giovedì, 25 Aprile, 2024
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Manifatturiero. Mamoli (Confartigianato): imprese italiane in crescita, ma l’escalation dei prezzi colpisce le produzioni più energivore

Confartigianato spiega come la manifattura italiana resiste ai colpi della crisi. “L’analisi dei dati pubblicati da Eurostat conferma nel quadro europeo la maggiore resilienza della manifattura italiana”, fa presente il segretario generale Vincenzo Mamoli che svalutazione numeri del rapporto. “A luglio la produzione manifatturiera sale dello 0,4% rispetto a giugno, a fronte delle flessioni dell’1,0% in Germania e dell’1,5% in Francia. Va ricordato che luglio è il mese con il più elevato volume di produzione, del 13,7% superiore alla media dei restanti 11 mesi”.

Cresce la produzione

Secondo Confartigianato nel breve periodo si conferma il trend del secondo trimestre 2022 in cui la manifattura italiana segna ancora una crescita della produzione dell’1,4% a fronte del calo dello 0,2% in Francia e dello 0,6% in Germania. Nel più lungo periodo la produzione manifatturiera degli ultimi dodici mesi in Italia recupera completamente (+0,5%) il livello dell’anno pre-pandemia, a fronte del forte ritardo di Francia (-5,1%) e Germania (-5,3%).

Webinar, “Imprese in trincea”

Le ultime tendenze della congiuntura saranno al centro del 21° report “Imprese in trincea nella guerra dell’energia”, che sarà presentato nel webinar di lunedì  19 settembre 2022, alle ore 12, che sarà introdotto dal segretario Vincenzo Mamoli. Pesa il caro energia, l’escalation dei prezzi dell’energia colpisce duramente la manifattura.
“Sulla base del perimetro di 43 settori più esposti all’insostenibile spinta dei costi delle commodities energetiche individuato da una nostra analisi”, scrive la Confartigianato, “sono 26 i comparti della manifattura, nei quali operano 207mila micro e piccole imprese con 1 milione 119mila addetti”.

I settori produttivi esposti

Il perimetro delle 207 mila micro e piccole imprese definito nell’analisi di Confartigianato con comprende dieci comparti manifatturieri (divisioni Ateco 2007, 2 digit) con una più elevata intensità di utilizzo di gas ed energia elettrica. “Si tratta dei settori maggiormente energivori”, evidenzia la Confartigianato, “dei minerali non metalliferi (ceramica, vetro, cemento, refrattari, ecc), carta, metallurgia, chimica, raffinazione del petrolio, alimentare, bevande, farmaceutica, gomma e materie plastiche e prodotti in metallo. Si aggiungono sedici cluster manifatturieri, gruppi a 3 digit Ateco 2007”, sottolinea Confartigianato, “con spesa per energia in linea (o superiori) con le sopra selezionate divisioni Ateco 2007 energivore, che comprendono attività del tessile, taglio, piallatura e fabbricazione di prodotti in legno, stampa, produzione di batterie di pile e accumulatori elettrici, apparecchi per uso domestico, parti ed accessori per autoveicoli e loro motori, fornitura e gestione di acqua e rifiuti”.

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