Azioni “forti” e “immediate”, un piano da otto miliardi articolato in tre interventi mirati per riaccendere la fiducia delle imprese, e soprattutto uno scatto netto sul nucleare, da realizzare “in sette anni, se si parte oggi”. Emanuele Orsini, Presidente di Confindustria, chiude così il 54° convegno dei Giovani Imprenditori a Rapallo, con un discorso deciso e carico di messaggi al governo e alla politica. Il nodo centrale? “L’incertezza», parola ripetuta come un mantra: “Oggi è questo il vero tema – ha detto Orsini –. Le aziende sono in modalità difensiva, frenano sugli investimenti perché manca una visione chiara. È come chiedere a un cassintegrato di comprarsi un’auto nuova”. Di qui la richiesta al governo di imprimere una svolta. “Serve un overboost – spiega – un piano da 8 miliardi con fondi di coesione, Pnrr e contratti di sviluppo. Ma bisogna essere veloci, non possiamo impiegare tre anni per completare un’istruttoria”.
Il Presidente degli industriali ha poi messo l’accento sul tema energia. “Non possiamo più permetterci di dire no al nucleare per ragioni ideologiche. Se partiamo adesso, potremmo essere pronti in sette anni. Ma se diventa una battaglia politica, allora si blocca tutto. È una responsabilità sociale – aggiunge – che devono assumersi anche i partiti. Il nucleare è sicurezza energetica, stabilità e competitività per le imprese”. Una posizione che si fa ancora più urgente alla luce dell’escalation in Medio Oriente, che ha riacceso le tensioni sul fronte energetico. “Serve coesione nazionale su temi strategici. O si va avanti insieme, oppure il rischio è l’immobilismo”, ha ribadito Orsini.
Automotive
Acceso anche il passaggio sull’automotive. “Abbiamo fatto un disastro – ha detto senza mezzi termini –. Abbiamo rinunciato al nostro primo prodotto, non per scelta di mercato ma per imposizione normativa. Io non sono contro l’auto elettrica, ma contro l’eliminazione di tecnologie per legge. È un approccio miope e penalizzante”. Nel mirino anche il sistema dei crediti di carbonio, “nato con finalità nobili, ma che oggi è diventato terreno fertile per speculazioni. Non è questa l’Europa che vogliamo”. Guardando all’incontro del 26 giugno con le organizzazioni sindacali, Orsini ha lanciato un messaggio chiaro: “Non li ho visti al nostro fianco in Europa a difendere le imprese, né sull’automotive né sulla competitività. Difendere le aziende significa tutelare il lavoro e le famiglie. Spero che su questi dossier cruciali ci sia un fronte comune”.
Il piano da 8 miliardi proposto da Confindustria punta su tre assi: riutilizzo dei fondi di coesione per progetti ad alta ricaduta industriale; rimodulazione delle quote del Pnrr, per indirizzare risorse verso settori strategici; accelerazione dei contratti di sviluppo, eliminando lungaggini burocratiche che oggi richiedono fino a tre anni per completare un’istruttoria.
“Tutto ciò – conclude Orsini – per tornare a essere il Paese che, nel post-Covid, ha saputo rimboccarsi le maniche e aumentare la produttività del 20%. Le nostre aziende sono pronte, ma vanno messe nelle condizioni di correre”.