venerdì, 19 Aprile, 2024
Società

Il Governo non dimentichi il diritto all’oblio

Ancora un passo avanti nella realizzazione del c.d. “diritto all’oblio”, ovvero la possibilità per chiunque (a determinate condizioni) di essere dimenticati dal web, con la conseguenza di impedire ai motori di ricerca di ripescare in rete notizie relative a fatti passati che li riguardino direttamente.

Cos’è il diritto all’oblio e cosa prevede la riforma

L’articolo 1, comma 25 della recente delega al Governo approvata dal Parlamento in materia di riforma del processo penale introduce una specifica previsione in base alla quale il decreto di archiviazione, la sentenza di non luogo a procedere o di assoluzione costituiranno titolo per l’emissione di un provvedimento di deindicizzazione della notizia dal web, affinché si possa garantire e rendere effettivo il diritto all’oblio degli (ex) indagati o imputati.

Nato come diritto di matrice giurisprudenziale per mezzo dell’intensa attività della Corte di giustizia dell’UE, il diritto all’oblio è stato codificato con il Regolamento (UE) n. 2016/679 sul trattamento dei dati personali (noto come GDPR). Infatti, all’interno di questa corposa materia, l’art. 17 del GDPR introduce un espresso riferimento al diritto ad essere dimenticati, attraverso la cancellazione dei propri dati personali ovunque essi si trovino.

Adesso, grazie alla specifica delega parlamentare demandata al Governo, ogni imputato sollevato dall’accusa penale avrà la possibilità – contestualmente alla sentenza – di chiedere che ogni riferimento a quella vicenda giudiziaria, conclusasi in un nulla di fatto, venga per sempre scordata dalla Rete.

Riforma del processo penale: a che punto siamo

La riforma del processo penale è in discussione dal marzo 2020. Presentato dal Governo Conte II, i lavori si sono protratti sino all’insediamento del Governo Draghi, il quale nel marzo 2021 per mezzo del Ministro della giustizia Cartabia, ha disposto una Commissione di studio per elaborare alcune proposte di riforma su tale materia (c.d. Commissione Lattanzi). Sulla scorta di questi lavori preliminari, nel luglio di quest’anno il Governo ha presentato una serie di emendamenti al testo originario e, dal confronto parlamentare, il testo si è arricchito anche della previsione di una norma dedicata all’oblio. Adesso la speranza di tutti è che, nel decreto delegato, essa non venga “dimenticata” da Palazzo Chigi.

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