venerdì, 29 Marzo, 2024
Politica

Il catasto spacca il Governo. Centrosinistra con Draghi

Bocciata la proposta di Lega e FI

Riforma del catasto, un voto in Commissione promuove la legge ma spacca il Governo. Tensioni sempre più profonde nella maggioranza del premier Draghi. Ieri dopo una giornata all’insegna di un rinvio per esaminare la proposta presentata da Lega e Forza Italia, in serata con un voto a sorpresa l’emendamento presentato dal Centrodestra è stato bocciato. La norma prevista da Lega e FI era soppressiva dell’articolo 6 della riforma del catasto. Il Centrodestra aveva proposto solo la verifica e gli accertamenti degli immobili cosiddetti “fantasma”, evitando così un aumento di tasse che deriverebbe dagli adeguamenti catastali previsti dall’articolo 6.

Contrario il Centrosinistra in linea con il premier Draghi che sull’argomento non ha fatto trapelare margini di trattativa. Ieri sera nel voto in Commissione Finanze è prevalsa riforma che esclude l’emendamento del Centrodestra, ponendo il Governo in salvo ma la maggioranza si è spaccata.

Lo scontro in Commissione

I voti contrari sono stati 22, i favorevoli alla cancellazione dell’emendamento del Centrodestra, sono stati 23. Un solo voto di differenza. Il risultato ha immediatamente acceso un dibattito veemente. A lanciare una accusa tranciante il segretario Pd Enrico Letta. “Il centrodestra ha appena tentato di far cadere il governo Draghi sul riordino del catasto. Non vi è riuscito per un soffio. Abbiamo tenuto. Sembra una fake news, in uno dei giorni più drammatici della nostra storia recente. Purtroppo è una notizia vera. Sono senza parole”, attacca Letta. Subito dopo la risposta di Lega e Forza Italia che hanno sottolineato la situazione di grave emergenza per imprese e famiglie. “Con i costi dell’energia alle stelle e l’inflazione ai massimi storici, in un momento di grande preoccupazione per la guerra alle porte e con il Covid che ancora fa paura, la sinistra impone al governo di aumentare le tasse sulla casa”. La polemica si è allargata ai due schieramenti. Forza Italia ieri sera parlava di: “menzogne della Sinistra sul catasto”. Fratelli d’Italia dall’opposizione rincarava la dose. “Porre la riforma del catasto come la condizione per la sopravvivenza del Governo Draghi dimostra quanto questo Esecutivo sia lontano dalla realtà e dai problemi degli italiani. È patetico assistere in queste ore a vertici, trattative e litigi su un provvedimento che ha come unico obiettivo quello di aumentare agli italiani le tasse sulla casa. Questa è la verità e le menzogne del Pd e della sinistra sono inaccettabili perché tutti sanno che questa riforma avrà finalità fiscali. Su questo tema non possono esserci compromessi per mettere d’accordo i partiti di maggioranza. Fratelli d’Italia”, hanno sottolineato Marco Osnato, Lucia Albano e Galeazzo Bignami, deputati di Fd’I, componenti della commissione Finanze, “continuerà a mantenere l’impegno preso con gli elettori di centrodestra: no a nuove tasse sulla casa. Per questo la nostra posizione rimane la stessa: la riforma del catasto non è una priorità e va stralciata dalla delega fiscale. Ci chiediamo perché forze di centro destra continuino a sostenere un Governo in cui non riescono ad incidere su nulla”.

Prima della spaccatura

Il dibattito nel pomeriggio di ieri appariva destinato a trovare un punto di incontro. Si era decisa una sospensione – per ragionare sulla nuova ipotesi – e si erano trovati favorevoli Pd e 5s. Per il rinvio anche il presidente della commissione, Luigi Marattin. La Lega puntava a togliere l’articolo 6 che riforma la classificazione dei fabbricati, e il Centrosinistra, 5S e il resto della maggioranza pronti a sostenere una riforma su cui il Premier Mario Draghi non intendeva trattare. Una posizione a sé quella di Forza Italia che con la riscrittura dell’articolo 6 si era proposta di mediare, ma chiede più tempo. L’obiettivo è predisporre un testo che superi le tensioni e riapra la strada ad una discussione di merito.

Le posizioni in Commissione

Per il Centrodestra senza correttivi la riforma si tramuterà in una patrimoniale sul bene più caro agli italiani, la casa. Il Centrosinistra, invece, nel difendere la norma, con Pd, Iv, Leu, Azione e M5s, si era mostrato aperto ad un confronto, ponendo tuttavia dei paletti. La proposta sul catasto avanzata dal Centrodestra, osservava il Centrosinistra, è accettabile solo nella misura in cui sarà reinserita la mappatura dei valori di mercato, senza finalità fiscali. Altrimenti Pd e 5S sono pronti a rispedire al mittente il testo giudicato
“inaccettabile”.

