venerdì, 19 Aprile, 2024
Economia

Il metodo “compliance” e l’Agenzia recupererà 2 miliardi e 400 milioni

Giorni d’attesa per 2 milioni e seicentomila cittadini che sanno che l’Agenzia delle entrate li scoverà. In modo soft ma implacabile attraverso le lettere di “compliance”. Il nuovo temine che per gli strateghi della comunicazione dell’Agenzia dovrebbe suonare accattivante. Le missive sono “inviti” a pagare quanto dovuto per le anomalie sulle dichiarazioni dei redditi degli ultimi anni. In altri versi i cittadini potranno adempiere in modo spontaneo agli obblighi tributari. Quindi per ora un approccio gentile con cui le Entrate ha fissato gli obiettivi per il 2022 e fino al 2024. Ma i contribuenti autori di “anomalie” non si illudano perché secondo i calcoli già fatti dovranno sborsare un recupero a favore dell’Agenzia di 2 miliardi e 400 milioni. Ma quanto vale ogni singola lettera che porta il contribuente a correggere errori o dimenticanze? In media, l’importo di un ravvedimento da compliance, secondo i calcoli, è di 2.200 euro.

Il metodo compliance

Come sono inviate e a chi le lettere di compliance? Questa è la novità frutto dell’attività di controllo che utilizza sempre più in modo esteso la tecnologia. L’obiettivo dell’Agenzia è duplice, incassare e nel contempo modernizzazione l’intero sistema fiscale. Così da rendere i rapporti con il contribuente aperti, collaborativi, con la disponibilità ad ascoltare i rilievi anche critici. Ben sapendo che i margini di errore a favore dei cittadini contribuenti sono davvero bassi. La lotta all’evasione è svolta con l’utilizzo delle banche dati, con incroci sempre più sofisticati di introiti, fatture, prelievi, spese, versamenti. Ogni passaggio è monitorato con un incrocio di dati dall’ex spesometro alla nuova fattura elettronica. Così il Fisco è in grado di rilevare anomalie in tempo reale.

L’impegno dell’Agenzia

Gli obiettivi dell’Agenzia sono messi nero su bianco in 35 pagine pubblicate nell’atto di indirizzo 2022-2024 sulla politica fiscale che il ministro dell’Economia e Finanze, Daniele Franco, ha inviato a tutte le strutture dell’amministrazione finanziaria.
Il contribuente dovrà essere messo a suo agio ma nel contempo è avvertito che l’amministrazione conosce ogni dettaglio della sua vita finanziaria, quindi inutile girarci attorno meglio pagare e sistemare le “anomalie” e dormire sonni tranquilli.

Accertamenti e risultati

I controlli proseguiranno per tutto il 2022 e sono un pezzo importante del Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’invio delle lettere di compliance proseguirà anche tra il secondo e quarto trimestre 2022. I risultati attesi non sono solo economici con il recupero dei miliardi 2 miliardi e 400 milioni, che l’Agenzia ritiene evasi, ma il sistema di verifica servirà a ridurre anche i cosiddetti “falsi positivi”. L’Agenzia dovrà autocorreggere e limitare i suoi errori ad un massimo del 5%. In più i tecnici delle Entrate prevedono che l’aggancio del cittadino con “fisco amico” porterà nelle casse dell’Agenzia un aumento del 15% delle entrate.

Corsa al gettito

C’è un ulteriore obiettivo che l’Agenzia persegue ed è indicato per il 2024 quando gli invii delle lettere di compliance aumenteranno del 40% e il gettito prodotto dovrà essere maggiore de 30%. Uno slancio non da poco, perché nelle proiezioni del Ministero c’è il calcolo di un ampliamento della folla di cittadini che commetteranno “anomalie” dal momento che nel 2022 c’è la fine della privacy sulle fatture elettroniche. Saranno tempestivamente individuati i casi di sotto-fatturazione ed evasione totale. Nel mirino finiranno le partite Iva che dovranno fare molta attenzione alle sanzioni se non ci sarà coerenza tra l’importo fatturato e il bene ceduto.

C’è ci dice no

C’è poi chi decide di non ravvedersi. I motivi possono essere diversi tra cui la buonafede a insistere nel non aver commesso anomalie ed errori. In tutto sono 11.500 gli accertamenti eseguiti dopo le lettere: quasi il 50% riguarda l’omessa o parziale registrazione da parte dei fornitori delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi.

 

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