lunedì, 16 Giugno, 2025
Attualità

Papa Leone XIV: “La pace è un dovere quotidiano”

All’Angelus e nella Messa per il Giubileo degli Sportivi, il Pontefice rilancia il valore dello sport come cammino di umanità e comunione

Ieri, nella solennità della Santissima Trinità, Papa Leone XIV ha aperto il suo Angelus in Piazza San Pietro con un appello forte e diretto alla pace. “La pace è un dono, ma anche una responsabilità quotidiana” ha dichiarato il Pontefice, rivolgendosi ai fedeli e al mondo intero. Il suo intervento arriva in un contesto segnato da tensioni internazionali, conflitti aperti e una crescente cultura della separazione. Le sue parole non sono rimaste generiche: ha parlato della necessità di coltivare la pace nei gesti quotidiani, nel modo in cui ci si relaziona con gli altri, nei rapporti tra i popoli ma anche nelle famiglie, nei luoghi di lavoro e nelle comunità scolastiche.

Pace come forma attiva di relazione

Papa Leone XIV ha voluto sottolineare come la pace non sia uno stato passivo ma un movimento, un cammino che parte dal riconoscere l’altro non come nemico o ostacolo ma come volto da accogliere. Ha richiamato la Trinità come immagine di una relazione viva, dinamica, dove la comunione si fonda sull’ascolto reciproco e sul dono. “Dio non è chiuso in sé” ha detto, “è apertura, dialogo, relazione. La pace nasce da questo stesso dinamismo”. Una pace, dunque, che si costruisce giorno dopo giorno, non solo con trattati o decisioni politiche ma anche e soprattutto nella vita ordinaria.

Lo sport come linguaggio universale di pace

Nel pomeriggio, nella Basilica di San Pietro, Papa Leone XIV ha celebrato la Messa per la conclusione del Giubileo degli Sportivi. Anche qui il tema della pace ha attraversato le sue parole, declinato attraverso il linguaggio dello sport. “Ogni buona attività umana porta in sé il riflesso della bellezza di Dio” ha detto, sottolineando come anche lo sport, se vissuto con spirito autentico, può essere luogo di incontro, rispetto e costruzione di relazioni. Ha ricordato che Dio è movimento, non staticità, e proprio per questo lo sport può diventare un canale per riscoprire la dimensione relazionale dell’umano.

Un gesto atletico come dono di sé

Durante l’omelia, il Papa ha offerto una riflessione originale sulla parola “Dai!”, tipica incitazione rivolta agli atleti durante le gare. “Non ci pensiamo, ma è un imperativo che ha a che fare con il verbo dare” ha osservato. Nello sport, come nella vita, si tratta di dare sé stessi, non solo per vincere ma per condividere uno sforzo, per crescere insieme, per restituire qualcosa a chi ci sta vicino. “Questo va al di là del risultato. È un gesto che ci educa alla relazione con l’altro”.

Sport e comunità contro solitudine e isolamento

Il Papa ha poi approfondito tre aspetti che rendono lo sport uno strumento educativo potente. Il primo è la sua capacità di contrastare l’individualismo: in una società dove spesso prevale l’io sul noi, lo sport, in particolare quello di squadra, insegna il valore del camminare insieme. È un’esperienza concreta di cooperazione, dove ogni ruolo conta e nessuno può bastare a sé stesso. “È lo stesso principio della vita trinitaria, che non è chiusura ma apertura e comunione” ha detto il Pontefice.

Corpo e tempo reale nell’era digitale

Un secondo elemento riguarda il rapporto con la realtà. In un mondo sempre più digitale, dove si rischia di vivere attraverso gli schermi e perdere il contatto diretto con gli altri, lo sport valorizza la presenza fisica, il tempo condiviso, lo spazio vissuto insieme. È un’occasione per restare ancorati al corpo, alla fatica, alla concretezza dell’esistenza. Secondo Papa Leone XIV, questa esperienza è oggi fondamentale per riscoprire l’umanità nei rapporti quotidiani.

Imparare anche a perdere

Infine, il Pontefice ha voluto soffermarsi sull’importanza della sconfitta. In una cultura che esalta solo i vincenti, lo sport insegna che anche perdere ha un valore formativo. “Il campione che non sbaglia mai non esiste” ha affermato. Riconoscere i propri limiti, accettare l’imperfezione, cadere e trovare il coraggio di rialzarsi: tutto questo è parte del percorso umano e può diventare seme di speranza. Lo sport, da questo punto di vista, diventa scuola di umanità.

Un invito alla missione per sportivi e famiglie

Papa Leone XIV ha concluso la sua omelia con un messaggio rivolto a tutti: “La Chiesa vi affida una missione bellissima: essere, con le vostre attività, riflesso dell’amore di Dio Trinità”. Non si è rivolto solo agli atleti ma anche ai formatori, alle famiglie, alle società sportive, invitandoli a vivere il loro impegno con entusiasmo e responsabilità.
Alla celebrazione in San Pietro erano presenti il presidente uscente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach e il ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi.

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