venerdì, 26 Aprile, 2024
Attualità

I corridoi umanitari salvano altri 158 profughi afgani

Con un volo proveniente da Islamabad 158 profughi afghani hanno potuto mettersi in salvo in Italia grazie al nuovo corridoio umanitario organizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana, la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, la Tavola Valdese, Arci, IOM, INMP e UNHCR, d’intesa con i ministeri dell’Interno e degli Esteri e in collaborazione con l’ambasciata d’Italia a Islamabad.

I cittadini afghani erano rifugiati in Pakistan dall’agosto 2021 e ora saranno accolti in diverse regioni italiane, dal Nord al Sud. La loro integrazione prevede l’immediato apprendimento della lingua, l’inserimento lavorativo per gli adulti e l’iscrizione a scuola per i minori, i cui costi saranno totalmente a carico degli organismi proponenti e sostenuti dalla generosità e dall’impegno di tanti cittadini, che hanno offerto le loro case per ospitarli, così come di comunità religiose, ONG e diversi soggetti ecclesiali e civili.

La formula dei corridoi umanitari, così come anni fa è stata concepita da queste associazioni umanitarie e dalla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, ormai non è più da considerarsi sperimentale ma piuttosto consolidata. “L’Italia si faccia capofila in Europa – ha commentato Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio – per proporlo a tutta l’Unione Europea come un modello di accoglienza e integrazione per chi ha bisogno di protezione umanitaria”.

Complessivamente, con questo sistema, attraverso una rete di accoglienza diffusa, sono giunti in Europa oltre 5.300 rifugiati, ai quali si aggiungono oltre 1.800 cittadini ucraini, accolti dalla Comunità di Sant’Egidio in diversi Paesi europei. Nei prossimi giorni sono previsti altri arrivi a Roma dal Libano e dalla Libia. È grazie al loro aiuto, ha ricordato il presidente di Sant’Egidio, che il nostro Paese può diventare migliore.

“Tutta l’Italia fa festa per il vostro arrivo – ha aggiunto Impagliazzo, rivolgendosi ai profughi afgani appena sbarcati – vi accoglie e vuole dare un futuro, attraverso una casa, la scuola e il lavoro, a famiglie cui la guerra sembrava averlo negato. Nell’agosto 2021, quando si sono chiuse le frontiere dell’Afghanistan, avevamo fatto una promessa: non vi dimenticheremo! Non vi abbiamo dimenticato e abbiamo preparato una casa per voi”. A dare loro il benvenuto anche monsignor Giuseppe Baturi, Segretario generale della CEI: “Viviamo un evento grande: benvenuti! Ciò che fa di un uomo tale è la capacità di incontrarsi.

Quando qualcuno spera in una vita migliore siamo tutti coinvolti”. Un saluto immediatamente ricambiato dagli oltre 70 bambini alla testa del corteo dei 158 profughi, che in coro hanno esclamato: “Evviva l’Italia!”. Ad accompagnarli tanti uomini e donne sorridenti, con lo sguardo di chi si sente ormai al sicuro. Sono fuggiti dal governo dei talebani e sono stati selezionati dal protocollo stretto il 4 novembre dell’anno scorso dall’allora Governo Draghi con l’aiuto della Cei, attraverso la Caritas Italiana e la Comunità di Sant’Egidio.

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