sabato, 20 Aprile, 2024
Economia

Ue: Confintesa “Servono regole e politiche comuni per Europa dei popoli”

I giovani italiani preferiscono andare a lavorare all’estero, aumenta il numero delle imprese che cessano l’attività e rallenta il numero di iscrizione delle nuove imprese. Parte da qui la riflessione di Confintesa che ha organizzato il convegno “Europa, economia e lavoro: tre anelli deboli dell’Italia”. Politici ed economisti si sono confrontati sugli ultimi dati economici in vista del prossimo appuntamento europeo. “Esiste una politica europea sul lavoro? Esiste una politica fiscale sul lavoro? Non esiste una politica di difesa, non esiste una politica estera”, ha osservato Francesco Prudenzano, segretario generale di Confintesa. “Il problema è che abbiamo un insieme di paesi che stanno insieme, solo perché li amalgama la possibilità di circolare liberamente e la possibilità di avere un’unica moneta, ma di fatto le leggi sono tutte diverse. Serve un’Europa dei popoli”. Per molti analisti economici i problemi e la crisi dell’Ue sono legati ai vincoli del Fiscal Compact che, come ha ricordato, Prudenzano “non è mai stato ratificato dal Parlamento Europeo”.
“In più – ha osservato – noi abbiamo il problema del sistema del lavoro italiano, che non è amalgamato con le leggi europee, crea disoccupazione e differenze di costo del lavoro molto alte che non da’ nemmeno la possibilità alle imprese volenterose di mettere in campo risorse per continuare ad assumere, anche con quota 100”. Difende le politiche economiche del governo la senatrice della Lega Anna Cinzia Bonfrisco: “alla luce dei nati economici negativi, il governo ha messo in campo queste iniziative, partendo dal presupposto che sono le istituzioni che si devono occupare di chi non ha la possibilità di lavorare, innanzitutto tamponando le situazioni di emergenza e per noi 5 milioni di poveri sono un’emergenza, io sono una convinta sostenitrice delle iniziative di questo governo”.
Fondamentale in questo quadro il ruolo dei sindacati, come Confintesa: “i sindacati proprio in questa fase possono ritrovare una marcia in più rispetto al passato per essere alla guida e alla testa di questo grande cambiamento, io confido molto nel ruolo dei sindacati”, ha aggiunto Bonfrisco.
Critico il deputato del Pd, Massimo Ungaro: “con quota 100 si aumenta la spesa pensionistica già elevata, con il reddito di cittadinanza si introduce un’idea di assistenzialismo, di lavoro ha bisogno questo Paese”. Per Ungaro “serve un’Europa più inclusiva e più solidale, ci vuole un salario minimo europeo, ci vuole una capacità fiscale europea per affrontare le crisi, altrimenti non riusciremo a stare insieme, sbagliato sarebbe un ritorno all’isolazionismo, fuori dall’Europa non c’è futuro per l’Italia”. L’economista Antonio Maria Rinaldi ha spiegato che “quel disegno economico che c’è nella carta costituzionale di fatto non è ottemperato: noi per poter star dietro ai dettami europei non riusciamo a mettere in atto la nostra Costituzione, perché il modello economico previsto dall’appartenenza all’Ue, e in particolare all’unione monetaria, non fanno altro che disattivare la possibilità di lavoro”. (Italpress).

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