domenica, 8 Giugno, 2025
Sanità

Anaao. L’ira dei giovani aspiranti medici: il numero chiuso resta, ma è arbitrario e non meritocratico

Segnalate 10 storture che bloccano l’accesso alla professione

Sempre più una corsa agli ostali. Per gli aspiranti giovani medici arrivare ad intraprendere studi, laurea e carriera è sempre più difficile. Lo sottolinea “Anaao Giovani”, che si scaglia contro la riforma dell’accesso a Medicina: “Una riforma peggiorativa che rende la selezione più caotica, iniqua e meno meritocratica. Il test non viene abolito ma triplicato, diventa più selettivo e con modalità confuse. Abolite solo le parole, non la sostanza: migliaia di giovani continueranno a non entrare, ma con un sistema più ingiusto e frammentato.”

Riforma caotica e iniqua

È stato pubblicato il decreto ministeriale che a nostro avviso, evidenziano i giovani medici, ha riformato in “senso peggiorativo l’accesso ai corsi di laurea in medicina e da una accurata lettura non si può non evidenziare le molteplici storture di una riforma che rende più caotica, iniqua e meno meritocratica la selezione dei medici del domani”.

Ecco quindi il decalogo delle storture secondo Anaao Giovani

N. 1: una riforma solo per alcune Università.

Prima di tutto, occorre evidenziare che al comma 1 dell’Articolo 1 si legge che tale riforma “non si applica ai corsi di studio erogati in lingua inglese ed ai corsi di studio erogati dalle università non statali legalmente riconosciute”. Se consideriamo il bando del 2024, il 16% dei posti a concorso (3.179 su 19.346) furono destinati alle 8 università private (Cattolica del Sacro Cuore, Europea, Link, LUM, San Raffaele, UKE di Enna, UniCamillus e Campus Biomedico) e il 7% dei posti (1.345 su 19.346) furono destinati a corsi in lingua inglese. Quindi, se vi sarà la stessa proporzione nella suddivisone dei posti, il numero chiuso è stato “abolito” solo per 3 studenti su 4.

N. 2: il “semestre-filtro” non esiste

Al comma 1 dell’Articolo 4 si legge che “Le attività formative del semestre filtro, di norma, iniziano il 1° settembre e si concludono entro il 30 novembre”, che con semplice conteggio si evince che i giorni sono 90 e non circa 180 come qualunque semestre.

N. 3: il test d’ammissione non viene abolito, viene triplicato e reso non ubiquitario

Al comma 1 dell’articolo 4 si legge che “Il semestre filtro (di 90 giorni nda) si compone dei seguenti insegnamenti: a) Chimica e propedeutica biochimica; b) Fisica; c) Biologia e gli esami di profitto (di 45 min) dei tre insegnamenti si svolgono nella medesima data e contemporaneamente in tutte le università e ciascuna prova d’esame consiste nella somministrazione di trentuno domande”. Pertanto, nel 2024 candidati dovevano rispondere a 70 domande, ora a 93: oltre a non scomparire, sono addirittura aumentate del 32% e se prima c’era un test unico nazionale ora c’è lo stesso test di prima per i corsi in lingua inglese e per le private (1/4 dei posti totali) e per le statali pubbliche ci sono tre test di 31 domande. Una babele che abolisce la selezione precedente che almeno era uniforme per tutti e crea confusione, storture e distorsioni.

N. 4: le domande a crocette diventano quiz come nei programmi televisivi

Al comma 3 dell’articolo 5 si legge che “Ciascuna prova d’esame consiste nella somministrazione di 31 domande, di cui 15 a risposta multipla e 16 a risposta con modalità a completamento”, una metodologia che lascia molte derive soggettive e non standardizzate nella verifica della effettiva correttezza della risposta. Infine, si legge che “È consentita la possibilità di correggere la parola una sola volta tramite l’inserimento di una diversa parola nello spazio sottostante a quello precedentemente utilizzato, avendo cura di annerire completamente la precedente risposta”, il che potrebbe paradossalmente far rendere riconoscibile il candidato con accurate strategie.

