sabato, 7 Giugno, 2025
Agroalimentare

Cibi contaminati, allarme Coldiretti: nel 2025 quasi un’allerta al giorno sulle importazioni

Nel 2025 il nostro Paese ha sfiorato una media inquietante: quasi un allarme alimentare al giorno legato a cibi importati. È quanto denuncia Coldiretti in occasione della Giornata mondiale della sicurezza alimentare, celebrata il 7 giugno e promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità. L’associazione agricola, sulla base dei dati Rasff (il sistema di allerta rapido europeo), accende i riflettori su una realtà poco visibile ma sempre più pericolosa: sulle tavole italiane circolano alimenti contaminati da pesticidi vietati, tossine cancerogene e batteri patogeni, spesso provenienti da Paesi dove le regole sanitarie sono molto più permissive rispetto a quelle europee. A fare da campanello d’allarme non è un episodio isolato, ma una costellazione di casi che spaziano dalle arachidi cinesi contenenti aflatossine oltre i limiti di legge alle arance egiziane trattate con il Chlorpropham, un pesticida bandito dalla normativa Ue dal 2020. La mappa tracciata da Coldiretti comprende anche il riso pakistano con tracce di Clorpyrifos, i fichi secchi e i pistacchi turchi contaminati da muffe pericolose, il pepe peruviano con un mix di sostanze tossiche, fino al tonno spagnolo con residui di mercurio superiori alla soglia di sicurezza. E non mancano alimenti contaminati da virus e batteri, come il pollo polacco alla salmonella e le ostriche francesi infette da norovirus.
Secondo l’Oms, ogni anno nel mondo circa 600 milioni di persone si ammalano per aver consumato cibi contaminati. Ed è proprio in questo contesto che la Giornata mondiale della sicurezza alimentare assume un significato ancora più urgente, richiamando l’attenzione sul ruolo decisivo della scienza per tutelare la salute pubblica e migliorare la qualità del cibo.

Un’altra verità

Ma i dati mettono in evidenza anche un’altra verità: i cibi importati sono molto più rischiosi di quelli prodotti in Italia. Secondo Coldiretti, i prodotti agroalimentari provenienti dall’estero presentano un tasso di irregolarità chimica otto volte superiore rispetto ai prodotti Made in Italy. Il confronto è chiaro: 5,6% di residui fuori norma tra le importazioni, contro appena lo 0,7% nei controlli effettuati su alimenti italiani. Una forbice che testimonia la qualità del sistema di controlli nazionale e la rigidità degli standard a cui devono sottostare gli agricoltori italiani, spesso penalizzati dalla concorrenza sleale di prodotti che non rispettano le stesse regole. È per questo che Coldiretti torna a chiedere l’introduzione di un principio fondamentale: la reciprocità. Se le regole europee impongono limiti stringenti sull’uso di pesticidi, antibiotici o ormoni nella produzione alimentare, lo stesso dovrebbe valere per le importazioni. Non è accettabile, sostiene l’organizzazione, che entrino liberamente nei nostri mercati prodotti provenienti da Paesi dove l’utilizzo di sostanze vietate in UE è ancora permesso. Allo stesso modo, diventa essenziale garantire la piena tracciabilità degli alimenti attraverso un’etichettatura chiara e obbligatoria sull’origine di ogni prodotto. Per sapere cosa si sta comprando, ma soprattutto da dove arriva.
Per promuovere questo obiettivo, Coldiretti ha lanciato una proposta di legge di iniziativa popolare a livello europeo, con l’ambizione di raccogliere un milione di firme e portare a Bruxelles una richiesta concreta: stop ai cibi camuffati da italiani e maggiore tutela per la salute dei cittadini e per il lavoro degli agricoltori onesti.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Servizio civile universale ad hoc per il mondo agricolo. La Cia: nuove opportunità per i giovani volontari

Ettore Di Bartolomeo

Agrifood Magazine – 4/6/2025

Redazione

Agroalimentare, motore di crescita per l’Italia. Coldiretti: sui dazi trattativa necessaria

Anna Garofalo

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.