giovedì, 25 Aprile, 2024
Politica

Draghi: la nuova frontiera dell’Europa federalismo pragmatico e ideale

Italia in prima linea per una soluzione diplomatica in Ucraina.Priorità il cessate il fuoco

L’Italia pronta a impegnarsi da protagonista per raggiungere una soluzione diplomatica della guerra in Ucraina. Ed è anche una Italia che chiede all’Europa di mettere in campo interventi di riduzione delle bollette, sostegni ai salari più bassi e misure di decontribuzione. Il premier Mario Draghi sottolinea a Strasburgo davanti al Parlamento Europeo la sua soddisfazione: “Sono davvero felice di essere nel cuore della democrazia europea”, dice il Presidente del Consiglio che rivela: “L’Italia come Paese fondatore dell’Unione Europea, come Paese che crede profondamente nella pace, è pronta a impegnarsi in prima linea per raggiungere una soluzione diplomatica”.

In ricordo di David Sassoli

“Voglio prima di tutto rendere omaggio alla memoria di David Sassoli”, premette Draghi, “che ha presieduto il Parlamento Europeo in anni difficilissimi. Durante la pandemia, il Parlamento ha continuato a riunirsi, discutere, decidere, a testimonianza della sua vitalità istituzionale e della guida di Sassoli”. “Sassoli”, prosegue Draghi, “non ha mai smesso di lavorare a quello che definì nel suo ultimo discorso al Consiglio Europeo, un ‘nuovo progetto di speranza’ per ‘un’Europa che innova, che protegge, che illumina”.

L’Ucraina, l’Europa e l’Italia

Il tema centrale del premier italiano è come fermare l’escalation dell’aggressione russa contro il popolo dell’Ucraina. “La guerra in Ucraina pone l’Unione Europea davanti a una delle più gravi crisi della sua storia. Una crisi che è insieme umanitaria, securitaria, energetica, economica.
L’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia”, osserva Draghi, “ha rimesso in discussione la più grande conquista dell’Unione Europea: la pace nel nostro continente”. “Una pace basata sul rispetto dei confini territoriali, dello stato di diritto, della sovranità democratica; sull’utilizzo della diplomazia come mezzo di risoluzione delle controversie tra Stati”. “Dobbiamo sostenere l’Ucraina”, insiste Draghi, “il suo governo e il suo popolo, come il Presidente Zelensky ha chiesto e continua a chiedere di fare. In una guerra di aggressione non può esistere alcuna equivalenza tra chi invade e chi resiste”.
“L’Italia, come Paese fondatore dell’Unione Europea, come Paese che crede profondamente nella pace, è pronta a impegnarsi in prima linea per raggiungere una soluzione diplomatica”.

Ue, superare l’unanimità

Il Presidente del Consiglio dell’Italia ribadisce l’impegno e il ruolo storico dell’Europa ma anche il superare nelle decisioni il principio dell’unanimità tra i Paesi Ue. “Le istituzioni europee che i nostri predecessori hanno costruito negli scorsi decenni hanno servito bene i cittadini europei, ma sono inadeguate per la realtà che ci si manifesta oggi davanti”, fa presente Mario Draghi. “Abbiamo bisogno di un federalismo pragmatico, che abbracci tutti gli ambiti colpiti dalle trasformazioni in corso: dall’economia, all’energia, alla sicurezza. Se ciò richiede l’inizio di un percorso che porterà alla revisione dei Trattati, lo si abbracci con coraggio e con fiducia”. E ancora: “Dobbiamo superare il principio dell’unanimità e muoverci verso decisioni prese a maggioranza qualificata”.

Vulnerabilità dei Paesi

C’è un concetto che Draghi sottolinea con preoccupazione, la guerra in Ucraina ha mostrato anche: “la profonda vulnerabilità di molti dei nostri Paesi nei confronti di Mosca. L’Italia è uno degli Stati membri più esposti. Una simile dipendenza energetica è imprudente dal punto di vista economico, e pericolosa dal punto di vista geopolitico”. Per Draghi “l’Italia intende prendere tutte le decisioni necessarie a difendere la propria sicurezza e quella dell’Europa. Abbiamo appoggiato le sanzioni che l’Ue ha deciso di imporre nei confronti della Russia, anche quelle nel settore energetico. Continueremo a farlo con la stessa convinzione in futuro”.

Tetto al prezzo del gas

Il premier a Strasburgo osserva come sin dall’inizio della crisi, l’Italia ha chiesto di mettere un tetto europeo ai prezzi del gas importato dalla Russia. “Mosca vende all’Ue quasi due terzi delle sue esportazioni, in larga parte tramite gasdotti che non possono essere riorientati verso altri acquirenti. La nostra proposta”, spiega Draghi, consentirebbe di “utilizzare il nostro potere negoziale per ridurre i costi esorbitanti che oggi gravano sulle nostre economie. Questa misura consentirebbe di diminuire le somme che ogni giorno inviamo a Putin, e che inevitabilmente finanziano la sua campagna militare”.

Costi energia, agire subito

“C’è bisogno di decisioni forti e immediate”, evidenzia il premier, ricordando che in Italia, “nei primi 4 mesi di quest’anno, il prezzo dell’elettricità è quadruplicato rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso con un impatto durissimo sull’economia. L’Italia, da sola, ha speso circa 30 miliardi di euro quest’anno”. Un “problema che Draghi definisce “sistemico”, che va risolto con soluzioni strutturali, che spezzino il legame tra il prezzo del gas e quello dell’elettricità”.

Ampliare il Piano di aiuti Sure

Il capito aiuti a famiglie, imprese, quindi lavoro e sviluppo è tra le priorità. Tra le soluzioni prospettate dal presidente del consiglio quella di ampliare lo Sure (sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un’emergenza) “per fornire ai Paesi che ne fanno richiesta nuovi finanziamenti per attenuare l’impatto dei rincari energetici”. Una misura da mettere in campo in “tempi rapidi”, per “intervenire subito a sostegno dell’economia”. Con l’estensione di Sure a giudizio di Draghi gli Stati potrebbero finanziare “interventi di riduzione delle bollette, ma anche il sostegno temporaneo ai salari più bassi, ad esempio con misure di decontribuzione”, difendendo “il potere di acquisto delle famiglie, soprattutto le più fragili, senza rischiare di generare nuova inflazione”.

Europa più grande e aperta

Una particolare sollecitazione del presidente del Consiglio italiano arriva per l’ampliamento dei Paesi Ue. “La piena integrazione dei Paesi che manifestano aspirazioni europee non rappresenta una minaccia per la tenuta del progetto europeo. È parte della sua realizzazione”, rivela Draghi ai parlamentari Europei, “L’Italia sostiene l’apertura immediata dei negoziati di adesione con l’Albania e con la Macedonia del Nord, in linea con la decisione assunta dal Consiglio Europeo nel marzo 2020. Vogliamo dare nuovo slancio ai negoziati con Serbia e Montenegro, e assicurare la massima attenzione alle legittime aspettative di Bosnia Erzegovina e Kosovo. Siamo favorevoli all’ingresso di tutti questi Paesi e vogliamo l’Ucraina nell’Ue”.


Spese militari, Conferenza Ue

Cautela e decisioni unitarie in politica estera. Sono le premesse per Draghi per decidere sull’aumento delle spese militari. “È opportuno convocare una conferenza per razionalizzare e ottimizzare gli investimenti in spesa militare. Inoltre, la costruzione di una difesa comune deve accompagnarsi a una politica estera unitaria, e a meccanismi decisionali efficaci”.

fonte foto: governo.it

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