venerdì, 29 Marzo, 2024
Società

Aziende truffate durante il lockdown, gdf svela raggiro da 4 mln

Aziende decotte, rigenerate e mascherate ad arte per truffare altre imprese, in un momento così difficile come quello del lockdown. E’ il meccanismo scoperto dalla Guardia di Finanza di Padova che ha fatto scattare le misure cautelari nei confronti di tre soggetti, ritenuti appartenenti a un’associazione per delinquere, finalizzata alla truffa. Avvalendosi di società “di comodo” operanti nel territorio della provincia padovana, il gruppo avrebbe cagionato un danno di 1,5 milioni di euro circa nei riguardi di 64 operatori economici. Nell’arco di due anni, gli indagati (una dozzina) avrebbero rigenerato una trentina di aziende, inattive o decotte, intestandole a prestanome e alterando i relativi dati di bilancio, con la complicità di un contabile che le faceva apparire sane e affidabili nei pagamenti. Nel periodo di emergenza da Covid-19 tali imprese avrebbero acquistato ingenti quantitativi di merce all’ingrosso, come prodotti agroalimentari, edili, elettronici e materie plastiche, attraverso assegni scoperti o bonifici bancari disposti e immediatamente annullati.

Il disegno criminoso avrebbe interessato le province di Novara, Milano, Varese, Modena e, più di recente, Padova e Brescia. Nel dettaglio, il Gip di Rovigo che ha coordinato le indagini, ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti del rappresentante legale di un centro elaborazione dati contabili e l’obbligo di presentazione quotidiano alla polizia giudiziaria, con contestuale obbligo di dimora nel luogo di residenza, a carico di due buyer.
L’operazione illustrata questa mattina in conferenza stampa, è la prosecuzione di un filone di indagini già avviato e che aveva assicurato alla giustizia 8 persone. I truffatori non si sono però fermati. Tra i mesi di febbraio e dicembre 2021, così come era stato già riscontrato nella provincia di Padova, l’organizzazione criminale – nel frattempo trasferitasi nell’hinterland bresciano – avrebbe messo a segno analoghe truffe, approvvigionandosi, senza onorare il pagamento del relativo corrispettivo, di ulteriori merci di varia natura, quantificate in oltre 2,2 milioni di euro, che venivano sempre cedute fuori dagli ordinari circuiti commerciali. All’atto dell’esecuzione del primo provvedimento cautelare nel settembre scorso, era stato possibile recuperare alcuni di questi beni, per un valore di 250 mila euro circa, compresi generi alimentari di immediato deperimento, che, nell’ottobre dello stesso anno, sono stati devoluti in beneficenza a Enti e Associazioni attive nella provincia di Padova per l’assistenza a famiglie in difficoltà economica.

In totale la truffa ammonta a circa 4 milioni di euro. E’ stato possibile alienare alcuni beni sequestrati a gennaio, del valore di 1,2 milioni di euro, che hanno permesso di ristorare, seppure in parte, il danno derivante dalle truffe. Per limitare la reiterazione del reato, sono state segnalate ai competenti uffici dell’Agenzia delle Entrate le partite IVA delle società-veicolo ancora attive per la relativa cessazione d’ufficio, così da interrompere un articolato meccanismo che, per oltre due anni, ha causato la distorsione della concorrenza in danno dell’imprenditoria sana.

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