sabato, 7 Giugno, 2025
Attualità

Mattarella da Papa Leone: “Porto l’affetto dell’Italia”

Visita del Presidente a Palazzo Apostolico, dialogo sui conflitti e sul ruolo della Chiesa. Poi il Capo dello Stato va ad Arezzo: “L’Ue è il frutto di una svolta storica contro i nazionalismi”

Un abbraccio solenne, un colloquio intenso e la rinnovata conferma di un legame profondo tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede. Si è svolta ieri in Vaticano, all’interno del Palazzo Apostolico, la visita ufficiale di Sergio Mattarella, accolto da Papa Leone XIV con tutti gli onori riservati alle grandi occasioni diplomatiche. Il Capo dello Stato è giunto in Vaticano accompagnato dalla figlia Laura. Ad accoglierli, nel Cortile di San Damaso, il Reggente della Prefettura della Casa Pontificia, Monsignor Leonardo Sapienza. Dopo l’esecuzione degli inni nazionali, il Presidente è stato ricevuto dal Pontefice nella Sala del Tronetto. Il cuore dell’incontro si è svolto nella Biblioteca privata, dove Papa Leone XIV e Mattarella si sono intrattenuti per oltre un’ora in un colloquio riservato.

Il Presidente Sergio Mattarella con Sua Santità Leone XIV, in occasione della visita Ufficiale in Vaticano
Il Presidente Sergio Mattarella con Sua Santità Leone XIV, in occasione della visita Ufficiale in Vaticano

Come riferito in una nota della Santa Sede, l’incontro ha avuto un tono “cordiale” e ha messo in luce la solidità delle relazioni bilaterali tra Italia e Vaticano. Particolare rilievo è stato dato alla crisi internazionale. I conflitti in Medio Oriente, con un focus sulla drammatica situazione nella Striscia di Gaza, e la guerra in Ucraina sono stati al centro della discussione. Entrambi gli interlocutori hanno manifestato preoccupazione per le vittime civili, l’instabilità regionale e la necessità di un impegno congiunto per la pace. Mattarella, noto per il suo approccio fermo e umanista, ha condiviso con il Pontefice il punto di vista italiano sull’importanza del multilateralismo, del diritto internazionale e del sostegno ai processi diplomatici, mentre Papa Leone XIV ha ribadito l’impegno della Santa Sede nel promuovere soluzioni pacifiche, attraverso la via del dialogo e della mediazione.

Il colloquio con il Segretario di Stato Parolin

Il Presidente Sergio Mattarella con S.E. Rev.ma il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità, in occasione della visita Ufficiale in Vaticano
Il Presidente Sergio Mattarella con S.E. Rev.ma il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità, in occasione della visita Ufficiale in Vaticano

Terminato l’incontro con il Santo Padre, il Capo dello Stato si è recato presso gli Uffici della Segreteria di Stato per un secondo momento istituzionale. Ad attenderlo il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, accompagnato da Monsignor Mirosław Wachowski, Sottosegretario per i Rapporti con gli Stati. Presenti anche il Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, e la delegazione ufficiale italiana. Nel colloquio, come specificato nella nota congiunta, si è ribadito l’apprezzamento per la cooperazione tra Stato e Chiesa in ambiti cruciali come la solidarietà sociale, l’educazione, l’assistenza ai più fragili, e la promozione della pace. Si è parlato anche del ruolo della Chiesa nella vita pubblica italiana, alla luce del suo impegno quotidiano nelle periferie esistenziali del Paese.

L’incontro di ieri ha segnato un nuovo capitolo nel dialogo tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede. L’ultima visita ufficiale di Mattarella in Vaticano risaliva al 29 maggio 2023, quando Papa Francesco gli conferì il Premio Paolo VI.

