Il 2024 è stato un anno di forte ripresa per il commercio globale, che ha registrato un incremento del 3,4% in volume, un dato nettamente superiore al +0,8% del 2023. A guidare questa crescita è stata l’Asia, in particolare la Cina, mentre l’Europa ha faticato a mantenere il passo. Le difficoltà del Vecchio Continente sono state legate soprattutto alle ripercussioni economiche della guerra in Ucraina e alla fragilità della Germania, il motore industriale dell’Unione Europea.
Gli Stati Uniti, nel frattempo, hanno rafforzato la loro politica commerciale protezionistica, imponendo nuovi dazi e restrizioni sulle importazioni. Questo ha messo in difficoltà l’UE, che ha un’economia molto più aperta agli scambi rispetto agli Stati Uniti. Nonostante le previsioni per il 2025 indichino una crescita stabile del commercio internazionale, rimangono molte incertezze, tra cui le tensioni geopolitiche e le difficoltà logistiche nelle catene di distribuzione.
Italia e commercio estero: segnali contrastanti
Per l’Italia, il 2024 è stato un anno con luci e ombre sul fronte del commercio estero. Negli ultimi anni, le esportazioni italiane erano cresciute notevolmente, soprattutto verso gli Stati Uniti (+47,5%) e la Cina (+47,8%). Tuttavia, nel 2024 si è registrata una frenata, con un calo del 3,6% nelle esportazioni verso gli USA, un crollo del 20% verso la Cina e una diminuzione del 5% verso la Germania.
Nonostante il rallentamento, gli Stati Uniti restano un mercato chiave per l’export italiano, con una quota superiore al 10% del totale. La bilancia commerciale tra i due paesi è in attivo per l’Italia, con un surplus di 34,7 miliardi di euro. Questo significa che le aziende italiane vendono più prodotti negli USA di quanti ne comprino. Tra i settori che trainano l’export italiano ci sono la meccanica, l’alimentare (inclusi vini e prodotti tipici), il tessile e l’automotive, con un forte contributo della farmaceutica.
Nel lungo periodo, il commercio globale si è polarizzato intorno a due giganti: Stati Uniti e Cina. Questo ha ridotto il peso dell’Europa negli scambi mondiali e ha rafforzato i legami commerciali tra i paesi del Pacifico e Pechino. Per l’Italia, la dipendenza dalle forniture estere rimane elevata, soprattutto per le materie prime e i beni intermedi, ossia quei prodotti semi-lavorati che servono per la produzione finale.
Prezzi delle case in crescita: Milano e Roma guidano il mercato
Il mercato immobiliare italiano ha chiuso il 2024 con un rialzo significativo dei prezzi delle abitazioni, soprattutto per le nuove costruzioni. Secondo l’Indice dei Prezzi delle Abitazioni (IPAB), nel quarto trimestre dell’anno i valori delle case sono aumentati del 4,5% rispetto allo stesso periodo del 2023. Milano ha visto un incremento del 3,8%, seguita da Roma (+3,5%) e Torino (+2,5%), con quest’ultima città che è tornata in positivo dopo una fase di calo.
A livello nazionale, il 2024 ha registrato un aumento medio del 3,2% nei prezzi delle abitazioni. Le case di nuova costruzione hanno visto un vero e proprio boom, con un incremento del 7,9%, mentre le abitazioni già esistenti hanno registrato una crescita più contenuta (+2,2%). Il dato più interessante riguarda il confronto con il 2010: rispetto ad allora, il valore delle case è sceso del 5,4%, ma con una forte differenza tra immobili nuovi e vecchi. Le abitazioni esistenti hanno perso il 15% del loro valore, mentre quelle nuove hanno visto un aumento del 30,1%.
Dietro questa crescita ci sono diversi fattori. Da un lato, l’aumento dei costi di costruzione e la riduzione della disponibilità di nuove abitazioni hanno fatto salire i prezzi. Dall’altro, la domanda si è mantenuta solida, con molte famiglie e investitori che hanno continuato ad acquistare nonostante i tassi di interesse più alti.
Boom delle compravendite: gli italiani tornano a investire nel mattone
Oltre ai prezzi, anche il numero di compravendite ha registrato un aumento significativo. Nel quarto trimestre del 2024, le transazioni immobiliari sono cresciute del 7,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, accelerando rispetto al +2,7% del trimestre precedente. Questo significa che sempre più italiani hanno deciso di acquistare casa, un segnale positivo per il mercato immobiliare.
L’andamento delle compravendite è stato influenzato anche da fattori macroeconomici. La stabilizzazione dell’inflazione e il miglioramento delle condizioni economiche hanno favorito la fiducia degli acquirenti. Inoltre, le banche hanno mantenuto condizioni di accesso ai mutui relativamente favorevoli, nonostante l’aumento dei tassi di interesse degli ultimi anni.
Guardando al futuro, gli esperti prevedono che nel 2025 i prezzi delle case continueranno a crescere, anche se a un ritmo più moderato. L’indice IPAB indica che l’aumento già “acquisito” per l’anno in corso è dell’1,7%, con un +5,3% per le abitazioni nuove e un +0,9% per quelle esistenti.
Il settore delle costruzioni riparte dopo un anno difficile
Il comparto delle costruzioni ha iniziato il 2025 con un segnale positivo. A gennaio, la produzione nel settore ha registrato un incremento del 5,9% rispetto al mese precedente, recuperando il calo di dicembre. Anche nel trimestre novembre 2024 – gennaio 2025, la crescita è stata solida, con un +3,3% rispetto ai tre mesi precedenti.
Il settore delle costruzioni è strettamente legato all’andamento del mercato immobiliare e agli investimenti pubblici in infrastrutture. Dopo un periodo di incertezze, il 2024 ha visto una graduale ripresa, con un miglioramento della fiducia tra le imprese edili.
I dati indicano che la crescita del settore è stata sostenuta soprattutto dalla domanda di nuove abitazioni e dai progetti infrastrutturali. Tuttavia, permangono alcune incognite per il 2025, legate all’andamento dei costi delle materie prime e alle politiche di finanziamento del settore edilizio.