martedì, 24 Giugno, 2025
Esteri

Putin condanna l’attacco a Teheran: “Un’aggressione non provocata e ingiustificata”

Un’aggressione non provocata e ingiustificata”: così il Presidente russo Vladimir Putin ha definito l’attacco israeliano contro la Repubblica Islamica dell’Iran, nel corso di un incontro al Cremlino con il Ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi. La reazione di Mosca è netta e arriva a poche ore di distanza da una serie di bombardamenti compiuti dalle Forze di Difesa Israeliane nel cuore di Teheran. Il Ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha confermato in una dichiarazione ufficiale l’operazione in corso, descrivendola come “un’azione senza precedenti” volta a colpire obiettivi del regime iraniano, organi di repressione e simboli ideologici. Tra i bersagli figurano il quartier generale del Basij – la forza paramilitare legata ai Guardiani della Rivoluzione –, il carcere di Evin, noto per ospitare prigionieri politici e dissidenti, e persino l’orologio della ‘Distruzione di Israele’, installato nel 2017 in piazza Palestina, che simboleggia il conto alla rovescia verso la fine dello Stato ebraico prevista dalla teocrazia iraniana entro il 2040.
Secondo fonti israeliane, il raid sull’ingresso del carcere di Evin sarebbe stato concepito anche per consentire un’evasione di massa da parte degli oppositori politici detenuti, ma non risultano vittime tra i prigionieri. La Mezzaluna Rossa iraniana ha confermato la presenza di feriti tra il personale e danni strutturali all’entrata dell’istituto penitenziario, mentre la magistratura iraniana ha dichiarato che la situazione è “sotto controllo”.

Obiettivi sensibili

Gli attacchi hanno colpito anche altri obiettivi sensibili, tra cui l’impianto nucleare di Fordow, nella città santa di Qom, e l’Università Shahid Beheshti a Teheran, considerata un centro strategico di ricerca e sviluppo legato al programma nucleare iraniano. Decine di membri dei Pasdaran sarebbero rimasti uccisi nella nuova ondata di bombardamenti, secondo quanto riportato dai media israeliani. Gli attacchi israeliani avrebbero dunque colpito non solo infrastrutture militari, ma anche simboli del potere e della propaganda ideologica del regime degli ayatollah.

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