venerdì, 19 Aprile, 2024
Società

E accanto al portone dove abitava padre Puglisi…

Segni forti di un cammino culturale e di fede fatti ed espressi con coerenza. Un segno indelebile come quello posto a Piano San Gregorio dove Giovanni Paolo II lanciò l’anatema contro la mafia e i suoi carnefici e lì abbiamo posato una targa in marmo con le parole di San Giovanni Paolo II e un cero esagonale rivestito da mattonelle curate dai detenuti del carcere “Pagliarelli” con i quali abbiamo coordinato un progetto culturale sul tema della legalità.

E poi l’agenda in marmo posta dove i carnefici dell’odio freddarono il giudice Rosario Livatino. Anche li un segno tangibile del Parlamento della Legalità internazionale: un’agenda  aperta con la scritta color oro “Sub Tutela Dei: Anche noi ci crediamo-I giovani del Parlamento della Legalità”. Era il settembre del 1993 e accettai la docenza all’Istituto Superiore “Alessandro Volta” una scuola a pochi passi da Piazza Anita Garibaldi dove i sicari del quartiere Brancaccio il quindici dello stesso mese freddarono il prete che parlava troppo di Dio, padre Pino Puglisi. Accompagnato dagli studenti fuori orario scolastico vidi quel portone, quel nome del sacerdote “scomodo” e subito scatto un pensiero: “Non può finire così”. Parte un progetto formativo culturale “Quando la paura non ci fa più paura” e con un fiume di adolescenti prende il via la battaglia culturale.

Si scrive, si disegna e si canta, si danno voce a incontri culturali e con chi ci crede ma non sa come esporsi si da’ vita  a una  targa frutto di risparmi. La scritta dice tutto “Il tuo coraggio nelle nostre azioni, la tua semplicità nei nostri occhi, nel Vangelo la nostra certezza e le note della nostra speranza. A padre Puglisi oi giovani liberi. la mafia è forte, ma Dio è Onnipotente”. Viene inchiodata nell’aprile del 94. Sicuramente Papa Francesco arrivando in piazza Anita Garibaldi si sarà fermato a leggerla. Avrà colto il grido di tanti giovani che spronati a dare corpo a un inno di speranza e di bellezza hanno ricordato ai mafiosi dell’ombra, a quelli che nutrono sentimenti di odio, vendetta, rancore, cattiveria, che “Dio è Onnipotente”.

Una targa che è li, incisa con i battiti di cuore di tanti giovani che oggi sono cresciuti e tanti hanno figli. Un richiamo a una coscienza chiamata a rendere conto delle proprie azioni, una targa che sa dire da quale parte stare. Non siamo quelli dell’antimafia dell’ultima ora: Non ci interessa. La retorica la lasciamo a chi fa finta di essere ciò che vorrebbe essere. Noi siamo quei viandanti che dove passano lasciano una traccia, un segno, un seme per dire agli smarriti di cuore “Coraggio, non temete”. Verrà una volta il giudizio di Dio (firmato San Giovanni Paolo II)  lo stesso Papa che l’otto settembre del 1994 ci fece pervenire una lettera con la quale ci esortava a “proseguire con fermezza nell’impegno…”. E noi lo stiamo facendo con più di sessanta Ambasciate culturali in tutta Italia e un fiume di giovani che chiedono persone vere che non si possono ne comprare ne vendere. Perché “La Verità rende Liberi”: E la libertà non ha prezzo.

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