I discorsi pubblici del Pontefice

Sempre ieri Papa Leone XIV ha rivolto anche un discorso ai Capitoli Generali della Società delle Missioni Africane, del Terz’Ordine Regolare di San Francesco e ai formatori dei Servi del Paraclito, sottolineando tre pilastri della vita ecclesiale: conversione, missione e misericordia. Richiamando San Francesco, il Vescovo di Roma ha ricordato che solo attraverso un cammino continuo di conversione personale e comunitaria è possibile essere testimoni autentici del Vangelo. Ha poi lodato la fedeltà apostolica della Società delle Missioni Africane, sottolineando il coraggio di affrontare difficoltà storiche e culturali con lo spirito della “follia della Croce”. Infine, ha esaltato l’opera discreta, ma fondamentale dei Servi del Paraclito, che si prendono cura dei sacerdoti in difficoltà, ricordando che tutti i cristiani, anche i ministri, sono pellegrini bisognosi di guarigione.

Alla Cittadella della Pace

Dopo la visita in Vaticano al nuovo Pontefice, Mattarella ha fatto tappa in Toscana, ad Arezzo, per incontrare la comunità dell’Associazione Rondine – Cittadella della Pace, luogo simbolo del dialogo e della riconciliazione tra popoli in conflitto. Un gesto non solo istituzionale, ma fortemente simbolico: dal cuore spirituale della Chiesa al cuore civile di un progetto che educa alla pace concreta. “La pace è un progetto condiviso tra cittadini e istituzioni, è da lì che è nata la nostra Repubblica, è da quella spinta comune che è nata la nostra Costituzione”, ha detto il Presidente rivolgendosi ai giovani riuniti a Rondine, sottolineando come l’Italia democratica sia il frutto della volontà collettiva di voltare pagina dopo la devastazione della guerra.

Nel borgo toscano, trasformato in laboratorio permanente per la formazione di giovani provenienti da Paesi segnati da conflitti armati, il Capo dello Stato ha parlato della Titanomachia del Novecento (la Seconda Guerra Mondiale) e del desiderio dei popoli europei di “non ripetere più gli errori del passato”.

Dalla violenza alla convivenza

“Anche quando si è stati costretti a far uso delle armi per resistere all’orrore, l’obiettivo era la pace, la collaborazione tra le comunità, non la vendetta né la supremazia”, ha ricordato. Un’affermazione netta in un momento storico in cui la guerra, tornata nel cuore dell’Europa e ai suoi confini, mette in discussione i valori su cui si è fondata l’integrazione continentale. Mattarella ha ribadito la visione che ha ispirato la nascita dell’Unione Europea: “Una svolta epocale, una rivoluzione di pensiero”, nata proprio da quelle ferite. “Il nostro continente, attraversato per secoli da guerre, ha saputo scegliere di mettere insieme il proprio futuro”, ha detto. “E questa scelta ci ha regalato oltre 70 anni di pace”.

Oggi, però, Mattarella non nasconde l’allarme: “Il mondo di accordi e disarmo progressivo che abbiamo conosciuto è stato stravolto dalle guerre in e attorno all’Europa, dalla violazione delle regole del diritto internazionale”.

“I tempi siamo noi”

Mattarella ha poi citato le parole di Sant’Agostino, riportate nei giorni scorsi dal nuovo Papa: “I tempi siamo noi”. Un monito che richiama alla responsabilità personale e collettiva: “I tempi si modellano secondo i comportamenti che mettiamo dentro, è da noi che dipendono la direzione e la qualità del tempo in cui viviamo”.

Fondata sulle rive dell’Arno, Rondine Cittadella della Pace è oggi una delle esperienze più riconosciute a livello internazionale nel campo dell’educazione alla pace e alla trasformazione creativa del conflitto. Accoglie studenti da Paesi in guerra, dal Caucaso al Medio Oriente, dai Balcani all’Ucraina, e offre loro un percorso formativo che coniuga studio, convivenza, testimonianza. Con la sua presenza, Mattarella ha voluto riconoscere e rilanciare questa esperienza come modello di cittadinanza attiva e pacifica, ricordando che “la pace non è mai un dato acquisito, ma una scelta quotidiana”.

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