giovedì, 25 Aprile, 2024
Società

La pandemia della disuguaglianza che inquina

Il tredicesimo “Global Wealth Report” del Credit Suisse ha confermato quello che va ripetendo da tempo Papa Francesco che: “L’inquinamento che uccide non è solo quello dell’anidride carbonica, anche la disuguaglianza inquina mortalmente il nostro pianeta (Assisi, evento “Economy of Francesco”). Infatti lo scorso anno la ricchezza globale è aumentata raggiungendo 463.600 miliardi di dollari, con un incremento del 9,8% rispetto al 2020, pari a 87.489 dollari per adulto (+8,4%). Nel 2021 la ricchezza globale aggregata è salita del 12,7%, con un aumento annuo mai registrato prima.

Nel corso del 2021 i milionari in tutto il mondo sono aumentati di 5,2 milioni di membri, per un totale a fine anno di 62,5 milioni. Questa crescita del 9% è leggermente superiore all’aumento dell’8,4% registrato per la ricchezza per adulto. Il numero di “Ultra High Net Worth Individuals” (persone che detengono oltre 30 milioni di dollari) è aumentato del 21%.

La pandemia ha innescato un effetto moltiplicatore che sta spingendo i profitti dei grandi Paperoni del globo. Un aumento esponenziale della ricchezza a cui corrisponde una preoccupante crescita delle disuguaglianze sociali acuite dal Covid. Oltre 163 milioni di persone sono finite negli ultimi due anni in povertà assoluta, con meno di 1 dollaro al giorno. Mentre i 10 uomini più ricchi sulla Terra hanno ingigantito le loro fortune di 821 miliardi. Oltre al fondatore di Amazon ci sono anche Elon Musk, il francese Bernard Arnault, patron del gruppo di lusso Lymh, il fondatore di Microsoft Bill Gates e il suo ceo Steye Ballmer, il cofondatore di Oracle, Larry Ellison, gli inventori di Google, Larry Page e Sergey Brin, il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg e il finanziere Warren Buffet: il loro patrimonio è salito al ritmo di 15 mila dollari al secondo, 1,3 miliardi di dollari al giorno. Anche in Italia ci sono 40 miliardari: tra i primi Giovanni Ferrero, Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica e recentemente scomparso, Giorgio Armani, Stefano Pessina (presidente di Walgreens Boots Alliance), Massimiliana Landini Aleotti, proprietaria della Menarini, Silvio Berlusconi, John Elkann e la dinastia di famiglia Agnelli, Piero Ferrari (che detiene il 10% della casa di Maranello) e Luca Garavoglia, patron di Campari – posseggono oggi l’equivalente della ricchezza del 30% degli italiani più poveri (18 milioni di persone). Un numero aumentato di circa 1 milione negli ultimi due anni nonostante bonus e reddito di cittadinanza.

Per Credit Suisse la ricchezza globale in dollari nominali dovrebbe aumentare di 169 mila miliardi entro il 2026, pari a un aumento del 36% e quella per adulto del 28% entro il 2026 e superare la soglia di 100 milioni nel 2024. Nei prossimi cinque anni aumenterà sensibilmente anche il numero dei milionari che raggiungerà quota 87 milioni, mentre il numero di “Ultra High Net Worth Individuals” raggiungerà 385.000 persone.

Anche nel nostro Paese i patrimoni degli italiani sono sempre più concentrati. La ricchezza media degli italiani è aumentata di più di 30mila euro in termini reali dalla metà degli anni Novanta al 2016 e vale oggi circa 150mila euro. Circa i 50mila adulti più ricchi del paese detengono il 10 per cento della ricchezza complessiva del Paese e tale quota si è raddoppiata dalla metà degli anni Novanta. Il loro patrimonio medio ammonta oggi a circa 16 milioni di euro, anch’esso raddoppiato nell’ultimo ventennio. Nello stesso periodo, i 25 milioni di italiani più poveri della popolazione adulta hanno, invece, visto la propria quota di ricchezza sul totale ridursi di circa tre volte e oggi hanno un patrimonio medio di circa settemila euro. Il rapporto di Oxfam “la pandemia della disuguaglianza” evidenzia che il valore aggregato dei patrimoni dei miliardari italiani è cresciuto del 56% toccando quota 185 miliardi di euro. Solo i primi 40 posseggono una ricchezza netta pari a quella del 30% degli italiani più poveri (18 milioni di persone adulte).

A fronte di questi paperoni e di questa montagna di denari, quasi sei milioni di persone sono in povertà assoluta.

I rapporti Istat e Svimez relativi al 2021 raccontano di un’Italia che, anche per la pandemia, vede la povertà che si sta sempre più allargando a nuove fasce di popolazione: dai piccoli lavoratori autonomi ai piccoli artigiani, e tanto più nelle fasce di età più avanzate.

Il virus ha ampliato le disuguaglianze delle persone in condizioni di indigenza che è cresciuta fortemente. Cionostante nel nostro Paese solo il 10% dei trasferimenti pubblici va alle famiglie più povere: in Francia il 20%. E più crescono le disuguaglianze più l’ascensore sociale rallenta con la prospettiva che la transizione ecologica, pur indispensabile avrà costi elevati, che ricadranno sulle classi meno abbienti.

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