Con la decisione di votare alcune modifiche al ddl. Zan, Renzi mette, forse, la parola fine ai tempestosi rapporti con il partito in cui è cresciuto, di cui è stato segretario e da cui era uscito nel settembre del 2019.
Al di là del tema specifico e della complessa materia della legge contro l’omotransfobia, emerge in tutta chiarezza la volontà di Renzi di assestare un colpo a freddo contro Enrico Letta, che della battaglia sul ddl Zan ha fatto una questione irrinunciabile, identitaria e di principio.
Dopo il fatidico “Enrico stai sereno” questa è la seconda volta che Letta si sente colpito alla schiena da Renzi.E stavolta in maniera ancor più imprevedibile e spregiudicata. Italia Viva aveva votato il testo approvato alla Camera. Ma al Senato sceglie di accogliere alcune modifiche chieste in qualche modo dalla Lega. In questo modo spiazza il Pd che deve decidere: se insiste per il voto sul testo così com’è rischia una bocciatura, se, invece accetta le modifiche di Renzi fa un clamoroso passo indietro a tutto vantaggio del senatore di Rignano.
Il movimentismo di Renzi scompagina sempre le carte all’interno del Pd. Così è stato quando Zingaretti non voleva l’alleanza con i 5 Stelle; situazione simile quando Renzi, formato il Conte 2, ha deciso la scissione dal Pd; e poi ancora quando, a dicembre, Renzi ha scatenato l’offensiva che ha portato alla caduta del governo giallo-rosso.
La sua decisione è, oggettivamente, un assist a favore di Salvini e un irrimediabile calcio negli stinchi del Pd che rischia di subire un’umiliazione senza precedenti
Questa volta però non è una delle tante scaramucce col partito del Nazareno.Renzi sembra voler rompere definitivamente tutti i ponti col Pd, cancellando ogni possibilità di permanenza, a suo modo confusa, nell’alveo della sinistra tradizionale
Questo è il senso delle varie iniziative politiche di Renzi. Nel 2014 Renzi la sinistra la voleva riformare dalle fondamenta e ci provò in maniera brusca cominciando a rottamare la vecchia guardia del Pd. Stavolta si profila, invece, un cambio di campo e un riposizionamento in un’area che non si può neanche definire di centro. D’altro canto Renzi rifiuterebbe questa etichetta come qualsiasi altra. Renzi è un abilissimo tattico e definisce la sua strategia sul successo o meno di operazioni tattiche.
Acerrimo nemico del Salvini del Papeete, Renzi è oggi molto più in sintonia con alcune mosse del leader leghista. Sullo sfondo c’è la Partita del Quirinale. Per l’elezione di Mattarella Renzi escluse Berlusconi dagli accordi e ruppe il patto con Forza Italia. Ora , invece, è Renzi che non vuol essere escluso dall’elezione del successore di Mattarella.Per questo deve entrare nella trattativa con Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia per raggiungere un accordo per il prossimo inquilino del Quirinale. Insomma un moto perpetuo.