N. 5: i programmi di studio e le prove concorsuali non sono allineati tra loro

Al comma 3 dell’articolo 4 si legge che “il Ministro provvede a nominare due commissioni di esperti, incaricate una di predisporre i Syllabus relativi ai programmi degli insegnamenti, e l’altra di definire le prove di esame”. Pertanto, ci si può trovare nella condizione in cui la commissione che stila le domande inserisce un quesito sul Principio di Le Châtelier e la commissione che stila il programma di Fisica non l’abbia inserito tra gli argomenti, o viceversa. Pertanto, gli aspiranti medici si troveranno a rispondere a domande su argomenti che non hanno studiato e/o si troveranno a studiare argomenti di cui non seguiranno domande. Più che un test abolito, è un test complicato e fortuito.

N. 6: la graduatoria unica non viene abolita

Il nuovo decreto che ha la finalità di abolire il numero chiuso riserva un intero articolo (il settimo), all’“Inserimento nella graduatoria di merito nazionale”. Il criterio del maggior punteggio ottenuto nelle tre prove ovviamente resta e vengono abolite (questo sì) le parole “candidati non ammessi ad entrare e medicina” che sono sostituite con “In caso di mancata collocazione in posizione utile nella graduatoria di merito”. Quindi, se in passato c’erano migliaia di giovani che “non sono riusciti ad entrare a medicina” ora avremo migliaia di giovani che “non si collocheranno in posizione utile” dopo un semestre-filtro di soli 90 giorni e che potranno iscriversi ad un altro corso di laurea sanitario tra quelli indicati nel Decreto.

N. 7: una riforma che riduce le scelte

Nel concorso 2024 in cui il numero chiuso “non era abolito”, i candidati in sede di graduatoria nazionale potevano scegliere tutte le sedi universitarie di medicina (Da Palermo a Torino). Con questa riforma “i candidati potranno scegliere solo 10 facoltà”. Pertanto, il povero candidato residente a Milano che nel 2025 sta cercando di entrare a medicina potrà inserire a malapena solo le sedi lombarde, a differenza del suo collega del 2024 che “quando il numero chiuso ancora esisteva” poteva spingersi nella scelta fino a Bologna o Torino.

N. 8: il test diventa più selettivo

Nel concorso di ammissione a medicina 2024 ogni candidato, per entrare in graduatoria, doveva conseguire almeno 20 punti su 70 (almeno il 28% del punteggio a disposizione). Ora, con l’abolizione del numero chiuso il candidato, per entrare in graduatoria, “dovrà conseguire un punteggio di 18 su 31 per ognuna delle tre prove” quindi 54 su 93 (almeno il 58% del punteggio a disposizione). Il test non solo non viene abolito ma diventa (molto) più selettivo!

N. 9: si introduce un insegnamento iniquo e qualitativamente non uniforme

Al comma 4 dell’Articolo 4 si legge che “Le università disciplinano, nell’esercizio della propria autonomia, la metodologia didattica per l’erogazione delle attività formative, ai sensi della normativa vigente, e adeguano i piani di studio al fine di erogare gli insegnamenti”. Quindi, potremmo avere corsi in presenza, online o in modalità mista. Pertanto, gli studenti che “potranno iscriversi liberamente a medicina” lo sapranno prima dell’iscrizione se sosterranno lezioni in presenza oppure online? Di certo, la qualità formativa sarà diversa tra i vari atenei.

N. 10: in questa “abolizione” vengono aggiunte barriere di selezione

Al comma 1 dell’Articolo 9 si legge che “Lo studente può iscriversi al semestre filtro per un massimo di tre volte, anche in anni accademici non consecutivi”. Se in passato era possibile tentare il test nazionale infinite volte, ora viene ridotto a soli tre tentativi. Dalle statistiche ministeriali, l’1,3% degli attuali iscritti a medicina è entrato oltre il 3° tentativo: vengono aggiunte barriere ad un meccanismo di selezione che le barriere voleva abolirle.

Pericolose derive

Davanti a tali storture”, concludono i giovani del direttivo dell’Anaao, “non possiamo non essere preoccupati sulla tenuta di un meccanismo di selezione pieno di incoerenze e pericolose derive, destinato a fallire a causa di queste storture, frutto di una frettolosa norma elaborata da un gruppo di lavoro formato da soli Professori Universitari. Ribadiamo la nostra ferma convinzione delle necessità di un test unico nazionale a crocette (meritocratico) con una bibliografia nota e soprattutto con una programmazione rigorosa degli ingressi poiché, dobbiamo ricordarci, il “numero chiuso” non esiste, esiste il “numero programmato” e in un Paese civile la programmazione è la chiave di una gestione efficiente”.

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