’inquietudine di Giovanpaolo Gaudino, presidente di Confcooperative Federsolidarietà Campania: “Siamo preoccupati per il futuro dei servizi sociosanitari P.t.r.i. Il dibattito mediatico che riguarda il futuro di Nuova Cooperazione Organizzata inerisce il futuro di tutta la cooperazione sociale che – nata o meno sui beni confiscati alla malavita – nelle sue attività coinvolge persone fragili, i cosiddetti svantaggiati, dando loro un’opportunità di vita”.

“Queste esperienze – continua – si sostengono con i Progetti terapeutico riabilitativi individuali, finanziati dalle Asl e dagli Ambiti territoriali attraverso i budget di salute. Le gravi distorsioni nella messa a sistema di questa risorsa economica per le nostre cooperative ci hanno spinto, già nel 2018, a cercare un’interlocuzione sul tema. Abbiamo proposto che – come già doveva avvenire – anche i P.t.r.i, da servizi sociosanitari quali sono, fossero inseriti tra quelli per cui le Asl effettuano le anticipazioni. Inoltre, abbiamo proposto di strutturare una Cabina di regia regionale sui budget di salute, composta da rappresentati dell’Assessorato regionale alle Politiche sociali e del settore Sanità, degli Ambiti territoriali, delle Asl e del Terzo settore. Essa dovrà occuparsi di risistemare e rilanciare il meccanismo dei budget di salute, vegliando sulla loro destinazione e sulla loro gestione”.

Secondo il presidente “l’impianto normativo regionale esiste, le prassi consolidate anche. Bisogna riordinare il sistema per evitare un appesantimento della spesa sanitaria, che invece, con il corretto utilizzo dei budget di salute, registrerebbe una conversione in investimento, con la possibilità di accompagnare persone svantaggiate verso un percorso di autonomia, sotto l’ala degli operatori della cooperazione sociale”.

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