Lega e Forza Italia

A giudizio dei capogruppo del Centrodestra (Fi, Lega e Ci e Nci), invece la proposta poi bocciata, prevedeva una nuova mappatura puntando solo sulla ricerca degli immobili fantasma. Una ricerca da fare con il coinvolgimento degli enti locali, puntualizzando che “le informazioni rilevate non sono utilizzate né per finalità fiscali né per il computo”, dell’Isee né “per incrementare il gettito fiscale totale fatta salva l’emersione di base imponibile”. In altri versi la riforma non deve tramutarsi in nuove tasse sulla casa.

Il diverbio

La contrapposizione tra schieramenti si era accesa martedì dopo una valutazione a botta calda della
sottosegretaria Guerra, che aveva evocato una ripercussione sulla tenuta del Governo.
“Se l’articolo 6 non è approvato si ritiene conclusa l’esperienza di governo”, parole che hanno scatenato la reazione della Lega. A scendere in campo con altrettanta determinazione i capigruppo nelle commissioni Bilancio e Finanze Massimo Bitonci e Giulio Centemero e il vicepresidente della VI commissione Alberto Gusmeroli a nome di tutti i commissari Lega che sottolineano come “gravissimo l’aut-aut della sottosegretaria al Mef”. “Minacciare la crisi di governo qualora non si approvasse così com’è la riforma del catasto è da irresponsabili”. Stessa musica per Fratelli d’Italia che insisteva in uno stralcio dell’articolo 6. Contro la sottosegretaria del Mef anche Gabriella Giammanco, vice presidente del gruppo Forza Italia al Senato, che nel criticare “l’ultimatum” si era detta “basita”. Critiche anche dal M5s con Marco Pellegrini, vicepresidente del gruppo del Senato, che vede: “parole e pressioni semplicemente irricevibili”. Sul fronte opposto Leu che aveva proposto anche un emendamento per anticipare la riforma dal 2026 al 2023.

Cos’è l’articolo 6

Il Governo studia un modo per non aumentare le tasse, ma nel contempo la riforma dovrà essere fatta e i valori catastali dovranno essere rivisti. Una revisione che appare tra i temi centrali per l’agenda di Governo in quanto collegato agli obiettivi del Piano nazionale di Ripresa. Il premier Draghi ha già fatto conoscere il suo pensiero e la riforma va approvata in tempi rapidi. Il tutto ruota attorno all’articolo 6 della legge che prevede la delega al Governo per l’adozione di norme per modificare il sistema di rilevazione catastale degli immobili, che entreranno in vigore nel 2026. In gioco nel frattempo entrerebbero nuovi strumenti da mettere a disposizione dei Comuni e all’Agenzia delle entrate. Strumenti di controllo capaci di individuare il classamento degli immobili. Stando finora a quanto previsto, in particolare all’unità immobiliare andrà attribuito un valore patrimoniale e una rendita attualizzata, rilevati in base ai valori di mercato, anche attraverso meccanismi di adeguamento periodico.

Comuni e Agenzia alleate

Un nuovo compito sarà assegnato ai Comuni e all’Agenzia che avranno la possibilità di accelerare l’individuazione e il corretto classamento di alcune categorie. Ad esempio gli “immobili attualmente non censiti o che non rispettano la reale consistenza di fatto, la relativa destinazione d’uso ovvero la categoria catastale attribuita”; e ancora saranno individuati, i terreni edificabili accatastati come agricoli. Nel mirino ci saranno inoltre gli immobili abusivi. Ai Comuni ed Agenzia saranno assegnati specifici incentivi e “forme di valorizzazione delle attività di accertamento svolte dai comuni in questo ambito, nonché garantendo la trasparenza delle medesime attività”.

Accertamenti sulle proprietà

La riforma prevede anche un armamentario nuovo di 
strumenti e modelli organizzativi che “facilitino la condivisione dei dati e dei documenti, in via telematica, tra l’Agenzia delle entrate e i competenti uffici dei comuni nonché la loro coerenza ai fini dell’accatastamento delle unità immobiliari”.

Fibrillazione nella maggioranza

L’attenzione dei partiti si è fatta maggiormente sentire nelle ultime ore. C’è chi teme che il pressing del Governo, sul catasto, faccia dimenticare le ragioni vere di una riforma del fisco. Che rimangono ancora tutte sulla carta, come quella di abbassare la pressione su imprese e famiglie, ridurre la burocrazia, accelerare l’innovazione e la semplificazione del sistema fiscale.

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