sabato, 20 Aprile, 2024
Attualità

Giovani: per proprio futuro luogo di crescita spesso variabile decisiva

In Italia 1/6 della popolazione, circa 10 milioni di persone, ha meno di 18 anni. Ognuno di questi bambini e ragazzi vive in un contesto diverso, e porta con sé un proprio vissuto, che cambia in base al luogo di nascita, alla famiglia di origine, alle esperienze fatte. Garantire lo sviluppo dei minori, offrire loro uguali possibilità, nel concreto significa fare i conti con tante situazioni di partenza differenti. Dove cresci è spesso la variabile decisiva. A maggior ragione in un paese ricco di complessità come l’Italia. Sono molteplici le differenze che attraversano la penisola: tra le aree montane e quelle urbanizzate, tra i comuni interni e le grandi città, tra i territori con un diffuso livello di benessere delle famiglie e quelli più deprivati. Anche dal punto di vista del bambino, fa la differenza in quale comune o quartiere abiti, e se dove vivi sono concretamente accessibili i servizi fondamentali per i più giovani. Luoghi dove incontrare i coetanei, imparare, giocare, fare sport.

A fronte di questa complessità, la trattazione della povertà educativa avviene soprattutto utilizzando indicatori nazionali o al massimo regionali, anche per la carenza di dati aggiornati a livello locale. Un punto di vista purtroppo fuorviante per capire cosa succede nei luoghi dove vivono bambini e ragazzi. E quindi inservibile per programmare gli interventi di politiche pubbliche, educative e sociali sul territorio.

Per questa ragione l’osservatorio sulla povertà educativa, nato dalla collaborazione tra Con i bambini – impresa sociale e Fondazione openpolis nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, ha cercato di sperimentare un metodo innovativo. Affrontare i temi della povertà educativa partendo dagli indicatori internazionali ed europei, per poi analizzare i dati a un livello di disaggregazione sempre maggiore: regionale, provinciale, comunale. Nel nostro paese si fanno sempre meno figli. Nel 2018 i nuovi nati sono stati 439mila. 18mila in meno rispetto all’anno precedente. 137mila in meno rispetto a dieci anni fa. Quasi mezzo milione in meno in confronto agli anni ’70.

Con questi ordini di grandezza non è esagerato parlare di una vera e propria emergenza nazionale. Un’emergenza che ha prima di tutto ragioni strutturali, ovvero la progressiva uscita dall’età riproduttiva della numerosa generazione dei baby boomers. Ma su cui incidono pesantemente anche gli effetti della crisi economica iniziata nel 2008. Nel 2018 le famiglie in povertà assoluta sono salite al 7% del totale. Una tendenza che ha riguardato soprattutto le famiglie con figli. Più minori ci sono in famiglia, più è probabile che questa si trovi in povertà assoluta. Il percorso educativo del minore va considerato nella sua interezza, e non ridotto alla sola scuola dell’obbligo.

L’apprendimento inizia nei primi mesi di vita, quindi l’analisi deve partire dall’asilo nido e arrivare fino alla conclusione del ciclo scolastico. Considerando anche quanto sia frequente la sua interruzione prima del tempo, con gli abbandoni precoci.

L’abbandono scolastico è un fallimento educativo per l’intera società. In un mondo che richiede sempre più competenze, chi resta escluso rischia più degli altri un futuro di marginalità sociale.

Perciò una delle sfide per aumentare l’equità e l’efficacia del nostro sistema di istruzione è abbattere il tasso di abbandono scolastico. Per verificare l’impegno in questa direzione, a livello europeo è stato stabilito un obiettivo: ridurre la quota di giovani che abbandonano precocemente gli studi e la formazione al di sotto del 10% entro il 2020. In base a questo indicatore, l’Italia è il quarto stato Ue con il più alto tasso di abbandono scolastico, dopo Spagna, Malta e Romania. Gran parte delle opportunità formative che fanno la differenza sullo sviluppo del minore si trovano fuori dalla scuola dell’obbligo. L’accesso a questo tipo di esperienze, che è riduttivo etichettare come “consumo culturale”, purtroppo cambia in base alle possibilità della famiglia di origine. (Italpress)

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